tag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post1054940050922362409..comments2024-02-24T18:55:44.899+01:00Comments on Agrarian Sciences: RIUSCIRA' L' AGRICOLTURA DI SLOW FOOD A NUTRIRE IL MONDO?Agrarian Scienceshttp://www.blogger.com/profile/17457724914297133273noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-13767999481972649562017-07-26T14:53:56.790+02:002017-07-26T14:53:56.790+02:00Lorenzo Dafarra
"esistono studi scientifici c...Lorenzo Dafarra<br />"esistono studi scientifici che dimostrano una correlazione tra zone ad alta intensità agricola industrializzata e tumori?"<br /><br />Questa tua domanda ha una risposta. La categoria degli agricoltori e dei suoi famigliari, secondo indagini su larga scala, hanno incidenze tumorali nettamente inferiori rispetto ad altre categorie di popolazione. Se ben comprendo il senso della tua domanda, essa aveva una risposta implicita ed era che tra intensità agricola industrializzata e tumori ci fosse una correlazione positiva. Ebbene se questa ci fosse non ti sembra che gli agricoltori dovrebbero essere i più colpiti? Invece non lo sono. Agricoltura Biologica e agricoltura convenzionale condotta con metodi moderni più ecocompatibili (ti faccio notare che i metodi erano molto meno ecocompatibili 60 o 70 anni fa)sono metodi perfettamente equivalenti da un punto di vista dell'attentato alla salute, cioè in ambedue i casi non l'attentano.<br /><br />Veniamo a "cosa pensa del film resistenza naturale?"<br />La resistenza esiste, ma primo o dopo è aggirata, cioè non vi nulla di perenne in natura. I parassiti mica stanno con le mani in mano se non non possono entrare in un ospite, come l'ospite non sta con le mani in mano se un parassita è entrato in lui. E' una legge naturale perchè la competizione è insita nella natura. <br />Tutti parlano di "rivoluzione verde" solo in negativo, ma sbagliano. Certo la rivoluzione verde ha avuto anche una deriva negativa, cioè la produzione è stata spinta da eccessive concimazioni e da esagerati trattamenti con fitofarmaci, ma questo è durato il tempo di accorgersi che i costi non valevano la candela e quindi a noi che facevamo miglioramento genetico è stato chiesto di creare varietà più resistenti ai parassiti più virulenti e questo lavoro è stato fatto. Sai quante volte è cambiato l'oidio del frumento in questi 30 anni? Ben 10 volte e per ben dieci volte abbiamo creato varietà nuove. Sarà una continua rincorsa, solo che nel frumento da un anno all'altro si può dire di cambiare varietà coltivata.<br />Tu che coltivi una vigna seppure per hobby sai quante volte è cambiata la peronospora che colpisce la vite? Almeno una quindicina di volte, solo che ad un vignaiolo non si può dire cava le tue viti e piante queste che sono resistenti ed allora in funzione del cambiamento del fungo abbiamo cambiato i prodotti di trattamento. Il biologico è rimasto al rame invece per una fantastica naturalità. Ebbene lo sai che se vuoi difendere una vigna con il rame oggi devi fare il doppio o il triplo dei trattamenti rispetto ai prodotti di ultima generazione? Ti faccio presente che il rame è un metallo pesante ad accumulo e non è certo un elisir di lunga vita. <br /><br />Non mi inoltro nel discorso delle varietà antiche rustiche rispetto alle varietà moderne delicate perchè dovrei sciorinare concetti di genetica delle popolazioni e di fitopatologia che porterebbe via molto tempo. NON ABBIAMO MAI MANGIATO COSI' SANO COME ADESSO, CONVINCETEVENE E NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO FUORI LUOGO. Alberto Guidorzinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-34647170859953546602017-07-26T08:06:36.691+02:002017-07-26T08:06:36.691+02:00Concordo.Concordo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-40104072978808189872016-08-03T18:51:17.649+02:002016-08-03T18:51:17.649+02:00Buongiorno.non vivo di agricoltura ma ho una picco...Buongiorno.non vivo di agricoltura ma ho una piccola vigna familiare che coltiviamo per autoconsumo.é un po che seguo il dibattito pro bio contro bio.esistono studi scientifici che dimostrano una correlazione tra zone ad alta intensità agricola industrializzata e tumori? Che opinione si è fatto ?esserr produttivi é importante ma nn danneggiare gli abitanti ancora d più.pare che nei distretti ortrofrutticoli del trentino e di Forlì il tasso sia elevatissimo.si può controllare la produzione in modo moderno senza attentare alla salute?il biologico nn le pare voglia seguire questa direzione tralasciando i furbi che militano in entrambe le fazioni?a proposito..cosa pensa del film resistenza naturale? Mi pare che la vita media aumenti perché abbiamo cibo ma anche perché la medicina ha fatto molti progressi....saluti .Lorenzo Dafarra Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-79271993050391977402016-07-20T01:50:43.498+02:002016-07-20T01:50:43.498+02:00Salve.
C'è un errore nel link che fa riferime...Salve.<br /><br />C'è un errore nel link che fa riferimento a Petrini. <br />Cliccandoci, (sul primo "(qui)" all'interno dell'articolo)si apre un link che rimanda processo chimico di Haber e Bosch<br /><br />Saluti e complimenti per il sitoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-52705052816451093442015-05-04T23:34:46.141+02:002015-05-04T23:34:46.141+02:00Anzitutto preciso che il professor Oliva (che pera...Anzitutto preciso che il professor Oliva (che peraltro fu docente di agronomia del professor Forni) era perfettamente conscio della portata della rivoluzione verde, tant’è vero che a fine anni ’40 ebbe a scrivere che «la tecnica moderna, in confronto a quella antica, assieme a molti mezzi tecnici nuovi e perfezionati, ne dispone di due poderosi per risolvere in pieno il problema granario mondiale: razze a prodigiosa capacità produttiva ed azoto a buon mercato ricavato industrialmente dalla miniera inesauribile dell'aria» e, come ben saprà, la rivoluzione verde è fatta di genetica e di agrotecniche. <br />Poiché tuttavia si tratta di un autore che giustamente lei considera datato, prendiamo qualcosa di più recente e cioè l’esempio di cui alla tabella a pagina 489 di Luigi Giardini, Agronomia, edizione 2012.<br />Come premessa le ricordo che in una rotazione il letame non si dà mai al frumento ma alla coltura da rinnovo che la precede, per cui il frumento vive sul residuo di fertilità di quest’ultima. <br />L’esempio del Giardini è riferito ad una rotazione quadriennale mais da granella (produzione 13 t/ha di granella), frumento (produzione 8 t/ha di granella), patata (produzione 50 t/ha di tuberi), colza (produzione 4 t/ha di granella). In proposito preciso che quelle in parentesi sono produzioni tipiche di un’agricoltura intensiva. <br />L’asportazione totale di azoto per le 4 colture e per i livelli produttivi indicati è pari a 695 kg/ha (es: il mais con granella all’1,5% di azoto asporta 13000 * 0.015 =195 kg/ha mentre il frumento con granella al 2.1% di azoto asporta 8000 * 0.021 =168 kg/ha). <br />Considerando un’efficienza della concimazione azotata del 75%, l’apporto azotato con le concimazioni dev’essere dunque pari a 695/0.75=927 kg/ha nel quadriennio.<br />L’apporto di letame è di 80 t/ha di cui 40 al mais e 40 alla patata per un totale di azoto rilasciato dal letame di 400 kg/ha. Il resto dell’azoto necessario (527 kg/ha) dovrà pertanto essere apportato con la concimazione minerale. Se invece (come farebbe Petrini) ci si limita ai 400 kg di azoto dati alla coltura da rinnovo con il letame, le colture depauperanti che seguono i rinnovi non verranno nutrite a dovere e pertanto ridurranno la loro produzione dando altresì un prodotto scadente (es: frumento con tenore in proteine inferiore ai livelli richiesti dall’industria).<br />Da che parte sta la razionalità agronomica? Non credo che stia nel ridurre la produzione o ottenere prodotti scadenti, in quanto in questo modo l’agricoltore fallisce, e non solo in senso figurato.Luigi Marianihttps://www.blogger.com/profile/03449705573860868280noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-84569088147331651962015-04-23T02:50:22.227+02:002015-04-23T02:50:22.227+02:00Un appunto infine sull'esperimento Oliva:
1 - ...Un appunto infine sull'esperimento Oliva:<br />1 - il suolo e' fatto a strati, non e' omogeneo in tutti i suoi livelli e cambia molto a seconda della storia geografica del luogo. Comunque sia non ha alcun senso testare la fertilita' di un livello che non sia quello in cui affonderanno le radici, visto che ha caratteristiche completamente diverse.<br />2 - Gli orizzonti superficiali per forza sono piu' ricchi visto che raccolgono la maggior parte della materia organica, sono piu' aerati e tra l'altro ricevono anche una dose extra di azoto da inquinamento atmosferico. Che senso ha confrontarli con quelli profondi?<br />3 - certo che le terre coltivate da tempo sono le piu' produttive, se no non sarebbero coltivate. In genere infatti godono di suoli alluvionali profondi e ben strutturati, pianeggianti, non sono fertili perche' ci ha lavorato il contadino per millenni. Questo si e' pure fatto un bel mazzo a migliorarlo con opere idrauliche, rimozione di pietre ecc., tutte cose che introducono un bias pazzesco nel praticare alcun confronto tra suoli coltivati e non. Interessante tra l'altro sapere dove la prendesse "terra vergine mai coltivata", se non su terreni non coltivabili -non c'è da stupirsi dunque se risultavano piu' fertili i primi.<br />4 - Ancora oggi una pratica molto comune ai tropici e' lo slash and burn che si pratica proprio su terreni vergini deforestati, che vengono abbandonati dopo pochi anni a causa del degrado del suolo (laterizzazione ed esaurimento dell'unico strato fertile superficiale). Con questi come la mettiamo?<br />5 - Molti contadini e agronomi del mondo sviluppato, nonostante l'agricoltura moderna, praticano ancora la rotazione delle colture. Per esempio il ciclo triennale mais frumento/orzo leguminose, dove il terzo anno e' detto anche riposo.<br />Insomma, un autore un po' piu' recente dell'Oliva, che e' morto ancora prima della rivoluzione verde non c'era? Magari anzi mettendo dati quantitativi...<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-36905947341203779012015-04-23T02:46:01.727+02:002015-04-23T02:46:01.727+02:00Premessa: sono convinto che l'agricoltura inte...Premessa: sono convinto che l'agricoltura intensiva sia indispensabile per la sicurezza alimentare (seppur non esclusiva). L'articolo però mette insieme una serie di argmoenti fallaci, quando non vere e proprie castronerie, che certo non fanno bene alla causa delle scienze agronomiche. Tralasciando l'esperimento dell'Oliva, che pare campato davvero in aria e con premesse, affermazioni e conclusioni discutibili, sui concimi chimici vs letame c'è un tale ribaltamento dei fatti che viene persino il sospetto della malafede.<br />- Il letame si mette in autunno, i microorganismi che lo trasformano sono poco attivi durante la stagione invernale e si mette con largo anticipo proprio perche' l'azoto impieghera' piu' tempo per mobilizzarsi in soluzione. Non mi pare che gli agricoltori "moderni" abbiano smesso di spargere letame. O sono cretini che lo mettono ma tanto non serve perchè tanto dilava tutto prima? <br />- "Come nitrato sarà dilavato ed andrà ad inquinare le falde, causando un sensibile danno ambientale" [...] "Se invece l’agricoltore opterà per i concimi “chimici” di sintesi [...] ottenendo un assorbimento ideale da parte della coltura ed un più elevato rispetto per l’ambiente."<br />Gia', quindi il problema dell'eccesso di azoto e' dovuto al letame, hai capito! Solo quello, invece i fertilizzanti sintetici, che vengono somministrati GIA' in forma di nitrato o ammonio solubili, a ondate di quintali fino a saturare la capacita' di assorbimento delle piante e dilavano ugualmente o più in fretta, quelli sono un vero toccasana per le falde (tralasciando l'abitudine di superare le dosi raccomandate che pure accade). A riprova, il problema dell'eccesso di azoto nelle acque si e' proprio risolto con la rivoluzione verde... o_O<br />3 - Dopo questa sparata in cui si ribaltano alcuni fondamentali delle scienze ambientali, devo fermarmi a riprendermi un attimo.<br /><br />"Circa poi il tema delle biodiversità occorre considerare che l’agricoltura intensiva è oggi lo strumento più potente di cui disponiamo per tutelare la biodiversità."<br />Questo e' sostanzialmente il famoso dibattito LSLS (land sharing vs land sparing), che l'autore da come risolto ed archiviato. Peccato che l'UE abbia appena rinnovato la CAP introducendo elementi che vanno nella direzione opposta a quella assunta dall'autore (http://europa.eu/rapid/press-r... ed il dibattito infatti e’ apertissimo (anche http://sites.tufts.edu/teli/fi.... E comunque non si dica che l'agricoltura intensiva favorisce la biodiversita'.<br /><br />"il quasi raddoppio del superfici a bosco in Italia avvenuto in 100 anni grazie all’introduzione di nuove tecnologie agronomiche ed al conseguente abbandono dell’agricoltura nelle aree marginali".<br />Ahi, correlation is not causation. I boschi sono ricresciuti esclusivamente in territori di montagna o depressi e non a caso, ma perche' le popolazioni si sono trasferite a lavorare in pianura nelle fabbriche e i terreni abbandonati si sono ripopolati di alberi . I boschi non sono ricresciuti PERCHE' c'e' stata l'intensificazione dell'agricoltura. Ma soprattutto, questo fatto non ha (quasi) nulla a che fare con l'aumento o la conservazione della biodiversita'. Tuttalpiù il recupero dei boschi potrebbe causare un calo di ricchezza di habitat e specifica di conseguenza (come testimoniato anche da certi habitat prioritari inseriti in Direttiva Habitat). <br /><br />Nell'ultima sezione si dà sostanzialmente ragione a Petrini, poi ancora qualche critica, finalmente ragionevole e segue conclusione.<br /><br />Preferendo fare una filippica moralista/ideologica, vi siete dimenticati pero' di esprimere un qualsiasi tipo di argomentazione sui punti 1-5 elencati all'inizio dell'articolo stesso. Considerato che le argomentazioni tecniche di critica a Petrini non mancherebbero, non si capisce perchè perdersi in polemiche sterili e argomenti francamente debolissimi.<br />CordialitàAnonymousnoreply@blogger.com