tag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post6457290397680788893..comments2024-02-24T18:55:44.899+01:00Comments on Agrarian Sciences: Ottavio Munerati un genetista della bietola da zucchero di fama mondiale, ma pressoché sconosciuto in patriaAgrarian Scienceshttp://www.blogger.com/profile/17457724914297133273noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-20147601202869353282015-09-08T14:05:37.626+02:002015-09-08T14:05:37.626+02:00Sergio non si può escludere, anche perchè tutti gl...Sergio non si può escludere, anche perchè tutti gli eserciti hanno sempre avuto delle unità specializzate nell'accaparramento di segreti industriali dei paesi occupati ed in questo compito erano in "guerra" anche con gli alleati. Tuttavia a quanto mi dice mio figlio, creatore del Museo della II guerra mondiale sul fiume Po di Felonica (MN) e studioso dei movimenti delle truppe durante la ritirata, per Rovigo sono transitati gli inglesi e le truppe del Commonwealth. La congiunzione tra la V armata americana e la VIII inglese era Sermide (il mio paese). La prima è passata a ovest e la seconda ad est. E' certo che, essendo Munerati sopravvissuto al passaggio della ritirata tedesca e avanzata alleata, se i suoi appunti avessero solo fatto oggetto di accatastamenti disordinati egli li avrebbe messi in ordine. Altro aspetto è che il trasferimento dalla vecchia sede alla nuova sede è avvenuto dopo la morte di Munerati.alberto guidorzihttps://www.blogger.com/profile/05634995757687624985noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1533724815178849113.post-51202675936163586032015-09-08T09:27:33.141+02:002015-09-08T09:27:33.141+02:00Aspettavamo con molto interesse questo articolo di...Aspettavamo con molto interesse questo articolo di Alberto Guidorzi e l'interesse è stato ampiamente soddisfatto.<br />L'accantonamento post-mortem di Munerati ricorda quello di altri grandi agronomi che hanno modernizzato la nostra ricerca agraria agli inizi del '900, primo tra tutti Nazareno Strampelli, il quale - Alberto ha giustamente citato Rieti come primo sito saccarifero italiano - durante la Prima guerra mondiale, si occupò proprio di bieticoltura, come ricorda lo stesso agronomo genetista nel suo volume "Origini, sviluppi, lavori e risultati" (1932): <br />"...ricorderò come durante la Grande Guerra, per incarico avutone dalla Società Italiana per la Produzione dello Zucchero Indigeno, io mi sia occupato della produzione del seme di barbabietola da zucchero, rendendo possibile al mio Paese di supplire, così, alla importazione del seme di barbabietola che era venuta a mancare; ma a guerra finita, cessata la ragione che mi aveva indotto ad accettare tale incarico, io lo declinai senz’altro, non rientrando esso fra i compiti delle istituzioni da me dirette".<br />Ultima considerazione. Alberto scrive ad un certo punto che "poco si è saputo dai suoi appunti e annotazioni di campagna che furono dispersi durante l’ultima guerra".<br />Siamo sicuri che, visto l'interesse degli americani per il lavoro di Munerati, i suoi appunti non siano stati trafugati proprio da quest'ultimi, in quel contesto di "collezionismo" di materiali pregiati d'interesse agricolo di cui ho già avuto modo di scrivere in un mio precedente articolo ("Guerra fredda e ruggini del grano")?<br />Sergio Salvi<br />Anonymousnoreply@blogger.com