sabato 6 maggio 2023

ETIMOLOGIE VEGETALI E RICONOSCIMENTO DELLE PIANTE

 di LUIGI MARIANI


Statua, in una nicchia nel loggiato degli Uffizi (Fi), per onorare il botanico Pier Antonio Micheli (1678 - 1737),  fu senza dubbio uno dei più acuti precursori di Linneo, il quale fece spesso riferimento sia al suo erbario che ai nomi ed alle descrizioni contenuti in Nova Plantarum Genera per indicare le specie descritte nelle sue opere. Foto F. Marino.

I nomi o i soprannomi rimandano spesso a caratteri o comportamenti di una persona o degli antenati a cui per primi furono attribuiti. Ad esempio la gens Fabia, antica famiglia patrizia romana inclusa fra le cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio, deriverebbe il proprio nome dall’abitudine di mangiare fave, il che ha tutta una serie di implicazioni alla luce de significato che Vicia faba aveva per i romani antichi, nel cui calendario è ricordata quattro volte in relazione con pratiche funerarie e con la morte di Remo (Pedroni, 2009).

Questo vale anche per le piante, nei cui nomi scientifici, la cui origine è più meno antica, è racchiusa una messe di informazioni utili a comprendere le loro caratteristiche morfologiche (ad esempio albus indica il colore bianco di fiori o foglie o corteccia o altre parti della pianta) o la loro autoecologia (ad esempio arvensis perché sono presenti nei campi coltivati. Da arvum, campo o arativo).

Al riguardo è utile segnalare che sul sito Acta plantarum  è presente un etimo delle piante che è molto utile per conoscere in modo rapido l’origine dei nomi di svariate piante.

Su tale sito per Vicia faba  trovo: 

 

Vícia      [Fabaceae] dal latino classico vicia veccia (in Plinio, Columella, Virgilio e altri),   derivato da vincire legare, con riferimento ai viticci
fába       (Vicia, Faba, Orobus) dal greco φἄβα fába fava

Come ulteriore esempio cito la palma di San Pietro (Chamaerops humilis) che se ben ricordo è l’unica palma autoctona italiana e di cui mi è capitato di vedere tanti anni fa un vasto popolamento visitando il tempio di Segesta, presenta l’etimo seguente:

Chamaérops      [Arecaceae] dal prefisso greco χᾰμαι- chamai- a terra, nano e da ῥώψ rhóps ramoscello, cespuglio: palma nana, in confronto alle alte palme tropicali

 

è presente anche nella cactacea Echinopsis chamacereus, che domenica 30 aprile 2023 ha iniziato la sua splendida fioritura rossa sul mio balcone, prontamente annotata sulla mia agenda.

Chamaecéreus  [Echinopsis] dal prefisso greco χᾰμαι- chamai- a terra, strisciante e dal genere Cereus: simile a un piccolo Cereus

 

In tutto sul sito sono analizzati 26549 nomi e mi permetto di suggerirne l’utilizzo ai lettori.

Circa infine il riconoscimento delle piante che per anni ho svolto utilizzando l’erbario a chiavi di Eugenio Baroni (1977), suggerisco anche l’uso della app plant@net che consente di riconoscere piante a partire da foto del fiore o della foglia.


Bibliografia

Baroni E., 1977. Guida botanica d’Italia ossia chiavi analitiche per determinare le piante spontanee che crescono nella penisola, compilata da Eugenio Baroni, riveduta e corretta da Sara Baroni Zanetti, Cappelli editore.545 pp.

Pedroni L., 2009. I Fabi, Remo e le fave: assonanze e suggestioni, Faventia 32-33, 2010-2011 59-72 (https://core.ac.uk/download/pdf/38996122.pdf).


 

LUIGI MARIANI

Professore Associato di Agronomia presso l' Università degli Studi di Brescia. E' Direttore del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e Vicepresidente della Società Agraria di Lombardia.



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