sabato 10 giugno 2023

AGRICOLTURA: L’APPENNINO PUÒ GUIDARE IL RILANCIO DELL’OLIVICOLTURA ITALIANA

di ERMANNO COMEGNA 

 


Casoli (Chieti), 9 giugno



Con i suoi 207mila ettari tra Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise che rappresentano il 21% del totale olivicolo nazionale, l’olivicoltura delle regioni appenniniche italiane può contribuire al rilancio della produzione nazionale. Sarebbe sufficiente il ritorno alla piena efficienza produttiva di almeno 25.000 ettari di oliveti, attualmente in condizioni di totale abbandono o con una gestione non ottimale presenti nelle regioni dell’Italia centrale. Si stima che solo in Abruzzo 5.000 ettari di oliveti potrebbero essere oggetto di un piano di ristrutturazione e di riconversione tale da aumentare la produzione media annuale del 40% nel giro di 5 anni. Sono queste le riflessioni emerse durante il convegno che si è svolto a Casoli, in provincia di Chieti, dedicato al tema della competitività e resilienza dei sistemi olivicoli tradizionali dell’Appennino, organizzato dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio.

martedì 6 giugno 2023

PAGHIAMO LO SCOTTO E CONTINUEREMO A PAGARLO

di ALBERTO GUIDORZI 



È stato approvato all’unanimità l’emendamento firmato da Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura al Senato, e inserito nel DL siccità, che consentirà la sperimentazione in campo delle TEA, Tecniche di Evoluzione Assistita, in altri termini: le biotecnologie di miglioramento genetico ottenute con le nuove tecniche di genome editing. Infatti l’articolo 9-bis dice: “l'autorizzazione all'emissione deliberata nell'ambiente di organismi prodotti con tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici è soggetta, fino al 31 dicembre 2024, alle disposizioni di cui al presente articolo.” In altri termini l’Italia permette che si possa modificare (mutagenesi sito-diretta) un gene già presente in una specie o al limite trasferire l’intero gene ad un'altra pianta della stessa specie (cisgenesi) che ne è priva e quindi di sperimentarne l’innovazione in pieno campo.

domenica 4 giugno 2023

venerdì 2 giugno 2023

L'AGRICOLTURA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA

di ALFONSO PASCALE


L'emblema della Repubblica Italiana è caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale. Il ramo di quercia che chiude a destra l'emblema, incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi sono espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonioarboreo. Fonte: Quirinale 


Una Costituzione di valori più che di norme

Il testo costituzionale, votato il 22 dicembre 1947 dall’Assemblea costituente, promulgato il 27 seguente ed entrato in vigore il 1° gennaio 1948, fu il frutto della convinta sintonia tra forze politiche diverse di pervenire ad un impianto costituzionale fondato sulla comune sensibilità solidaristica e vocazione sociale. S’incontrarono diversi solidarismi: l’umanesimo socialista, il collettivismo comunista e il solidarismo cattolico. Era un incontro basato su un prevalente fine comune: l’emanazione dal popolo di tutti i poteri dello Stato e un conseguente radicale rinnovamento sociale (Di Nucci L., 2016). Come scrisse Piero Calamandrei, “per compensare le forze di sinistra della rivoluzione mancata, le forze di destra non si opposero ad accogliere nella costituzione una rivoluzione promessa” (Calamandrei P., 1966). Se i principi generali, delineati nella prima parte della Costituzione, indicavano con la necessaria indeterminazione i vasti futuri orizzonti su cui avevano raggiunto un accordo le varie forze politiche, gli assetti su cui si era giunti ad una intesa riguardo alla seconda, la parte organizzativa dei poteri, si dovevano dimostrare estremamente incerti e problematici (Romanelli R., 2023).

giovedì 1 giugno 2023

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