martedì 25 settembre 2018

INSOSTENIBILMENTE BIO



di FLAVIO BAROZZI, ALBERTO GUIDORZI e LUIGI MARIANI



A Bologna nell'ambito del salone SANA, con gran battage pubblicitario ed enorme visibilità sui media, è stato presentato il rapporto FEDERBIO "Cambia la terra 2018 - Così l’agricoltura convenzionale inquina l’economia (oltre che il Pianeta)", sviluppato con contributi specifici di WWF, LIPU, ISPRA, ISDE e Legambiente e disponibile qui: https://www.cambialaterra.it/rapporto/. L’immagine dell’agricoltura biologica italiana che ne esce viene esaltata più con slogan che con dati oggettivi e scientificamente verificati.
Ciò spiega la nostra idea di sviluppare un’analisi indipendente sulle affermazioni contenute nel rapporto Federbio¹, pubblicata sul sito della FIDAF (Federazione Italiana Dottori in Scienze Agrarie e Forestali) e disponibile qui.

Vorremmo evidenziare ai lettori di Agrarian Sciences che ognuno è libero di produrre come meglio ritiene a patto di rispettare i vincoli di salubrità e sostenibilità stabiliti dalla normativa vigente. Intollerabile e immotivato sul piano tecnico-scientifico è invece che la tecnologia del biologico si autoproponga come soluzione ai problemi del sistema agricolo-alimentare mondiale e ciò alla luce dei seguenti elementi, che nella nostra analisi vengono sviluppati e supportati da adeguata bibliografia:
  • il biologico è insostenibile per la produttività bassissima (inferiore del 30-70% rispetto a quella dell’agricoltura convenzionale): la sua adozione generalizzata costringerebbe a raddoppiare le terre coltivate sul pianeta, distruggendo foreste e praterie naturali e moltiplicando per 4 le emissioni di CO₂ del settore agricolo 
  • il biologico non offre al consumatore un prodotto intrinsecamente ed analiticamente superiore al convenzionale ma gli fa pagare un processo produttivo, più o meno seriamente controllato e propagandato apoditticamente come “virtuoso”  
  • produttività bassissima e maggiori costi si traducono in un aggravio per il consumatore (prezzi doppi o tripli rispetto al convenzionale) rendendo l’agricoltura biologica insostenibile sul piano economico-sociale  
  • il biologico fa largo ricorso a “pesticidi” registrati (uno per tutti il rame, che è tossico per gli animali i vegetali e l’uomo e sospetto di cancerogenicità) e ne usa anche di non registrati
  • il biologico italiano è pesantemente sovvenzionato e per di più pretende che tali sovvenzioni siano ulteriormente aumentate. In particolare è falso che le sovvenzioni siano inadeguate e che all’agricoltura biologica italiana venga riservato il 2,3% dei fondi europei destinati al settore agricolo: i produttori biologici ricevono contributi identici agli agricoltori convenzionali sul cosiddetto 1° pilastro PAC e inoltre contributi aggiuntivi sul 2° pilastro (misura 11 dei PSR).
Una criticità palese del biologico nazionale è costituita dal “biologico di facciata”: il 55% delle superfici italiane a biologico sono costituite da terreni pressoché improduttivi (foraggere, prati pascoli e pascoli magri che nessuno si sognerebbe di concimare o di proteggere dai parassiti, indipendentemente dal metodo di coltivazione, perché non ne vale la pena). Sono in sostanza superfici utili solo a introitare contributi pubblici. A ciò si aggiunga un ulteriore 15% di colture arboree biologiche (soprattutto oliveti e poi agrumeti e vigneti) dove probabilmente non si esegue la raccolta perché non redditizia. Sono calcoli da rivedere? Allora si conducano verifiche serie, affidandole a tecnici autonomi (quelli cui sono attualmente delegati i controlli sono pagati dai produttori bio per cui operano in palese conflitto di interessi), si divulghino i dati sulle rese reali per ogni specie certificata “bio” coltivata sul nostro suolo e sulle importazioni di biologico in Italia. Purtroppo il rapporto “Cambia la terra” -diffuso senza alcun contraddittorio con chi pratica l’agricoltura convenzionale, conservativa e integrata- non lo fa. Al contrario propaga disinformazione, slogan e pregiudizi ai danni di chi produce professionalmente la massima parte del cibo oggi consumato in Italia e in Europa.




¹Barozzi F., Guidorzi A. e Mariani L., 2018. Le tante contraddizioni e bugie del biologico italiano. Analisi critica del Rapporto “Cambia la terra 2018” sul portale Agriculture della Federazione Italiana dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali
http://www.fidaf.it/index.php/le-tante-contraddizioni-e-bugie-del-biologico-italiano-analisi-critica-del-rapporto-cambia-la-terra-2018/#



                    

Flavio Barozzi
Dottore agronomo libero professionista ed imprenditore agricolo, già coordinatore della Commissione di Studio "Agricoltura sostenibile-PSR" dell' ODAF di Milano, è accademico aggregato all' Accademia dei Georgofili di Firenze. Nel dicembre 2016 è stato eletto Presidente della Società Agraria di Lombardia, istituzione accademica e culturale fondata nel 1861.

Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all' Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni presso la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.

Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura  di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.

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