lunedì 28 novembre 2022

L’INARRESTABILE MARCIA DELL’AGRICOLTURA MODERNA


SPECIALE GENETICA AGRARIA

 

di ERMANNO COMEGNA
 

 

Rievocare con un fascicolo speciale la figura, le opere e l’eredità scientifica e culturale di Gregorio Mendel è un atto dovuto da parte di Agrarian Sciences che ribadisce, se mai ce ne fosse bisogno, l’importanza della propensione all’innovazione, della fiducia verso la scienza e della pragmatica consapevolezza circa il ruolo del sistema agroalimentare globale che sono elementi distintivi del gruppo di persone che a vario titolo collaborano con la testata.

Parlare di Mendel oggi ed affrontare il tema della genetica agraria è di fondamentale importanza, oltre che essere di indubbia attualità, a seguito dei recenti fenomeni di instabilità sociale, politica ed economica che si sono verificati negli ultimi tre anni.

In questo momento, il tema della sicurezza alimentare, intesa come la capacità di produrre e mettere a disposizione dei consumatori una quantità ed una varietà di alimenti salubri e in grado di soddisfare i più svariati bisogni, rappresenta una preoccupazione di molti governi, oltre che delle organizzazioni sovranazionali.

Solo per ricordarlo a chi tende a sottovalutare o peggio ignorare il tema, si ritiene opportuno sottolineare che l’Unione europea, a marzo scorso, ha pubblicato una comunicazione dal titolo “Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari” ed ora si accinge a tornare sull’argomento con un’ulteriore iniziativa, in quanto le perturbazioni in atto sollevano evidenti preoccupazioni sulla sicurezza alimentare mondiale, oltre il breve termine.

Le crescenti sfide a livello globale, con particolare riferimento alla necessità di migliorare la produttività e la sostenibilità del settore agricolo, tenendo conto anche del fenomeno del cambiamento climatico, sono strettamente collegate con il progresso scientifico, il perfezionamento delle conoscenze e la diffusione delle innovazioni.

Solo un’agricoltura moderna, orientata al mercato, capace di evolversi accettando le sfide ed aperta al nuovo, è in grado di dare le risposte che la società si attende.

Di contro, gli approcci agricoli che guardano al passato e manifestano una ostinata chiusura verso le innovazioni, possono soddisfare bisogni peculiari di tipo occasionale e/o di una minoranza di consumatori, ma non sono convincenti e non sembrano capaci di corrispondere alle esigenze della società moderna.

I dati dell’ultimo Censimento dell’agricoltura italiana che l’Istat ha iniziato a diffondere, a partire dall’estate 2022, dicono chiaramente che la produzione agricola è sempre più concentrata su un numero limitato di aziende, con elevata specializzazione, le cui dimensioni crescono progressivamente, sempre più propense verso l'informatizzazione e gli investimenti innovativi.

Tra il 2010 ed il 2020 sono scomparse quasi 500.000 unità produttive. Nello stesso intervallo di tempo, il numero di persone coinvolte nell’attività agricola, comprendendo la manodopera familiare e quella esterna, si è dimezzato, passando da 2,92 a 1,46 milioni di unità. Oggi, l’80% della superficie agricola utilizzata è gestita dal 21% delle aziende agricole italiane.

Questi dati restituiscono un'immagine del settore primario in profonda evoluzione, con il comune denominatore che pochi addetti assumono il fondamentale compito di soddisfare le esigenze di sempre più ampi strati di popolazione extra-agricola.

Negli ultimi tempi, sembra di emergere qualche segnale di cambiamento dell’opinione pubblica e del personale politico, in particolare a livello europeo.

Evidentemente, l’instabilità degli ultimi anni ha risvegliato il senso pratico di molti che ora sono consapevoli della necessità di puntare sul modello agricolo professionale moderno, accantonando l’idea più volte espressa in passato, di un suo graduale, ma irreversibile superamento.

L’accelerazione dell’Unione europea verso una iniziativa legislativa in materia di nuove tecniche genomiche, favorita anche dall’inatteso risultato conseguito dalla consultazione pubblica (circa l’80% dei partecipanti propende per una legislazione specifica per mutagenesi e cisgenesi) è un segnale di straordinaria importanza che ora però va declinato in coraggiose scelte politiche, tali da togliere l’agricoltura europea dalla scomoda condizione di essere privata di fondamentali soluzioni fornite dal progresso scientifico, mettendola così in condizione di svantaggio competitivo rispetto alle proprie controparti del mercato globale.

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La lettura dei tanti saggi contenuti nel fascicolo speciale di Agrarian Sciences, redatti da autori di consolidata e indubbia rilevanza scientifica ed operativa, è un godimento per chi ha fiducia nella capacità dell’Uomo di trovare soluzione anche ai più difficili problemi ed è senz’altro consigliabile a coloro che hanno una visione vaga del ruolo dell’agricoltura e, soprattutto a chi riveste il difficile compito di formulare le decisioni politiche.
 
 

ERMANNO COMEGNA
E’ consulente e libero professionista, attivo nel campo agro-alimentare ed è giornalista pubblicista. E’ stato assistente universitario e professore a contratto presso l’Università Cattolica di Piacenza e Cremona, l’Università del Molise, l’Università di Udine. Ha lavorato per l’Associazione Italiana Allevatori (AIA), la Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana (Confagricoltura), la Provincia di Mantova e la Libera Associazione Agricoltori Cremonesi. E’ presidente dell’Associazione Nazionale dei Dirigenti di Aziende Agricole (ANDAA) e vice presidente della Federazione Nazionale dei Dirigenti e Alte Professionalità dell’Agricoltura e dell’Ambiente (FENDA).




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