domenica 22 gennaio 2023

L’INSEGNAMENTO DELL’ESTIMO NELLE UNIVERSITÀ: LA SITUAZIONE IN ITALIA E L’IMPEGNO DEL Ce.S.E.T

 di ENRICO MARONE



Voglio subito premettere che rispetto al titolo della relazione che mi è stato affidato di presentare nell'ambito dell’odierno Convegno su “Estimo scienza e metodo”, cioè di illustrare la situazione in Italia e l'impegno del Ce.S.E.T. nell'insegnamento dell'Estimo nell'Università, la mia attenzione sarà prevalentemente rivolta alla parte che riguarda l'impegno del Ce.S.E.T.. I motivi di questa scelta sono molteplici e risiedono nel fatto che intervengo come docente di estimo nell'ambito dell'Università, ma forse soprattutto come attuale presidente del Centro Studi di Estimo ed Economia Territoriale e la prima cosa a cui penso è che l'insegnamento dell' estimo costituisce la base di partenza del nostro Centro Studi. Ed è per questo che concentrerò la mia relazione nel descrivervi l’impegno del nostro Centro nell’insegnamento dell’Estimo. Se si vanno a ricercare le origini di quello che poi diventerà l’attuale Ce.S.E.T., scopriamo che queste sono riconducibili alla decisone presa alla conclusione di un Convegno promosso dall’allora Associazione provinciale dei dottori in scienze agrarie, che si svolse a Milano nel novembre del 1955 e che fu dedicato all'insegnamento dell'estimo negli Istituti Tecnici, di costituire un centro studi. Di questo se ne dà notizia nel primo numero di Aestimum, bollettino informativo di un gruppo di studiosi di Estimo pubblicato nel maggio del 1956. E’ importante sottolineare che tra coloro che promuovono l’iniziativa ci sono alcuni tra i più importanti nomi dell’Estimo, Arrigo Serpieri, Giuseppe Medici, Aldo Pagani.




Questo primo bollettino, Aestimum diventerà poi il nome della rivista che noi attualmente pubblichiamo come Centro Studi. Nel primo numero del bollettino si rende conto di quelle che saranno le iniziative di questo gruppo di studiosi e si trova scritto che “questa iniziativa è un'iniziativa coraggiosa perché, mentre i docenti ai quali particolarmente ci rivolgiamo sono pochi, i professionisti sono dispersi e gli studenti raramente si rendono conto dell'utilità di dedicarsi a letture professionali mentre sono ancora sui banchi della scuola” e da queste parole si capisce che l’idea originaria dell'insegnamento dell’estimo da parte di questi studiosi è quella di mettere insieme tre diversi interlocutori: i docenti accademici, gli studenti e i professionisti.





A conferma di questo intento è interessante leggere anche il primo articolo in cui si dà conto della costituzione del centro; si legge nel primo comma che uno dei fini è quello di “approfondire gli studi dell'estimo sia per l'insegnamento che nelle applicazioni pratiche, con la discussione e la critica di tutte le questioni e i problemi connessi ed affini ad esso, mediante stampa, convegni e pubblici didattici”. Di fatto l'insegnamento dell’estimo costituisce la base fondativa del nostro Centro Studi.



Un altro punto che può essere interessante evidenziare riguarda l'elenco dei soci di questo centro studi; nell'elenco dei soci noi troviamo esattamente le tre categorie di cui prima ho parlato, tra i soci troviamo, infatti, i professori, i professionisti e gli studenti. Anche i temi trattati sono esplicativi del fatto che tra gli scopi principali del Centro ci siano sicuramenti quelli legati alla formazione; tra i temi di discussione affrontati nel Convegno da cui nasce il Centro si leggono i seguenti: la didattica, il programma di insegnamento, l'orario delle lezioni e delle esercitazioni, le materie propedeutiche, i libri di testo, l'attività professionale, … gli argomenti per le interrogazioni. 
Questo elenco mostra con chiarezza quanto si voglia entrare in maniera veramente approfondita anche nella struttura da dare all’offerta formativa, fino anche ad entrare nel merito dei contenuti dei singoli insegnamenti. Interventi di questo tipo si perderanno nel corso del tempo all'interno del nostro Centro Studi, ma questo approccio ne rappresenta l’origine. E per finire con la storia delle origini è utile ricordare che la finalità del bollettino Aestimum sarà quella di tener vivo il dibattito fra i docenti, i laureati che insegneranno estimo nelle scuole e i professionisti che svolgono questa attività. Il Centro Studi di Estimo e di Economia Territoriale, nella sua attuale denominazione in realtà si costituisce formalmente con un atto notarile nel 1976. Nel nuovo statuto, anche se sono passati ormai vent'anni dalla prima fondazione, si legge che lo scopo del Centro “è quello dell’avanzamento della dottrina estimativa, della promozione di studi ricerche nei settori dell' estimo applicato e della diffusione in Italia degli studi estimativi compiuti negli altri paesi” e in una successiva modifica dello statuto si aggiunge che “è quello dell'avanzamento della dottrina estimativa ed economica territoriale anche nei suoi profili didattici”. L'attività del centro studi è a mio parere la prima testimonianza dell’impegno che il Ce.S.E.T. ha svolto nel campo dell'insegnamento universitario della disciplina. Questa attività si configura soprattutto attraverso le pubblicazioni degli atti degli “Incontri di studio” e degli articoli scientifici che appaiono sulla rivista Aestimum che riportano l'elaborazione teorica di quelli che possiamo definire i cultori della materia tra cui, a pieno titolo compaiono anche i professionisti e gli operatori degli Istituti e degli Enti che si occupano di estimo e di economia territoriale. L’ambizione del Centro rimane pertanto quella di collegare l'attività di ricerca con l'attività di formazione e con l'esercizio della professione. Alcuni dati possono essere interessanti per capire di che cosa si è occupato il centro in questi anni. Guardando i grafici sotto riprodotti si capisce quali siano i campi di interesse e quale sia il peso delle nostre ricerche attraverso l’indicazione del dove si valuta, del cosa si valuta, del perché si valuta, del come si valuta e del per chi si valuta.






L'insegnamento dell' estimo, oltre che essere stato veicolato dall’attività seminariale e pubblicistica del Centro, è stata anche oggetto di specifici incontri, seminari e articoli apparsi sulla rivista. Si riporta un elenco dei principali. 

  • L'insegnamento dell'estimo rurale nelle Facoltà di Agraria e Veterinaria - Seminario 1984 
  • Note per un programma di insegnamento dell'estimo - Intervento convegno 1984 
  • Considerazioni sull'insegnamento dell'economia nelle scuole - Articolo 1988 
  • Una esperienza di valutazione dell'insegnamento in una Facoltà di Agraria in Argentina -  Articolo 1994 
  • L'Estimo nell'ordinamento delle professioni - Incontro di studio 1995 
  • Di alcune novità nell'insegnamento dell'estimo: criteri di stima e profitto normale -  Articolo 2005.

Vorrei anche fornire alcuni spunti di riflessione sull’attualità dell’estimo, sulla necessità di misurare per migliorare gli strumenti a supporto delle decisioni nelle politiche di pianificazione territoriale, sulla necessità dell’estensione delle valutazioni anche nei riguardi dei beni non di mercato, rispetto alle quali il collega Antonio Boggia fornirà alcuni interessanti spunti nella sua relazione. La misurazione, se voi guardate il simbolo del nostro Centro e l’immagine della copertina della nostra Rivista è proprio al centro dell’attività estimativa che portiamo avanti attraverso la speculazione scientifica, ma anche congiuntamente con l’osservazione e il contributo proveniente dalla pratica professionale. Come è noto alcuni dei più rilevanti problemi estimativi riguardano tutta la sfera delle attività relative alle valutazioni per gli espropri e l’imposizione di servitù, in cui gli aspetti giuridici si intrecciano con quelli di natura economico estimativa. Così come il vasto capitolo della valutazione dei danni, in questo momento soprattutto di natura ambientale e conseguenti ad eventi catastrofici. In questo ambito è molto importante considerare il valore complesso dei beni, quello che in letteratura chiamiamo il valore economico totale, e il contributo della ricerca di questi ultimi anni potrebbe sicuramente costituire un valido riferimento sia per il mondo della professione sia per quello della formazione. In ultimo, ma non come importanza, e in parte l'ho richiamato sopra sono proprio le nostre attività nell'ambito delle perizie giudiziarie e quindi di quello che è il ruolo del consulente tecnico d’ufficio come ausiliario del giudice: Noi sappiamo che il compito ultimo del consulente e rispondere in maniera chiara e pertinente ai quesiti enunciati dal giudice, dando risposta ad ulteriori possibili chiarimenti richiesti dal giudice stesso (art. 62 c.p.c.). Per assolvere efficientemente a questo compito si pone il problema della scelta del CTU e agli elementi che portano a questa scelta, scelta che diventa essenziale in quanto consente poi al giudice di agire come peritus peritorum, ovvero, decisore ultimo. E’ indubbia la necessità di un rafforzamento proprio della formazione di coloro che assumeranno tali ruoli e quindi dell'insegnamento dell'estimo a tutti i livelli sia degli studi superiori sia nelle università. Spesso nelle relazioni di stima prodotte in ambito giudiziario si trovano affermazioni che hanno ben poco a che vedere con quella che è la metodologia estimativa, stravolgimenti di alcuni assunti fondamentali della metodologia estimativa. In conclusione il futuro dell'insegnamento dell'estimo scaturisce dal potenziamento della letteratura scientifica, ferma anche come manualistica, che ha bisogno di un più assiduo rapporto con il mondo della professione e che potrebbe trovare una forte spinta nel trasferimento all’interno dell’impianto metodologico estimativo di strumentazioni provenienti da altre discipline, rappresentate da modelli di analisi econometrici, modelli statistici ampiamente consolidati nella letteratura scientifica. Sempre nell'ambito di una visione verso il futuro credo che la nostra rivista possa offrire un valido contributo nell’ambito della formazione dei giovani e quindi dell'insegnamento dell’estimo proprio rivitalizzando quella triangolazione che ha dato origine al nostro centro tra accademici, professionisti e studenti.

Atti del convegno FIDAF.



Enrico Marone
Professore Ordinario di Economia ed estimo rurale (DAGRI - Università degli Studi di Firenze)


Nessun commento:

Posta un commento

Printfriendly