martedì 26 gennaio 2021

L’ATTRICE E IL FARMACO ANTIMALARICO


 di ALBERTO GUIDORZI e LUIGI MARIANI



Il 14 gennaio ultimo scorso sul sito web dell’Associazione Francese per l’Informazione Scientifica (AFIS) è uscito l’articolo dal titolo “Artemisia annua, l’actrice, le professeur et le paludisme”. L’articolo, a firma di Jean-Paul Krivine, pone in luce un fenomeno che ci ha molto colpito perché mostra come una importante scoperta della medicina umana possa ritorcersi contro i pazienti se posta nelle mani di persone rose dall’ideologia del “naturale buono, artificiale cattivo”. Per questo partendo dall’articolo di Krivine, cui esprimiamo la nostra gratitudine, abbiamo ritenuto utile sviluppare un commento che sottoponiamo ai lettori.

L’artemisinina, potente farmaco antimalarico derivato da Artemisia annua
 
La malaria, che fino agli anni ’50 era presente anche qui in Italia, è tuttoggi una malattia endemica nei paesi dell'Africa subsahariana. Nel 2018, l'OMS ha contato più di 220 milioni di persone colpite e ha registrato oltre 400.000 decessi, il 67% dei quali erano di bambini di età inferiore ai cinque anni. Secondo l'organismo dell'Onu, la cosa che più preoccupa è il fatto che "i dati del periodo 2015-2017 non rivelano progressi significativi".
L'artemisinina è una molecola organica estratta da Artemisia annua e che ha dimostrato di essere efficace contro le infezioni causate dal protozoo Plasmodium falciparum, uno dei parassiti che causano la malaria. Tale scoperta, molto importante per la messa a punto di farmaci curativi, ha fatto vincere al ricercatore cinese Youyou Tu il Premio Nobel per la medicina nel 2015. Da qui il fatto che l’artemisinina entra come principio attivo nella composizione di medicinali antimalarici di grande efficacia.
Artemisia annua è peraltro un rimedio tradizionale impiegato nella medicina cinese e trova oggi spazio anche da noi nelle erboristerie.
La ricerca ha tuttavia anche posto in evidenza che l’uso dell’artemisinina a dosaggi troppo bassi è assolutamente da evitare perché favorisce lo sviluppo di ceppi di Plasmodio resistenti, fenomeno questo riscontrato nel Sudest asiatico e di recente anche in Africa (Uwimana et al., 2020). Da ciò deriva che l’uso delle tisane all’artemisia come antimalarico è da evitare per l’incertezza circa la concentrazione di principio attivo in esse contenuto mentre è da promuovere l’uso di medicinali in cui il tenore di artemisia sia standardizzato (Inserm, 2020).
In particolare l'Accademia di Medicina francese ha messo in guardia contro l'alto rischio di attacchi di malaria che colpisce il sistema nervoso nei bambini sotto i cinque anni di età a causa della "composizione incerta" di rimedi a base di Artemisia. L'OMS, nella sua analisi circa la mancanza di progressi significativi nella lotta contro la malaria, ha identificato molteplici cause, ma ha sottolineato il ruolo primario giocato dalla "continua comparsa di resistenze del parassita ai farmaci antimalarici" . In Francia, l'Accademia di Medicina ha ripreso tale monito in un comunicato stampa del febbraio 2019, ricordando che se l'uso di combinazioni terapeutiche a base di artemisinina (CTA), associate alla diagnosi rapida e all'uso di zanzariere, è di grande efficacia e che l’artemisinina, "potente antimalarico a rapida eliminazione dovrebbe sempre essere abbinata ad un altro antimalarico ad azione più prolungata per completare il trattamento e ostacolare l’insorgere di resistenze". L'istituzione stigmatizza pertanto l’uso di tisane a base di foglie di Artemisia perché tale "terapia favorisce l'emergere di ceppi resistenti di P. falciparum, il che è negativo anche perché non vi sono molecole attualmente in grado di sostituire l'artemisinina nei CTA".
Di conseguenza, di fronte a questo grande rischio, l'Accademia francese di Medicina "mette in guardia le autorità sanitarie, le popolazioni delle zone di trasmissione della malaria, i viaggiatori che soggiornano in questi paesi, di fronte alle raccomandazioni scientificamente incerte e irresponsabili per l'uso di questa medicina erboristica in quanto pericolosa per il futuro della lotta alla malaria” e chiede che “ si fermi la campagna di promozione organizzata da personalità forse ben intenzionate ma incompetenti in tema di malaria” .
Stesso messaggio è venuto dall’OMS che, dopo un'analisi dettagliata, "ha ritenuto ingiustificabile la promozione di materiali vegetali a base di Artemisia annua e il loro utilizzo in qualsiasi forma per la prevenzione o la cura della malaria" (WHO, 2020 (a); WHO, 2020 (b)).
Un’analisi in italiano sulle tematiche qui affrontate è presente nell’articolo “Si può curare la malaria con una tisana?” di Renato Bruni (2015). 
 
Figura 1 – Aree del mondo con casi di malaria autoctoni nel 2000 e situazione nel 2018 (fonte: OMS).


La campagna di Juliette Binoche

Il 3 settembre 2020 si è tenuto un incontro tra Papa Francesco e una quindicina di persone tra cui "religiosi, ricercatori in biodiversità, agricoltori e l'attrice ecologista Juliette Binoche", il cui resoconto è disponibile sul numero del 4 settembre 2020 di Paris Match. L’incontro è stato organizzato dal presidente della conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort, e in tale occasione l'attrice Juliette Binoche ha offerto al Pontefice l'artemisia e l’ha incoraggiarlo ad agire per "fare in modo che i poveri possano coltivare questa pianta". Juliette Binoche ha così trasmesso un messaggio ai media per favorire le tisane a base di Artemisia annua (artemisia annuale) come trattamento efficace e facilmente accessibile contro la malaria.
Di fonte a tale fatto Jean-Paul Krivine nel suo articolo ricorda che Juliette Binoche ha in più occasioni trasmesso voci infondate in merito ai vaccini o al sistema di comunicazione 5G ma, in fondo, si tratta di persona incompetente a pronunciarsi su tali argomenti, per cui è responsabilità dei media intervenire per frenare la circolazione delle informazioni dissennate diffuse dalla celebre attrice. Più rilevante secondo Krivine è la responsabilità di alcuni professionisti della salute i quali mettono la propria autorevolezza al servizio di campagne di disinformazione. In Francia ad esempio è attiva la Maison de l'Artemisia, "associazione umanitaria francese per la lotta alla malaria di Artemisia , rivolta alle popolazioni più vulnerabili del Sud" che sviluppa le proprie attività anche in Africa per promuovere la coltura locale della pianta. La sua fondatrice, Lucile Cornet-Vernet, ha condotto uno studio su quasi 1.000 pazienti affetti da malaria nella Repubblica Democratica del Congo che ha dato origine a due pubblicazioni scientifiche che affermano sia l'efficacia del rimedio sia la maggiore efficacia rispetto agli ACT. Questo studio, i cui risultati sono stati co-firmati da Lucile Cornet-Vernet e da alcuni medici congolesi, ha beneficiato anche della firma del professor Christian Perronne, specialista in malattie infettive dell'ospedale di Garches nella regione di Parigi.
Krivine ricorda che questi due articoli sono stati da poco ritirati su richiesta del redattore capo della rivista Phytomedicine ove erano stati pubblicati. Tale ritiro è il risultato del lavoro investigativo rigoroso svolto da un gruppo di medici, tra cui il Dr. André Gillibert, medico della sanità pubblica a Rouen. Il ritiro è stato così motivato: "Sono stati riscontrati elementi critici circa il criterio di approvazione da parte del comitato etico dello studio presentato da questo articolo, il consenso dei partecipanti allo studio a pubblicare i propri dati e l'affidabilità dei dati inclusi nell’articolo. Gli autori non sono stati in grado di fornire delle spiegazioni ragionevoli alle criticità individuate.
Krivine stigmatizza infine il ruolo negativo giocato dalla politica segnalando un evento organizzato nel 2018 nei locali dell'Assemblea nazionale dai deputati Cédric Villani e Stéphane Demilly e al quale sono state invitate Juliette Binoche, Christian Perronne e Lucile Cornet-Vernet. Al riguardo Jean-Paul Krivine si interroga circa la necessità di dare all’evento una rilevanza ufficiale con il sostegno di parlamentari della Repubblica francese, promuovendo così l'azione dell'associazione “La Maison de l'Artemisia”.
Preghiamo infine i lettori di prestare attenzione al fatto che tisane a base di Artemisia annua sono state recentemente proposte in Madagascar come farmaco curativo nei confronti di Covid19, senza che vi sia alcuna evidenza scientifica. Al riguardo si veda il duro comunicato stampa dell’Accademia francese di medicina (French National Academy of Medicine, 2020).
 

Riferimenti bibliografici


Bruni R., 2015. Si può curare la malaria con una tisana?, https://medium.com/italia/si-pu%C3%B2 curare-la-malaria-con-una-tisana-b5966b8bbd2f
French National Academy of Medicine, 2020. Artemisia and Covid-19, Press release - June 20, 2020 (https://www.academie-medecine.fr/artemisia-and-covid-19/?lang=en)
Inserm, 2020. L’Artemisia plante miracle, vraiment? https://presse.inserm.fr/lartemisia-plante-miracle-vraiment/40111/
Paris Match, 4 septembre 2020. "Juliette Binoche a rencontré le pape François et lui a offert de l'artémisia", https://www.parismatch.com/People/Juliette-Binoche-a-rencontre-le-pape-Francois-pour-parler-avec-lui-d-ecologie-1701286
WHO, 2020 (a)
. Treating malaria, https://www.who.int/activities/treating-malaria
WHO, 2020 (b)
. Q&A on artemisinin resistance, Updated August 2020, https://www.who.int/malaria/media/artemisinin_resistance_qa/en/
Uwimana, A., Legrand, E., Stokes, B.H. et al. 2020.
Emergence and clonal expansion of in vitro artemisinin-resistant Plasmodium falciparum kelch13 R561H mutant parasites in Rwanda. Nat Med 26, 1602–1608 (2020). https://doi-org.pros.lib.unimi.it/10.1038/s41591-020-1005-2  
 
 
Approfondimenti:
 

ALBERTO GUIDORZI
Agronomo. Diplomato all’Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l’UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l’Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell’agricoltura francese che italiana.
 
 
 
LUIGI MARIANI

Agronomo libero professionista, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e vicepresidente della Società Agraria di Lombardia. Presso la Facoltà di Agraria di Milano insegna Storia dell’Agricoltura dopo essere stato docente a contratto di Agrometeorologia e Agronomia generale.
 
 
 

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