III appuntamento "A Cena Con La Scienza 2022"
Evento
La parola "animale" deriva dal latino "animal", a sua volta derivato da "anima", affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato. E' sufficiente rifarsi all'etimologia di questa parola per comprendere quanto il rapporto fra noi e gli animali sia profondo e complesso. Certamente in essa c'è un riferimento alla funzione biologica del respiro, ma non meno evidente è il richiamo al significato che diamo alla parola "anima", qualcosa che sappiamo inesprimibile e indimostrabile, ma che nel contempo costituisce la più intima espressione dell'individualità e la cui presenza - come quella del vento - è invisibile, inafferrabile e tuttavia evidente per gli effetti che provoca.
Fa quindi un po' sorridere la convinzione comune che il riconoscimento agli animali dello status di "essere senziente" - attorno al quale si stanno sviluppando una filosofia, una giurisprudenza e, ciò che è peggio, un senso comune che a volte poco hanno a che fare con il rispetto per gli animali, con quello per noi stessi e con il buon senso - sia un traguardo raggiunto soltanto di recente grazie alla sensibilità di avanguardie illuminate, e non piuttosto qualcosa che appartiene alla nostra "etica naturale" da quando la nostra specie ha avuto consapevolezza di se stessa, di ciò che la differenzia dalle altre e delle responsabilità di cui essa si deve conseguentemente fare carico.
Quindi possiamo liberare gli animali dallo status di esseri senza anima.
RispondiEliminaSono d’accordo!!!
RispondiEliminaSi ricorda che Giovanni il Battista battezzava uomini e non animali (non umani) nel fiume Giordano...
RispondiEliminaPercepiscono, soffrono, gioiscono, amano, sentono paura, come gli umani; gli umani veri si distinguono per il riconoscimento e rispetto verso le altre forme di vita, altrimenti e un anima inferiore con fisico da umano
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