lunedì 19 marzo 2018

W IL CIRCO E CON GLI ANIMALI!

In difesa della nobile arte circense italiana, contro le menzogne e le barbarie animaliste. 

(Seconda Parte)

di ALESSANDRO CANTARELLI



Perché tanta avversione al circo equestre ed al suo mondo, dove gli animali per lo spettacolo ne sono parte integrante e fondamentale e dove praticamente, sono considerati parte della stessa “famiglia”, quasi alla stessa stregua degli umani?¹⁴ 


La risposta è semplice. Oltre ad una buona dose di fanatismo ed odio dovuti ad ignoranza in materia di animali, si celano in realtà interessi precisi, come quelli di affidare gli animali progressivamente tolti ai circhi a centri di recupero meglio definiti come “santuari” (ovviamente sovvenzionati da fondi pubblici, a partire da quelli quelli che essi vorrebbero togliere al fondo per lo spettacolo, così che i bravi animalisti avrebbero buon gioco ad invocarne di più). Tra l’altro questi sedicenti santuari (termine abitualmente riservato a quelli mariani, ed anche in questo gli animalisti denotano di sentirsi come portatori di un messaggio salvifico), sono risultati spesso sprovvisti dei requisiti normativi per lo svolgimento di queste specifiche attività. La legge 189 del 2004 come spiega Antonio Buccioni presidente dell’Ente Nazionale Circhi, ha dotato infatti le associazioni animaliste di uno strapotere che non ha paragoni nel resto d’Europa, rendendo loro conveniente battersi per il sequestro degli animali dei circhi.
Poco importa se la “liberazione” degli animali in questi santuari peggiorerà le loro vite, spesso condannandoli a morte certa, come dimostrano le esperienze che fino ad ora si sono avute. Come spiega efficacemente l’etologa inglese di fama internazionale inglese Marthe Kiley Worthington in una lettera indirizzata al Governo ed al Parlamento Italiani¹⁵.
Un significativo aneddoto. La dott.ssa Marthe Kiley Worthington lo spiega lei stessa, venne incaricata e finanziata dalla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals per realizzare un studio volto a dimostrare che la proibizione degli animali nei circhi fosse essenziale per la salute degli animali. Dopo 18 mesi di ricerche concluse invece, con grande sorpresa, che non vi erano ragioni maggiormente valide per proibire gli animali nei circhi piuttosto che nelle stalle, negli zoo, o nell’ambito domestico. Una vera e propria sconfessione nei riguardi dei finanziatori dello studio (nel 1990 pubblica il libro Animal in circuses and zoos: Chirons World?), che le valsero negli anni lo scredito dei gruppi animalisti prima britannici, poi mondiali, per la sola colpa di non essersi uniformata al credo animalista.
Come giustamente osserva l’avv. Buccioni, perché nessuno degli animalisti parla dei cinquanta milioni di animali negli appartamenti, nei maneggi e negli allevamenti presenti in Italia? Spesso totalmente privi di controlli (assolutamente non così nei circhi!), e causa di numerosi incidenti, domestici e non, alle volte mortali o comunque con gravi conseguenze su bambini e adulti?
Ci si accanisce verso i 1.500-2.000 animali dei circhi (di cui un terzo sono equini e specie non esotiche), adducendo le motivazioni come di seguito verrà spiegato tra le più insensate. Ma per l’appunto chi può dirsi sicuro che gli animali allevati dagli “stanziali” anziché dallo spettacolo viaggiante, stiano necessariamente meglio!¹⁶ (fig. 8)
Fig. 8. Una tranquilla tigre “bianca” nel suo serraglio, adiacente la gabbia-carrozzone, poco prima del suo numero al Circo di Mosca (Fam. Roscoe-Orfei). Un’istante prima dello scatto, stava giocando con il cilindro blu di gommapiuma che si vede poco indietro. Foto Cantarelli

Come è già stato spiegato anche su queste colonne in precedenti articoli, a proposito di sospette conversioni animaliste, è tutta una questione di business (negozi per animali, spazi per animali, spese veterinarie ecc.). quindi voti potenziali.
Ma questo modo di procedere, porta inesorabilmente all’imbarbarimento della società.
Ed allora non meriterebbero la minima attenzione le sguaite quanto gratuite offese all’intero mondo circense della facoltosa frequentarice di maneggi Michela Vittoria Brambilla (che tra l’altro, si scopre avere posseduta una leonessa di nome Rumba, regalo della ricca famiglia quando aveva nove anni). Oppure delle altre animaliste parlamentari Monica Cirinnà, Loredana De Petris e Gabriella Giammanco.
Paola Taverna, Michela Montevecchi e Paolo Bernini in rappresentanza dei cinque stelle, rincarano la dose, sostenendo che i circhi rappresenterebbero addirittura delle “anticamere per la criminalità”.
Egregi onorevoli e senatori, il comune cittadino non a guinzaglio (si perdoni il paragone), del primo ciarlatano di turno, a sentire certi paragoni, distratto come è dalle numerose incombenze quotidiane, magari pensa di avere capito male e così confonde le Camere, sommi organi dello Stato e per le quali nutre profondo rispetto con chissà quali anticamere, degli imbecilli però.
Il loro partito-movimento su questo argomento è compatto anzi, organizza direttamente presidi anti-circo. Inutile chiedere l’opinione della senatrice Elena Fattori la pasionaria, quella del caso Infascelli sugli o.g.m. (che bella figura, complimenti!) e, delle recenti posizioni anti-vaccini (si apprende, con post più o meno imbarazzati tolti dalle sue pagine F.b.).
Ai tempi della guerra di Spagna un mito era rappresentato da Dolores Ibarruri. In Italia abbiamo nientepopodimeno della sen. Fattori.
In tutto questo gran bailamme di animalesco è il caso di rilevare, figura soprattutto la legge elettorale appellata dai suoi stessi costitutori in modo significativo (e dichiarata non a caso in larga parte incostituzionale), grazie alla quale i menzionati personaggi sono entrati in Parlamento: il Porcellum. Così oltre la beffa, il danno. Del nuovo Parlamento, si vedrà.
Così facendo, la lobby animalista trasversale si è ingrossata ed accresciuta di potere. Fanno da contorno la messa in onda di trasmissioni Tv e rubriche dedicate ai diritti degli “amici a quattro zampe”, che facendo leva su pietà e compassione veicolano un frivolo tentativo quasi di una loro possibile “umanizzazione”: ed non c’è da stupirsi allora degli oroscopi per cani e gatti.
Ebbene, di fronte a questa offesa del comune senso della decenza (e dell’intelligenza), quali sono i parametri scientifico-etologici che possono determinare se gli animali dei circhi (ma non solo quelli), sono soggetti a stress?
Come spiegano i veterinari Raffaella Cocco (Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari), Marco Di Giuseppe, Riccardo Mancini ed Ettore Paladino (medici veterinari specializzati sugli animali esotici e da zoo), il prof. Alberto Simonetta zoologo dell’Università di Firenze, oppure la stessa Kiley Worthington oltre all’osservazione dal punto di vista comportamentale (che deve essere approfondita e non superficiale quale un semplice sguardo, spesso non ragionato neppure quello), vi sono parametri specifici quali il profilo metabolico completo, la funzionalità epatica, renale e pancreatica, l’attività muscolare, surrenalica ed infine lo stress ossidativo¹⁷⁻¹⁸⁻¹⁹⁻²º⁻²¹⁻²².
L’attento esame di questi parametri negli animali dei circhi (che va ricordato, sono discendenti da diverse generazioni allevate in cattività), ha spesso rivelato che quegli animali stanno addirittura molto meglio dei consimili allo stato brado, dove per questi ultimi la maggiore sofferenza sarebbe dovuta a ferite o malattie non medicate, ad una peggiore alimentazione, a temperature troppo alte o troppo basse, alla presenza dei predatori ecc.
Inoltre la presenza dell’uomo-addestratore è tutt’altro che secondaria. Come spiega il prof. Simonetta con il domatore si stabilisce un rapporto affettivo, in cui l’animale collabora con entusiasmo. Gli animali se vengono addestrati a compiere dei “lavori” stanno meglio perché si distraggono e li fanno divertire.
Un animale sano, specialmente se grande mammifero, ha una grande propensione al gioco. Le ore di addestramento e di spettacolo suppliscono precisamente a quelle che, in natura, lo stesso animale spenderebbe per guadagnarsi da mangiare. I migliori etologi queste cose le sanno bene.
Una totale sconfessione alle distorsive tesi animaliste, che essendo di mera natura ideologica si rivelano pure antiscientifiche. Basandosi però le loro tesi su una “fede”, davanti alla fede non si discute.
Continua il prof. Simonetta che “la vera e massima utilità del circo è quella di fare vedere come sia possibile raggiungere con quasi ogni sorta di animali, un vero rapporto di collaborazione, come sia possibile per ogni bambino, giocarci insieme, ma anche come si deve imparare a giocare con gli animali, che non sono dei peluche. Molti degli incidenti che purtroppo succedono ai bambini sono dovuti al fatto che essi non vengono adeguatamente educati ad interagire con i vari tipi di animali ed a capirne il “linguaggio”. Sotto questo aspetto il potenziale educativo dei circhi mi sembra ancora poco sfruttato”.
Inoltre viene spontaneo aggiungere, quando mai un bravo addestratore userebbe la prepotenza? Contro tigri, leoni od elefanti chi l’avrebbe vinta?
Lo stesso discorso vale per i cavalli: l’alta scuola di equitazione quale quella dei migliori circhi, i lobbisti animalisti dovrebbero saperlo ed ammetterlo, non la si fa con la violenza sugli animali.
Il termine “domatore” è un retaggio del passato, oggi si dovrebbe parlare più propriamente di addestratore e l’addestramento, avviene in dolcezza. La frusta, quando usata, è solo per l’effetto scenico.
Afferma il dott. Di Giuseppe che se gli animali dei circhi vivono in istallazioni piccole, gli animali si esibiscono ogni giorno (normalmente due spettacoli, n.d.r.), ricevendo in questo modo stimoli e sollecitazioni che vanno a beneficio del loro benessere. “Ecco perché dire che un animale è recluso e soffre perché non vive nella savana ma in uno spazio contenuto, è un’affermazione che non ha senso”, conclude il veterinario.
Si aggiunga che in questi anni lo spazio a disposizione dei singoli animali è aumentato sensibilmente, come è riportato sul sito del circo Darix Togni²³.
Se il circo non gode attualmente di grande simpatia verso le Istituzione italiane, questo per fortuna non può invece assolutamente dirsi invece per quella papale. Negli anni infatti, una nutrita rappresentanza circense é sempre stata ricevuta da tutti i papi nella sala Nervi del Vaticano (fig.9).
Fig. 9. Orlando Orfei -famoso anche per avere rappresentato il buon nome del circo italiano in Brasile-, fu ricevuto ben cinque volte da papa Giovanni XXIII°. I testimoni annotarono l’esortazione del pontefice, poi divenuto santo: “Orlando, il tuo lavoro è un apostolato di pace, continua a portare al mondo e alle famiglie cristiane l’allegria”. Dal sito Circusfans.net

Recentemente (gennaio 2018), papa Francesco ha offerto un pomeriggio da vivere all’insegna dell’allegria, per chi abitualmente non se lo può permettere presso il circo Medrano. Ai senzatetto, ai profughi, ai carcerati, il Santo Padre per l’occasione ha affermato che “la gente che fa spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza. E questo fa bene all'anima. Quanto bisogno abbiamo di bellezza!".
L’iniziativa voleva essere un incoraggiamento per i più poveri a superare le asprezze e difficoltà della vita, che tante volte sembrano insuperabili, proprio con l’esempio dei circensi, che con costanza, impegno e tanti sacrifici riescono a creare e donare bellezza gli altri.
In un precedente incontro aveva invece affermato, rivolgendosi sempre agli artisti e dopo avere allattato un tigrotto mostrato in quell’occasione al pontefice: «Anche questa è misericordia: seminare bellezza e allegria in un mondo a volte cupo e triste»²⁴.
Evidentemente così non la pensano Brambilla & soci, ma a questo punto c’è da chiedersi chi veda la realtà con lenti deformate.
Una volta ebbe a dire la cavallerizza non circense, in carriera politica (degna erede degli aforismi di Oscar Wilde, il lettore si convincerà): “(…) perché non si può dormire con il gatto sul letto e poi portare il bambino a vedere i suoi parenti selvatici ridotti all’ombra di se stessi sotto il tendone”. Mah! Ridotti all’ombra di se stessi? Ma dove!
Guardi piuttosto agli indigenti ai bordi delle strade della sua città, magari qualcuno ha rischiato quest’inverno di morire assiderato e sta molto peggio degli animali del circo.
E così mentre le campagne della “regione” citata inizialmente, sono sempre più invase da quegli animali selvatici (caprioli, cinghiali, volpi, lupi, istrici ecc.), che oltre a creare grossi problemi alle colture li creano anche all’incolumità dell’uomo, in un ambiente fortemente antropizzato, con le città sempre più terra di conquista per ladri e spacciatori –anche in pieno centro storico-, ebbene una certezza dei politici (ed attivisti al loro seguito), è quello di contrastare il circo. Forse tutto ciò che induce all’allegria, alla fantasia, alla “magia”…, ad un senso di libertà…., a certe persone da semplicemente fastidio.
A tanto è arrivato l’immiserimento della politica nazionale e l’ignoranza di chi dovrebbe rappresentare tutti. Guardando invece ad illustri personalità istituzionali di pochi lustri fa (per riportare solo alcuni esempi, ma se ne potrebbero trovare tanti altri, anche i più inaspettati, almeno secondo una certa iconografia), si coglie che la sensibilità verso il mondo circense e l’arte che quotidianamente rappresenta, era ben diversa!! Altra “gente”, mi pare (figg. 10, 11 e 12).

Fig. 10. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini al circo di Nando Orfei mentre stringe la mano al grande domatore di felini. Medaglia d’argento al valore civile. Immagine tratta dalla gallery del sito del circo.
 
Fig. 11. Il Presidente del Consiglio Aldo Moro al circo Americano, presumibilmente nei primi anni ‘70.
In questi giorni si celebra il quarantesimo anniversario del truce rapimento con tragico epilogo

Fig. 12. Il segretario del P.C.I. Enrico Berlinguer al circo. Alle sue spalle Liana Orfei nei panni di un clown. Da: L’Unità-collana documenti.

Risulta a questo punto inqualificabile l’atteggiamento della città di Roma, che dopo avere ospitato per oltre trenta edizioni il Golden Circus Festival²⁵ (dopo Montecarlo e Parigi, il terzo festival mondiale del circo, per importanza, con tanto di giuria internazionale), dal 2015 costringe gli organizzatori a vagare per la città allo scopo di cercare una sede appropriata, perché sia la vecchia (sindaco Marino) che la nuova giunta (sindaco Raggi), non hanno trovato il tempo di deliberare sull’attività dei Teatri “tenda” (per i quali esiste una normativa nazionale e regionale).
Guarda un po’ il caso, la storica location del Festival fa proprio parte di quella categoria (si tratta dello storico teatro “Tenda e Strisce”): un modo come un altro per cercare di danneggiare deliberatamente il Festival (e la migliore immagine del circo, che esso rappresenta). Avente il solo torto di radunare artisti da tutto il mondo e richiamare tanti turisti nella capitale, durante il periodo natalizio.
Senza considerare che è ormai un atteso appuntamento tradizionale, la visita di una delegazione composta dagli organizzatori e dagli artisti del Festival al Santo Padre, in occasione dell’inaugurazione annuale: le cose belle e che portano letizia, si vede che danno semplicemente fastidio (ma quanti sono i paranoici a fattura, che albergano nelle stanze del potere come consulenti?).
Pertanto invece di dedicarsi a cercare di risolvere i problemi amministrativi, che purtroppo hanno innegabilmente caratterizzato il governo della città eterna, soprattutto in questi ultimi anni (come i topi e le arvicole per le strade, tra visuali di rifiuti non ritirati, assieme ai simpatici ma non ammaestrati cinghiali grufolanti e non erano filmati-fake!), gli amministratori riversano tempo ed energie a non inimicarsi quei rappresentanti del mondo animalista, che fanno tanto rumore e raccontano loro delle bugie.
Possibile che un pubblico amministratore, nell’esercizio delle proprie funzioni, non dimostri di avere anche su questo argomento, il circo appunto, un minimo di autonomia decisionale ma debba sempre dipendere dagli umori o dalle imbeccate di qualcuno/a?
Si ritiene utile al proposito, richiamare un significativo episodio sul come invece era la società italiana dei primi anni sessanta. Quello dei tanti bambini italiani che recapitarono la loro letterina direttamente a Darix Togni, ossia il leggendario personaggio del circo e del cinema (richiamato in fig. 1), che dopo il disastroso incendio del 29 dicembre 1962 nel suo circo a Milano, non ne voleva più sapere di continuare.
A fornirgli la forza decisiva di andare avanti, oltre al fondamentale aiuto dei famigliari furono loro, i bambini, che lo esortarono ad andare avanti!
Ruppero i salvadanai e gli devolvettero i loro risparmi (succederebbe ancora oggi?): un gesto di solidarietà altamente simbolico, riportato sui giornali e rotocalchi dell’epoca. Lo stesso arcivescovo di Milano card. Montini, il futuro papa Paolo VI°, si reco’ subito dopo il tragico evento in visita al complesso circense toccato dalla tragedia, per portarvi la solenne benedizione. Ma vi fu anche l’aiuto di tanta gente comune, associazioni di categoria, insomma una vera e propria mobilitazione generale anche fuori dall’Italia, perché Darix ed il suo circo equestre godevano di grande stima e popolarità (fig. 13).
Fig. 13. Manifesto del Circo Darix Togni nel 1963. Celebrava la ripartenza dopo il devastante incendio dell’anno precedente, con una nuova produzione e sotto un nuovo chapiteu. Da: circo.it.


Fu grazie a questa vera e propria gara di solidarietà, che egli si decise anzi a realizzare ancor più grandi produzioni (i grandiosi “Circo sull’acqua” ed il Jumbo Supercircus), fin che una grave malattia lo incolse prematuramente nel 1976²⁶.
Tra i circensi vi è chi sostiene che quella data rappresentò come una sorte di spartiacque, un prima e un dopo per il mondo del circo (che in quegli anni aveva raggiunto il suo apice di grandiosità e popolarità), anche se per un buon decennio dopo la sua scomparsa, tutto andò avanti come per “inerzia”. I direttori di circo più accorti tuttavia, cominceranno negli anni immediatamente successivi a scorgere all’orizzonte i primi segnali, che molte cose stavano cambiando…



Fig. 14. I seicento giorni menzionati nella didascalia dell’immagine scattata nell’estate del 1945, presso una delle quattro barriere della città di Parma (medaglia d’oro della Resistenza), sono quelli dell’occupazione nazifascista. Dalle macerie e dai calcinacci spunta miracolosamente…lo chapiteu di un circo! Si riparte…Ma all’oggi gli animalisti con la loro offensiva, vogliono portare indietro le lancette della storia, al periodo precedente l’innalzamento del tendone, togliendo la possibilità di andare al circo? Da: Molossi B., Curti A. Parma Anno Zero, op.cit., pag. 44.


Col presente contributo a favore del circo con gli animali, é stato ripercorso seppure per sommi capi lo sviluppo dei migliori complessi circensi italiani. Vere e proprie imprese dello spettacolo viaggiante, che dalle devastazioni e dalla miseria dell’immediato dopoguerra hanno saputo migliorarsi ed ingrandirsi, per offrire ad una società in crescita grandi produzioni artistiche. 
Ed infatti con la ritrovata libertà, il circo ha rappresentato per la gente comune una delle primissime forme di “evasione” e di sano svago e divertimento (fig. 14). Dal libro di Molossi e Curti si riporta: “La gente vuole divertirsi (dopo la guerra conclusa solo pochi mesi prima, n.d.r.). Arriva addirittura anche il circo che si sistema tra le macerie (…), e trova molti clienti anche se le bestie feroci non sono molte. C’è poco da mangiare per gli uomini, immaginiamoci per gli animali…”.
Con la volgare offensiva animalista che vuole chiudere i circhi in nome di un fanatismo zoofilo (e di una misconoscenza in campo artistico), è come se quella foto la si volesse vedere anziché proiettata in avanti… direttamente all’indietro, suggerendo così un cattivo presagio di giorni più cupi. Forse (e spero ovviamente di sbagliarmi) sono solo cattivi pensieri, ma allora sarebbe il caso di prendere coscienza del fenomeno e solidarizzare con il mondo circense, contro la gratuita denigrazione alla quale è quotidianamente sottoposto.
Per fortuna un aiuto lo fornisce l’art. 41 della nostra Costituzione, che sembra essere stato scritto anche per il circo.
Innanzitutto precisa che “l’iniziativa economica privata è libera”. Poi prosegue dicendo che “essa non deve essere in contrasto con la sicurezza, la libertà e la dignità umana”. Nel circo equestre non si ritrova tutto questo? Un ottimo esempio casomai per l’intera società, di riuscita integrazione tra gente di razze e religioni diverse (tra gli artisti vi si trovano vedettes internazionali e gli operai sono frequentemente multietnici), che collaborano nella stessa impresa.
Quindi, prosegue sempre l’articolo, “la legge determina programmi e controlli…, al fine che l’attività economica sia indirizzata e coordinata a fini sociali”. Proprio quello che fa il circo!
I circensi chiedono semplicemente di esercitare il proprio mestiere. Essendo abituati a spostamenti frequenti, anche sotto le intemperie ed anche quando l’area prevista per il successivo attendamento risulti con un terreno bagnato. Sono anche abituati ad una dura disciplina ginnica e di vita che consente loro di continuare a potere svolgere lo spettacolo; pertanto non si riesce proprio ad immaginare come possano accettare di vedere sacrificata la loro dignità di artisti, in cambio magari, di un improbabile “reddito di cittadinanza”, appositamente studiato per i nullafacenti, dopo che l’ultima impresa circense avrà chiuso i battenti. Ma la Repubblica non è fondata sul lavoro (art. 1)?
In conclusione é quindi emersa la mancanza di prove scientifiche che dimostrino lo stress, le cattive condizioni di vita alle quali sarebbero sottoposti gli animali nei circhi, quindi l’infondatezza di forti accuse preconcette. Non andrebbe inoltre trascurato il dettaglio che i circensi, piaccia o no, sono da sempre i professionisti nell’allevamento degli animali.
Le reiterate menzogne²⁷, i frequenti atti intimidatori e delinquenziali perpetrati ai danni dei circhi. 
Un corto circuito mentale enorme, mutuando le parole della sen. Elena Cattaneo in riferimento appunto al “corto circuito” tra conoscenze scientifiche, decisioni politiche e comportamenti, alimentata a piene mani, in questo caso, anche dai sedicenti “amici degli animali”.
Ed allora perché non reagire ritornando ad andare al circo, qualora esso arrivi nella propria città o paese, portandovi figli e nipoti perché possiamo stare tranquilli, oltre a divertirsi si potrà osservare qualcosa di originale e straordinario, anche educativo, in un contesto sano e pulito. Con un’unica avvertenza però: per un paio d’ore buone al bando cellulari e smartphone! Qui è tutto vero e non bisogna distrarsi.
Facendosi beffa di tutti i presidi animalisti, che sicuramente e nel frattempo saranno stati allestiti all’arrivo del complesso itinerante (grazie all’appoggio di qualche sindaco cheap), all’ingresso del circo col preciso scopo di disturbare, nella migliore delle ipotesi, il pubblico pagante (che lo stesso sindaco dovrebbe rappresentare).

“(…) finchè un bambino ci sarà, il circo (con gli animali) vivrà!” (dall’ultima strofa di un’antica poesia del mondo del circo).
Perché come insegnava un grande direttore, “The Show most go on!”.

Le prossime pulsioni animaliste, saranno invece rivolte agli animali allevati in stalla?

(Nota dello scrivente. Nello scritto sono stati richiamati i nomi delle principale famiglie circensi italiane, con questo senza nulla togliere alle altre numerose famiglie, che con altrettanti complessi di medie o piccole dimensioni, hanno contribuito a portare la magia del circo in ogni contrada).


OPERE CONSULTATE

Daniel N., 2008. The Circus. 1870s-1950s. Taschen-Bibliotheca Universalis.
Orfei L., 1977. La grande casa chiamata circo. Casa editrice La Sorgente, Milano.
(Nota dello scrivente. Questo libro di Liana Orfei era stato reperito presso la biblioteca comunale della città di Parma. Esso recava nel frontespizio, il timbro di appartenenza alla “biblioteca” personale appartenuta al compianto sindaco di Parma Lauro Grossi.
Ben altra sensibilità verso il mondo circense sarà invece quella dimostrata successivamente, da altri primi cittadini che sono venuti dopo…,come riportato nello scritto!). 

Pretini G., 1984. La grande cavalcata. Ed. Trapezio, Udine.
Renevey M., 1985. Il circo e il suo mondo. Ed. Laterza, Bari.

FILMATI CONSIGLIATI

Per apprezzare al meglio lo spettacolo del circo e capire quello che è stato il grande circo italiano, nel caso specifico gli Orfei, si consiglia la visione dei filmati reperibili su You tube della “Serata d’onore Circo e Magia”, del 1986, presentatore Pippo Baudo.

Per brevità, si riporta solo il primo filmato all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=W2NDs83OQng


INTERVISTE SULLE MENZOGNE ANIMALISTE

(Nota: sull’argomento sono reperibili in rete diverse interviste con filmato, realizzate da Bianca Montico del Movimento giovanile del circo italiano, direttamente alla gente del circo)
Significative interviste risultano pure:
A Manuel Farina, addestratore, i seguenti due filmati: 
https://www.youtube.com/watch?v=XgiutDL9WRc
L’ultima intervista a Nando Orfei: https://www.youtube.com/watch?v=p96W42HPXIA

 
RIMANDI BIBLIOGRAFICI

¹⁴http://video.corriere.it/liana-orfei-trattiamo-come-figli-animali-circhi/ca9c6004-6bcb-11e7-9094-d21d151198e9?refresh_ce-cp
¹⁵Il Circo.it (a cura di), 2017. Magistrale contributo scientifico che disintegra le tesi animaliste sul Ddl 2287-bis. Su: http://www.circo.it/magistrale-contributo-scientifico-che-disintegra-le-tesi-animaliste-sul-ddl-2287-bis/
¹⁶Buccioni A., 2017. Gli animali nei circhi rispondono al concetto di benessere, rispetto, natura e sanità.
Su: http://www.circo.it/gli-animali-nei-circhi-rispondono-al-concetto-di-benessere-rispetto-natura-e-sanita/ 

¹⁷Monti C., 2012. L’esperto: “Nel circo animali addestrati attraverso il gioco”. Su: http://www.circo.it/lesperto-nel-circo-animali-addestrati-attraverso-il-gioco/
¹⁸Monti C., 2011. Animali: benessere e spettacolo vanno a braccetto. Su: http://www.circo.it/animali-benessere-e-spettacolo-vanno-a-braccetto/
¹⁹Monti C., 2012. Circhi e benessere animale sono compatibili, anzi l’esperienza dice che… Su: http://www.circo.it/circhi-e-benessere-animale-sono-compatibili/
²ºIl Circo.it (a cura di), 2017. Circhi e animali: veterinari ed Enc rispondono alla Fnovi. Su: http://www.circo.it/circhi-e-animali-veterinari-ed-enc-rispondono-alla-fnovi/
²¹Paladino E., 2017. Circhi e animali: basiamoci sulla scienza e non sui preconcetti. Paladino replica a Fnovi. Su: http://www.circo.it/circhi-e-animali-basiamoci-sulla-scienza-e-non-sui-preconcetti-paladino-replica-a-fnovi/
²²Il Circo.it (a cura di), 2017. “Animali nei circhi? Ben tenuti”. L’intervista al veterinario Riccardo Mancini. Su: http://www.circo.it/animali-nei-circhi-ben-tenuti-lintervista-al-veterinario-riccardo-mancini/
²³http://www.circotogni.it/gli-animali/
²⁴Il Papa ed il circo, articoli di cronaca ai seguenti indirizzi:
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-regalo-del-circo-ai-poveri-del-papa
https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-circo-poveri
http://www.lastampa.it/2016/06/16/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-ai-circensi-seminare-bellezza-e-allegria-misericordia-reStQmL5kJlinzlgskuiWM/pagina.html

²⁵Il sito del Golden Circus Festival: https://www.goldencircusfestival.it/
²⁶Il Circo.it (a cura di), 2011. Darix Togni, un gladiatore a Milano. Su: http://www.circo.it/darix-togni-un-gladiatore-a-milano/
²⁷Paladino E., 2017. Divieti ai circhi con animali nel mondo? Favole… non si imprigiona la verità. Su: http://www.circo.it/divieti-ai-circhi-con-animali-nel-mondo-favole-non-si-imprigiona-la-verita/

Altri siti consultati:

Il sito del circo Nando Orfei: http://www.circonandoorfei.com/
Il sito del circo Moira Orfei: https://www.moiraorfei.it/
Il sito del circo Darix Togni: http://www.circotogni.it/
Il sito del circo Americano: http://www.circoflavioedanieletogni.it/
Il sito del circo Medrano: http://www.medrano.it/
Circus Fans Italia. www.circusfans.net
Circo News: http://www.circusnews.it/





Alessandro Cantarelli 
Laureato in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Piacenza, con tesi in patologia vegetale. Dal febbraio 2005 lavora presso il Servizio Territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Parma (STACP), della Regione Emilia Romagna (ex Servizio Provinciale), dapprima come collaboratore esterno, successivamente come dipendente. E’ stato dipendente presso la Confederazione Italiana Agricoltori di Parma. Ha svolto diverse collaborazioni, in veste di tecnico, per alcuni Enti, Associazioni e nel ruolo di docente per la formazione professionale agricola. Iscritto all’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali ed alla FIDAF parmense.



5 commenti:

  1. Alessandro Cantarelli29 marzo 2018 alle ore 20:54

    L’ultimo esempio della barbara offensiva animalista anti circo, si sta svolgendo in questi giorni pasquali a Lucca (perché qualcuno deve pur scontare la “passione”), ai danni del circo Medrano.
    Tra l’altro, lo stesso circo che nel periodo natalizio aveva offerto lo spettacolo ai più poveri, anche grazie all’interessamento di papa Francesco (episodio richiamato nello scritto).
    La stessa città toscana dove le passate amministrazioni, avevano intitolato l’area destinata agli spettacoli viaggianti alla memoria di Don Franco Baroni, il cappellano nazionale dei circensi.
    L’attuale sindaco Alessandro Tambellini appellandosi ad una delibera del consiglio comunale, che sospendeva a tutto il 2018 la concessione ai circhi con animali (cioè la quasi totalità dei circhi italiani), ha determinato da parte dei proprietari del Medrano un ricorso al TAR.
    Se ad inizio marzo 2018 il TAR toscano sospendeva a sua volta con apposito decreto l’esecuzione della suddetta delibera (perché i comuni non devono andare contro la legge 337 del 1968), incredibilmente il 21 marzo lo stesso TAR dichiarava il ricorso inammissibile, per vizi di forma.
    Senza perdere un secondo, l’amministrazione comunale ha preteso che il Medrano togliesse gli animali da quel luogo, ma siccome in tutto il comune sembrava non vi fosse immediatamente disponibile un’altra area idonea che li potesse ospitare (nella loro balordaggine, questi amministratori sono pure imbranati), il Medrano ha mantenuto allora la prerogativa di tenere gli animali presso il circo, ma senza la possibilità di utilizzarli nello spettacolo.
    Leggendo le cronache locali, girano i nomi degli animalisti Walter Caporale (ex consigliere regionale abruzzese, ora anche grazie –si presume- ai vitalizi gira per l’Italia a rappresentare gli animalisti), Aldo Gottardo e Claudia Corsini.
    Questi ultimi due facevano parte invece di una lista ambientalista, che alle elezioni comunali vinte dal sindaco Tambellini al ballottaggio (per un soffio, il 50,52% col 45,28% di affluenza), ha preso l’1,00% (0,45% se rapportata al totale degli elettori aventi diritto), con zero seggi. Conclusioni: meno dell’1% della società lucchese condiziona un’intera città che invece ama il circo.
    Al proposito si forniscono alcuni indirizzi degli articoli di cronaca:
    https://www.lagazzettadilucca.it/politica/2018/03/per-lucca-e-i-suoi-paesi-circo-medrano-proibizione-estranea-al-modo-di-essere-lucchese/
    http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2018/03/19/news/ecco-il-circo-medrano-le-associazioni-scendono-in-piazza-1.16614881
    http://firenze.repubblica.it/cronaca/2018/03/22/news/niente_animali_negli_spettacoli_del_circo_medrano_il_tar_da_ragione_al_comune_di_lucca-191968554/

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  2. Alessandro Cantarelli23 aprile 2018 alle ore 21:13

    Dopo la pubblicazione della seconda parte del contributo in difesa del circo equestre, pongo alcune domande, attingendo direttamente alle cronache di queste ultime settimane.
    Innanzitutto sarebbe interessante chiedere alla giunta comunale di Lucca che ha interdetto l’uso degli animali al grande circo Medrano all’inizio di questo mese, un commento a caldo sui fatti di bullismo che hanno riguardato un istituto scolastico della loro città:
    http://www.ansa.it/toscana/notizie/2018/04/21/bullismo-verso-prof-lucca-perquisiti-i-6-indagati_5f70611c-1d93-45ab-8aab-1e8bcf3bfe92.html
    Si rileva al riguardo che all’epoca delle scolaresche che venivano portate in visita ai grandi circhi, tali atti di bullismo erano pressoché sconosciuti in Italia. Agli animalisti ed ai “grandi” maestri dell’età scolare (compresi diversi insegnanti e dirigenti scolastici), che si ritengono con i loro atteggiamenti estremistici persone di grande civiltà, forse sarebbe il caso che riconsiderassero seriamente il valore l’efficacia dei loro modelli pedagogici.

    L’ennesimo episodio di cafoneria animalistica ai danni degli onesti lavoratori circensi, questa volta in quel di Surbo (Le)
    http://www.circusnews.it/article/4034/hanno-accusato-drogare-nostre-tigri-sono-passati-alle--parla-titolare-circo#.Wt4lXU0UnIU
    Solo dei rozzi ignoranti possono pensare che drogando una belva feroce, essa si più mansueta! E poi questo volere fare passare a tutti i costi i circensi come persone crudeli, sulla base di congetture…

    L’odissea a tappe del circo Medrano in Toscana registra finalmente una vittoria a Montecatini; ma che fatica fare circo in Italia!
    http://www.circo.it/circhi-e-animali-unaltra-vittoria-a-montecatini-terme/

    A Piacenza due rottweiller sbranano una persona salvata per un soffio dal provvido intervento del vicino:
    http://www.ilpiacenza.it/cronaca/buttato-a-terra-e-morso-da-due-rottweiler-davanti-a-casa-salvato-dal-vicino.html
    Chi vuole scommettere che l’on Brambilla & soci reccoglieranno le firme per proibire l’allevamento domestico di queste razze ( ma anche di tutti i cani tenuti in appartamento)?
    Se non lo faranno, allora i circhi cosa hanno di tanto sbagliato? Gli animali vengono “maneggiati” da questi ultimi con più cura (e affetto) e professionalità.

    In tutto questo gran baillamme ci si ritrova così appesi ad un filo, o meglio ad un Appendino: se vi sono infatti sindaci che tolgono ai bambini ed alle loro famiglie il piacere del circo (perché ritenuti un cattivo esempio educativo), si prodigano invece per dare due diverse madri alla stessa creatura, non sapendo neppure se l'atto che firmano sarà valido ai fini legali.
    Mah. Quali menti ottenebrate!




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  3. Caro Alessandro,
    seppur con ritardo trovo l’occasione per ringraziarti per l’appassionata e molto ben documentata analisi di quanto di negativo sta accadendo ai circhi equestri italiani per colpa degli animalisti.
    Quest’estate in ferie a Brusson (AO) ho avuto l’occasione di vedere lo spettacolo del circo di Mosca e di apprezzare la grande preparazione del personale e degli stessi animali impegnati negli spettacoli di cui, complice anche la prima fila, ho potuto constatare l’assenza di stress: le leonesse pareva che giocassero con le domatrici e così per gli altri animali che ho visto all’opera , gatti e orsetti lavatori inclusi.
    Peraltro a fine spettacolo la direttrice del circo ha richiamato l’attenzione degli spettatori sulle nubi che si stanno addensando sulla loro attività, invitandoci a firmare una petizione, cosa che e mia moglie ed io abbiamo fatto.
    Come contributo alla tua riflessione volevo segnalarti che fra i prodromi dell’accanimento contro i circhi vi sia forse da mettere anche la chiusura, avvenuta nel 1991, dello zoo di Milano, che dal 1923 era ospitato nei giardini pubblici nel pressi di Porta Venezia (http://storiedimilano.blogspot.com/2015/03/lo-zoo-dei-giardini-pubblici-di-milano.html). Certo, le gabbie erano troppo piccole, ma nessuno cercò una soluzione progressiva e che andasse oltre quella della chiusura. E sì che oggi lo zoo (che visitai da bambino e di cui conservo un ricordo ammantato di nostalgia) si rivelerebbe uno strumento culturale formidabile per avvicinare al mondo animale i bambini di città che non hanno visto dal vivo neppure i più comuni animali domestici.
    Ancora grazie.
    Luigi

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    1. Alesssandro Cantarelli26 settembre 2018 alle ore 17:48

      Mi fa piacere Luigi che tu abbia apprezzato lo spettacolo del circo e ti ringrazio per il contributo (ma anche per avere sostenuto la causa delle imprese circensi).
      Da autentico sperimentatore, hai verificato di persona quanto potesse esserci del vero nella narrazione animalista: hai immediatamente constatato il fiume di fandonie, sistematicamente sversato sulla società grazie all’appoggio di buona parte dei media, da questi ricchi fanatici (perché le campagne costano…!).
      L’odio feroce, gli stupidi pregiudizi, i boicottamenti (con il sovente e disdicevole appoggio di politici cialtroni), le frequenti intimidazioni spesso sfociate in veri e propri atti criminali (che solo in minima parte ho cercato di documentare), trovano similitudini e precedenti solo nella Germania nazista pre-guerra, con la spaccata delle vetrine dei negozi ebrei o l’indicazione degli stessi tramite la stella di David. Il tutto avveniva in un clima di paura-indifferenza generale. La Storia ci ha mostrato a cosa avrebbe condotto tutto cio’…!
      Il dato che mi fa ancor più letteralmente inalberare, è che questi animalisti-fanatici (perché anche noi siamo animalisti, nel senso che vogliamo bene alle nostre bestiole), vogliono togliere il ricordo del sorriso del clown, la possibilità di godere di un sano spettacolo e di conoscere un mondo originale (che non può essere senza animali), oltre che agli appassionati di tutte le età, alla categoria a cui si rivolge da sempre e per eccellenza il mondo del circo: i bambini.
      Bombardati come sono da cattivi esempi, immagini, notizie ecc., e rinstupiditi dalla rete (fake comprese): parlo in generale naturalmente.
      Nel mio contributo per motivi di spazio, non avevo inoltre citato che in Italia vi sono due scuole di circo (una a Milano tenuta da Paride Orfei, il figlio di Nando). Diversi ragazzi scelgono questa vita e, parimenti al settore agricolo per i figli degli agricoltori, molti sono figli di circensi ma diversi no (come le sorelle ammaestratrici di belve feroci che hai ammirato). Perché ignorare tutto questo?
      Dopo i prodromi come quelli da te segnalati, due date che invece segnano la svolta in-culturale in Italia: 1) 18-19/04/1993 con il referendum di abolizione del Ministero del Turismo e dello Spettacolo (oltre che del MAF), dove i soggetti proponenti va ricordato, furono 10 Regioni. Dopo 25 anni ed il recente “accorpamento”, si tenta di incollare i cocci di due Vasi (di valore), ma rotti.
      2) il 20/07/2004 la L. 189 che attribuisce uno strapotere alle associazioni animaliste (nascono le guardie eco-zoofile…, beneficiarie di contributi pubblici).
      Continuiamo ad andare al Circo e contribuiamo a farne buona pubblicità!

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    2. Condivido con te Luigi l’osservazione sugli zoo. E dici bene quando sostieni –in riferimento a Milano-, che nessuno cercò una soluzione progressiva: questo è stato il problema. Per fare un paragone nel settore degli allevamenti da latte, fino a non molti anni fa gli animali in stalla o nelle cascine erano tutti legati e stavano molto più stretti di adesso. Nelle più piccole case coloniche emiliane, è ancora nitido il ricordo di alcune realtà dove per entrare nel tinello di casa, si dovevano quasi scavalcare i vitelli messi nella porta “morta” (simpatici ricordi, specifico).
      Oggi non è più così e in un moderno allevamento da latte, le vacche sono a stabulazione libera.
      E così anche gli zoo cambiano, ma quelli dei circhi rimangono comunque i migliori: gli animali lavorano quindi non sono mai condannati all’immobilità, come vorrebbero fare credere i “fanatici dell’odio”, anzi agli orari che hanno imparato “sanno” che devono lavorare, sono ricolmati dalle attenzioni del pubblico (che li fa sentire importanti), del loro domatore con il quale hanno un rapporto unico, e dell’affetto della loro “famiglia”: quella del circo. Anche gli animali del circo (che sono tutti nati in cattività, va sottolineato), hanno guadagnato negli spazi di gabbie e recinti nel corso degli anni.
      Ed il loro benessere rispetto ai consimili allo stato brado, è da sempre indubbiamente maggiore: basta dire che la durata della vita media, è molto superiore. D’altra parte, anche guardando la foto posta nella prima parte del mio scritto, con le tigri del mitico Darix Togni (anni ’50-’60), si vede che anche allora erano molto ben nutrite!

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