lunedì 20 agosto 2018

COLDIRETTI, CONGRUENZE, COINCIDENZE, CORRISPONDENZE

di ANTONIO SALTINI

 



Caro *Alfonso,


tu sai della gravosa impresa storiografica che, iniziata nel 1978, ero sul punto di terminare nel 2016, quando i capricci di due collaboratici verso le quali nutrivo la più sincera fiducia mi ha fatto perdere mesi preziosi, che ho recuperato adottando un ritmo di lavoro impietoso, che ha consentito la stampa dell'edizione inglese delle mie Scienze agrarie nel mese di giugno e la loro presentazione, al Food and Science Festival, a Mantova, il 20 del medesimo mese. Mi sono dedicato, quindi, alla lettura di quanto avevo trascurato e accantonato in attesa della conclusione dell'impresa.
Non ti offenderà, quindi, se riconosco di avere riletto, con attenzione adeguata, solo nella mia "prima" settimana di autentica vacanza l'articolo che hai stilato per questo blog intitolandolo Da Bonomi a Re Travicello: la mutazione antropologica della Coldiretti il remoto 24 febbraio 2015. Non ti offenderai e conto accetterai le mie sincere congratulazioni: un articolo ricco di notizie non scontate connesse da argomentazioni di indiscutibile rigore logico-storico. Peraltro, avendo anch'io scritto, sul tema Coldiretti-Federconsorzi, pagine numerose, ho verificato che le nostre analisi, sviluppate da angolature sostanzialmente diverse, si integrano e si completano senza una sola contraddizione, ed entrambi possiamo attestare di non esserci mai scambiati documenti e notizie (nonostante, magari, anche il proposito di farlo). Una conferma, credo, del medesimo rigore analitico.
Ma non ti scrivo per complimentarmi, ma per tentare di aggiungere alle fatiche parallele l'analisi di un elemento che entrambi sfioriamo, ma che non sviluppiamo, ambedue non per negligenza, ma per l'assoluta omertà con cui il mondo politico e quello giudiziario si impegnarono a celare l'immane appropriazione di ricchezza pubblica che la realizzazione di una procedura fallimentare assolutamente anomala assicurò a tutti i partecipanti (lo Zingarelli imporrebbe l'uso del termine complici) all'impresa.

Nel tuo articolo leggo:
"Al momento del commissariamento, nel collegio dei revisori a tutelare la regolarità dei bilanci figurano due alti funzionari della Coldiretti, Franco Pasquali e Vincenzo Gesmundo. Il primo ricoprirà la carica di segretario generale e l’altro di segretario organizzativo. Saranno loro due a gestire nel 1993 la sostituzione di Lobianco con Paolo Micolini e i rinnovi presidenziali successivi. Di fatto diventeranno i veri “capi” della Coldiretti."

Sul numero di Terra e vita 44/1997 (8 novembre) scrivevo:
Imputazione: bancarotta fraudolenta

"Concluse le indagini dei sostituti Torri, Nebbioso e Catalani, demandati dell'inchiesta sul dissesto della Federconsorzi, è stata fissata per il 5 dicembre, dal Tribunale di Roma, l'udienza preliminare del processo contro i cinquantadue amministratori e sindaci della holding agrocommerciale.
C'è un ex presidente della Confagricoltura, Giuseppe Gioia, e un ex vicepresidente della Coldiretti, Ferdinando Truzzi, presidenti di consorzi agrari con distintivo di entrambe le confederazioni, Cosimo Cassano, Girolamo Balestrieri, Dante Marchiori, Edoardo Marcucci, Pietro Coleselli, Paolo Pasquali, un ex presidente ed ex direttore generale dell'organismo, Luigi Scotti, il direttore generale che gli ha seduto a lato, Silvio Pellizzoni, e il capocontabile che ha coadiuvato entrambi, Vincenzo Fortunato. Ci sono due alti funzionari della Coldiretti, che li aveva voluti nel Collegio sindacale a tutelare la regolarità formale dei bilanci, Franco Pasquali e Vincenzo Gesmundo, due alti dirigenti che hanno rappresentato, in tempi diversi, i funzionari del grande apparato, Ivo Zucchini e Gabriele Maldini, il rappresentante in Consiglio dei direttori di consorzio, Pasquale Velardi. Ci sono funzionari di ministeri diversi, tra cui il Tesoro, responsabili, in quanto sindaci, del rispetto delle leggi contabili, Carlo Cocco, Giovanni Polito e Italo Murgiano, c'è persino una rappresentante del sesso gentile, la signora Rita Giacchini, che all'onore del posto in Consiglio era giunta come delegata dei sindacati interni.
L'atto con cui il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Stefano Meschini, accoglie l'istanza del procuratore della Repubblica, Salvatore Vecchione, dell'aggiunto Ettore Torri e dei sostituti Settembrino Nebbioso e Pietro Catalani, di rinviare a giudizio chi ha governato, negli anni successivi al 1985, la Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, incolonna verso il banco degli imputati un drappello di cinquantadue signori che rappresentano con autorevolezza le sfere dirigenti dell'agricoltura italiana.
"

Entrambi riferiamo, sulla base di Notizie di stampa e documenti giudiziari coevi, il nome di Vincenzo Gesmundo, che risuta impilicato in un processo per bancarotta fraudolenta di cui non ho letto, negli anni successivi, alcuna nota di stampa. Processo fantasma? Sottrazione del fascicolo alla cancelleria? Accordo tra giudici e avvocati perché nessuno si presentasse, fino alla scadenza dei termini di prescrizione? Sappiamo che nei tribunali italiani i tre espedientii fanno parte di un "codice di procedura" riservato agli altissimi uomini politici soprattutto se con connessioni mafiose. Ma nell'assoluta assenza di notizie le tre ipotesi non sono, ribadisco, che volatili supposizioni.

Restituisco la palla a te, se mai potessi aprire il varco più sottile negli arcana dell'autentico potere in questo paese.

Antonio Saltini





*Alfonso Pascale   
Presidente del CeSLAM (Centro Sviluppo Locale in Ambiti Metropolitani). Vicepresidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori dal 1992 al 2002, ha promosso nel 2005 l’associazione “Rete Fattorie Sociali” di cui è stato presidente fino al 2011. È autore di diversi volumi, tra i quali “Partire dal territorio. Agricoltura, rappresentanza e politica nell'Italia che cambia” (Rce, 2002), “Il '68 delle campagne” (Rce, 2004), “Radici & Gemme. La società civile delle campagne dall’Unità ad oggi” (Cavinato, 2013), "Educarci all'agricoltura sociale. Prove di terziario civile innovativo" (GAL Capo di Leuca, 2015), "La casa comune è casa di tutti" (con M. Campli, Informat, 2016).   www.alfonsopascale.it




Antonio Saltini 
 

Docente di Storia dell'agricoltura all'Università di Milano, giornalista, storico delle scienze agrarie. Ha diretto la rivista mensile di agricoltura Genio Rurale ed è stato vicedirettore del settimanale, sempre di argomento agricolo, Terra e Vita. E' autore della Storia delle Scienze Agrarie opera in 7 volumi.





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