Note
1- (…) Il Capitale Naturale rappresenta l’intero stock di risorse naturali, organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche che contribuisco alla produzione di beni e servizi per l’uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente che li genera.
2- (…) I tre pilastri della sostenibilità sono economia, società e ambiente. La sostenibilità attraversa, per essere applicata, ogni ambito disciplinare: dalla medicina all’ingegneria, dall’architettura all’agricoltura, dalle energie alla geologia, dall’economia alla gestione dei rifiuti, dalla progettazione europea alla filiera alimentare. Ma i tre pilastri sono condizione necessaria ma non ancora sufficiente, perché abbiamo bisogno di un quarto pilastro: la formazione, lo studio scientifico, l’apprendimento. Lo sviluppo sostenibile non esiste senza il radicamento sui territori di una cultura della sostenibilità, che attraversi tutti i campi del sapere.
3- (…) Nel 1987, Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo (World Commission on Environment and Development, WCED,) istituita nel 1983, presenta il rapporto «Our common future» (Il futuro di tutti noi), formulando una linea guida per lo sviluppo sostenibile ancora oggi valida. Il rapporto Brundtland constatava che i punti critici e i problemi globali dell’ambiente sono dovuti essenzialmente alla grande povertà del sud e ai modelli di produzione e di consumo non sostenibili del nord. Il rapporto evidenziava quindi la necessità di attuare una strategia in grado di integrare le esigenze dello sviluppo e dell’ambiente. Questa strategia è stata definita in inglese con il termine «sustainable development», attualmente di largo uso, e tradotto successivamente con «sviluppo sostenibile». La definizione data al concetto di «sviluppo sostenibile» è stata allora la seguente: «Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri». Nel 1989, l’Assemblea generale dell’ONU, dopo aver discusso il rapporto, ha deciso di organizzare una Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo.
4- Da Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energatica (…) “Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile - pdf” è il documento adottato dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite in occasione del Vertice sullo Sviluppo Sostenibile del 2015, che include 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs - Sustainable Development Goals) e 169 target da realizzare entro il 2030.
5- (…) Il reporting di sostenibilità (comunemente bilancio di sostenibilità) rappresenta il processo attraverso il quale un’organizzazione comunica le proprie iniziative e i risultati relativi alla sostenibilità economica, ambientale e sociale. Si tratta di una pratica che affianca e completa la tradizionale relazione finanziaria, includendo anche l’impatto ambientale, sociale e di governance (ESG). Il reporting si colloca nel solco delle normative sulla rendicontazione non finanziaria (come la CSRD) e segue i principi della doppia materialità, che considera sia l’impatto dell’impresa sull’ambiente e sulla società, sia i rischi ESG per l’impresa stessa.
6- (…) Le Società Benefit (SB) rappresentano un’evoluzione del concetto stesso di azienda: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.
Non si tratta di Imprese Sociali o di una evoluzione del non profit, ma di una trasformazione positiva dei modelli dominanti di impresa a scopo di lucro, per renderli più adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo. l’Italia ha introdotto le SB, prima in Europa e prima al mondo fuori dagli USA, dal gennaio 2016.
7- (n.d.r.) trovata sul web con tanto di definizione: L' agricoltura enzimatica utilizza gli enzimi come catalizzatori per migliorare la fertilità del suolo, aumentare la crescita delle piante e la resistenza agli stress, e ottimizzare l'assorbimento dei nutrienti.
(…) uno dei problemi centrali dell'umanità riguarda la necessità di produrre cibo a sufficienza per sfamare una popolazione mondiale in rapida crescita, che si stima supererà i 9 miliardi di individui entro il 2050. La FAO stima che questo obiettivo possa essere raggiunto aumentando di almeno il 60%, nel prossimo trentennio, la produzione globale di risorse alimentari. Ma allo stesso tempo, la pratica agricola corrente ha effetti sull'ambiente: più grande è la quota di terre messe a coltura, più piccola la porzione di territorio disponibile per gli ecosistemi naturali e per i servizi che essi forniscono, più intenso è l'impiego di risorse tecniche, di acqua e di prodotti di sintesi, maggiore è l'impatto sulla natura. Ne scaturisce la necessità di progettare una nuova agricoltura eco-compatibile, dove la necessaria intensificazione produttiva eviti la messa a coltura di nuove terre e garantisca la resilienza dei servizi ecosistemici, spesso fondati sulla biodiversità. È un fatto che l'estrapolazione futura delle traiettorie correnti di produttività del sistema agrario, non consenta di raggiungere, nell'arco di tempo indicato, il livello di produzione alimentare che si renderà necessario. Il quadro generale di cambiamento ambientale e climatico, la scarsità di alcune risorse fondamentali quali acqua e nutrienti, la diffusione di nuove fitopatie e malattie degli animali e l'invarianza dell'energia disponibile per la produzione primaria si aggiungono alla complessità di questo quadro ponendo sfide ulteriori. Sfide che rendono impossibile prescindere da forme innovative di adattamento delle coltivazioni e degli allevamenti al cambiamento e da altre funzioni di sostenibilità a cui è chiamata a rispondere una nuova agricoltura. Fra queste rientra il ruolo che l'agricoltura dovrà assumere sul tema della mitigazione delle emissioni di gas climalteranti anche attraverso il sequestro di carbonio organico e la produzione sostenibile e non conflittuale di bioenergie.
9 - Legge sul ripristino della natura (…) I Paesi dell'UE dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050
10- Climate extremes, food price spikes, and their wider societal risks (…) Caldo anomalo, siccità e piogge intense stanno già influenzando i mercati agricoli, provocando aumenti spesso locali, ma con effetti su scala globale. Questi rapidi aumenti dei prezzi hanno un impatto devastante sull’accesso al cibo per le famiglie meno fortunate, minando sicurezza alimentare e salute pubblica. Non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche nei paesi ricchi e sviluppati, dove sempre più persone vivono vicino o al di sotto della soglia di povertà.


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