sabato 4 marzo 2023

MENDEL, LA SUA EPOCA E LA SUA VITA

di  LUIGI MARIANI



Gregor Mendel a 200 anni dalla nascita.
Articolo tratto dagli atti del convegno organizzato dal MULSA "Gregor Mendel il mendelismo e la genetica agraria".



 

ABSTRACT 

Priest and Augustinian monk, Gregor Johann Mendel spent most of his life in the monastery of St. Thomas in Brünn (today's Brno) of which he was Abbot for 16 years. Naturalist with interests in agronomy, mathematics, physics, meteorology, beekeeping and pedagogy, he is universally known for the discovery of the laws of inheritance, considered the starting point of the modern science of genetics. To understand Mendel it is certainly needed to evaluate the reality of the rural world from which he came and for which faith was an essential element to give meaning to a life of toil and suffering. From Mendel keeps us away not only the shortage of the sources but also our being part of a post-modern societies born from the ruins of the ideologies - nationalisms and communism - which were founded on the rejection of the values (trust in science,  intercultural dialogue, mildness and kindness) that inspired the Mendel's thinking and action. In this paper I try to offer some elements useful for a reflection based on Mendel's  biography and the events of his time.

RIASSUNTO

Sacerdote e monaco agostiniano, Gregor Johann Mendel trascorse gran parte della sua vita nel monastero di San Tommaso a Brünn (l'odierna Brno) di cui fu Abate per 16 anni. Naturalista con una forte vocazione all’interdisciplinarietà che si traduceva nell’interesse per la botanica, l’agronomia, la matematica, la fisica, la pedagogia, la meteorologia e l’apicoltura, è universalmente noto per la scoperta delle leggi dell'ereditarietà, considerate il punto di partenza della moderna scienza della genetica. Per comprendere Mendel è certamente necessario immergersi nella realtà del mondo rurale da cui proveniva, afflitto dalla mancanza di elementari mezzi di sopravvivenza e per il quale la fede era un elemento imprescindibile per dare senso a una vita di fatica e sofferenza. Da Mendel siamo lontani non solo per la scarsità delle fonti ma anche per il nostro essere parte di società postmoderne nate dalle rovine di ideologie - nazionalismi e comunismo – che si erano fondate sul palese rifiuto dei valori che hanno ispirato il pensiero e l’azione di Mendel (fiducia nella scienza, dialogo interculturale, mitezza e benevolenza). In questo contributo cerco di offrire alcuni elementi utili per una riflessione basata sulla biografia di Mendel e sugli eventi del suo tempo.

 

1. Introduzione

Gregor Johann Mendel (20 luglio 1822 – 6 gennaio 1884), sacerdote e monaco agostiniano, trascorse la maggior parte della sua vita nel monastero di San Tommaso in Brünn, l’odierna Brno, in Moravia, oggi regione della Repubblica Ceca. Attento naturalista con notevoli interessi per la matematica, la meteorologia e l’agronomia, è oggi universalmente noto per le attività sperimentali di ibridazione in pisello e altre specie che lo portarono a scoprire le leggi dell’ereditarietà, considerate il punto di partenza della moderna scienza della genetica, termine quest’ultimo che ai tempi di Mendel non esisteva, essendo stato coniato nel 1906 da William Bateson (1907).

La vicenda scientifica di Mendel prima e dopo la sua morte si articola in quattro passaggi chiave e cioè:

  • la scoperta da parte di un ricercatore estraneo al mondo accademico, delle leggi che governano l’ereditarietà dei caratteri
  • l’incapacità del mondo scientifico di comprendere il significato e la portata di tale scoperta
  • la riscoperta delle leggi di Mendel da parte di Hugo De Vries, Varl Correns, William Jasper Spillman e dei fratelli Tschermak-Seysenegg, che intorno al 1900 porta finalmente alla pubblica attenzione il messaggio scientifico di Mendel (Giannini, 2002; Minelli, 2014)
  • la damnatio memoriae a cui la figura di Mendel fu soggetta nei regimi comunisti dell’Est per il diffondersi delle teorie di origine lamarkiana di Trofim Lisenko. Ciò comportò anche la persecuzione dei genetisti mendeliani, con la vicenda esemplare di Nikolai Ivanovich Vavilov, amico personale di Bateson, incarcerato per le sue idee e morto in carcere a Saratov nel 1943 (Janick, 2015).
Una riflessione preliminare necessaria è quella che concerne le fonti su cui poter riflettere per delineare sul piano storico la figura di Mendel. A differenza infatti con quando accade con Charles Darwin, per il quale sussiste una sovrabbondanza di fonti (la sua corrispondenza consta infatti di oltre 15.000 lettere) nel caso di Mendel la disponibilità di fonti primarie, prodotte cioè quando Mendel era in vita o a partire da testimonianze di chi l’aveva conosciuto, è scarsa e secondo quanto riportato da van Dijk et al., 2018 (Allegato 1) si limita ad alcuni suoi articoli scientifici, diciotto lettere scritte a parenti e amici, le testimonianze di suoi allievi e di altre persone che ebbero occasione di interagire con lui e quanto riportato su quotidiani e periodici dell'epoca. La povertà delle fonti limita la capacità di ricostruzione ed espone al rischio costante di interpretazioni forzate e non realistiche.

2. Note biografiche

2.1 L’infanzia (1822-1833)

Mendel casa natale a Heinzendorf bei Odrau (oggi Hyncice)

Figura 1 - La casa natale di Mendel a  Heinzendorf bei Odrau (oggi Hyncice) (foto dello scrittore Simon Mawer -  http://www.simonmawer.com/photoessay.htm).


 

Mendel nacque il 20 (o forse il 22) luglio del 1822 da Anton Mendel e la moglie Rosine (nata Schwirtlich). Con il giovane Johann si giunse alla sesta generazione di Mendel nati a Heinzendorf bei Odrau (Hyncice), piccolo villaggio vicino al confine moravo-slesiano che all'epoca contava una popolazione di circa 500 abitanti e che oggi ospita la casa natale di Mendel. Johann era il secondo di tre figli sopravvissuti, con la sorella maggiore Veronika e la minore Theresia, a cui Mendel resterà sempre molto legato. Anton e Rosine ebbero altri due figli: una, nata tra Johann e Theresia, morta all'età di 2 anni e l'altro, nato dopo Theresia, che visse solo poche settimane.

Anton era un agricoltore di lingua tedesca che, dopo aver servito per 8 anni nell’esercito austro-ungarico, era riuscito a farsi assegnare un podere con un contratto che gli imponeva però di sottostare a una corvée di 3 giorni la settimana a vantaggio del proprietario terriero. Ci si aspettava quindi dai bambini il lavoro nella fattoria, compresa l'apicoltura e la gestione del frutteto, attività nelle quali Johann eccelleva e che proseguirà per tutta la vita (Giannini, 2003).

Sebbene molti residenti di Heinzendorf fossero analfabeti, il villaggio aveva una scuola elementare e il maestro Thomas Makitta riconobbe il precoce talento di Johann, raccomandando ai genitori di inviarlo in collegio a Leipnik (Lipnìk nad Becvou), una cittadina a circa 20 km di distanza. Come per molte famiglie in ristrettezze finanziarie, il problema legato a una tale scelta erano i soldi della retta e i genitori di Johann fecero molti sacrifici per mantenerlo agli studi. A 11 anni Johann affrontò così un anno di studi a Leipnik, ove una nota a margine di una delle sue pagelle lo indica come “primo della classe” (Hartl, 2022).

2.2 Gli studi successivi (1834-1843)

Il passo successivo nell’educazione di Johann fu la scuola di preparazione presso il ginnasio di Troppau (Opava), a circa 30 km da casa, ove fu ammesso alla fine del 1834 (Hartl, 2022). Preside a Troppau era padre Ferdinand Schaumann, monaco agostiniano formatosi al monastero a Brünn. A Troppau Mendel ottenne costantemente i voti più alti ma ciò non lo liberò dai suoi problemi finanziari, i quali peggiorarono nel 1838, allorché il padre ebbe un incidente debilitante che minò la capacità della famiglia di sostentarsi: durante il lavoro invernale di corvèe infatti un grosso tronco gli rotolò addosso schiacciandogli parte del petto. E fu proprio a seguito di tale incidente che Johann Mendel si iscrisse a un corso di formazione per precettori privati, nella speranza di poter guadagnare abbastanza per sopravvivere. Vi erano però anche altri problemi: già a Troppau nel 1838, all'età di 16 anni, Mendel aveva vissuto il primo episodio di una malattia grave e non specificata che lo costrinse a ritirarsi dalla scuola e a rientrare a casa per settimane o mesi prima di poter riprendere gli studi. Peraltro episodi simili si ripeteranno più volte durante la tarda adolescenza e i primi anni in monastero.

Nonostante le difficoltà finanziarie e di salute, Mendel continuò con  profitto gli studi a Troppau, tanto che venne giudicato eccellente (prima classis cum eminentia)¹ in quasi tutte le materie. Sopravvivono a questo periodo due poesie scritte con la calligrafia di Mendel e che sono state trovate tra i ricordi di Theresia. Le correzioni, le cancellazioni e le riformulazioni nel manoscritto lasciano pochi dubbi sul fatto che le poesie siano originali e autentiche. Particolarmente significativi per quanto di profetico vi si ritrova, sono i versi dedicati a Gutenberg, inventore della stampa a caratteri mobili: "...possa il destino garantirmi l'estasi suprema delle gloria terrena […] quella di veder, uscendo dalla tomba, la mia arte prospetare nella pace tra coloro che saranno dopo di me” (Giannini, 2003).

Nella primavera del 1839, nuovamente malato per lo stress, Mendel si ritirò dalla scuola e trascorse il resto della primavera e dell’estate a casa con i genitori. Ritrovata la salute poté tornare a Troppau nell'autunno del 1839 e nel 1840, completando gli studi e ricevendo un attestato che ne riconosceva  il talento.

L'anno 1841 si rivelò un punto di svolta per la famiglia Mendel (Hartl, 2022): la salute di Anton continuò infatti a peggiorare, costringendolo a vendere la fattoria, che fu acquistata dal genero, il marito di Veronika, con un contratto che prevedeva anche un piccolo stipendio a Johann per tutto il tempo in cui sarebbe stato studente e una dote per Theresia. Nello stesso anno Johann fu ammesso al 2° anno del corso di studi presso l'Istituto Filosofico di Olmutz, che era affiliato alla università Palacky, la più antica università della Moravia, fondata nel 1573 dai Gesuiti. Durante il suo primo anno di studi Mendel soffrì di un altro esaurimento nervoso debilitante che lo costrinse a ritirarsi. A quei tempi la materia che più lo interessava era la fisica e al suo rientro, l'anno successivo, trovò un nuovo insegnante, il professor Friedrich Franz, che aveva insegnato fisica per quasi 20 anni all’Istituto Filosofico a Brünn mentre viveva con i frati al monastero di San Tommaso. Lo stipendio di Mendel era insufficiente per mantenersi e pagare le sue tasse, ed è in questo fondamentale frangente che sua sorella Theresia, che all'epoca aveva solo 11 anni, rinunciò volontariamente alla sua quota del patrimonio di famiglia destinandogliela affinché potesse continuare gli studi.

2.3 Il monastero: sacerdozio, studio e insegnamento (1843-1868)

Figura 2 – Ritratto di Johann Gregor Mendel 

di August Potuczek (Richter, 2015).

 

Anche quando il corso di studi di Mendel fu completato con successo, rimasero ad assillarlo i problemi economici (Hartl, 2022), come scrive in terza persona nella sua autobiografia:  egli “si rese conto che era impossibile per lui sopportare ulteriori sforzi. Pertanto, dopo aver terminato gli studi filosofici, si sentì in dovere di cercare una condizione di vita che lo liberasse dall'aspra lotta per l'esistenza. Le circostanze decisero la sua scelta di vocazione”. Si rivolse dunque per un consiglio al professor Franz, il quale aveva da poco ricevuto la richiesta di segnalare uno studente meritevole per il monastero di Brünn. E fu così che Franz il 14 luglio 1843 rispose indicando Johann Mendel, che durante il suo corso di 2 anni in filosofia “ha avuto, quasi invariabilmente, i rapporti più ineccepibili, ed è un giovane dal carattere molto solido. Nel mio ramo è quasi sempre il migliore. Ha una insufficiente conoscenza del ceco ma è disposto a dedicarsi al studio della lingua durante gli anni di studio teologico”.
Mendel fu pertanto invitato a unirsi agli Agostiniani di Brünn e prima dell'accettazione gli fu chiesto di superare un esame fisico, cosa che fece guardandosi dall’indicare le malattie ricorrenti che lo avevano colpito, e di presentare un documento di assenso firmato da ambedue i genitori. Il 9 ottobre 1843 Johann, insieme ad altri tre novizi, fu formalmente ammesso al convento con il nome di "Gregor" (Hartl, 2022).

Posta alla confluenza dei fiumi Svitava e Svratka e capoluogo della Moravia, Brünn (Brno) era soggetta nel XIX secolo a una forte espansione demografica trainata in primis dall’industria tessile della lana. Da notare che nell’area collinare a sudest di Brünn si combatté la battaglia di Austerlitz, in cui Napoleone sconfisse l’esercito austro – russo. Inoltre la collina attorno a cui sorge Brünn ospita una fortezza, lo Spielberg, antica residenza dei Margravi di Moravia e che dal 1820 ospitò un carcere duro per delinquenti comuni e “politici”, fra cui figurarono vari nostri patrioti. Fra questi ricordiamo Silvio Pellico (1789-1854) che di Brünn parla a più riprese nel suo libro “Le mie prigioni” e Giorgio Pallavicino Trivulzio (1796-1878), imparentato con i conti Bolognini².

Gli studi formali di Mendel al monastero di San Tommaso non ebbero inizio che un anno dopo il suo arrivo; prima di tale inizio Mendel investì probabilmente le proprie energie nel conoscere le persone e nel capire i rapporti fra monastero e città, oltre che nello studiare il ceco parlato e scritto. Il curriculum per i novizi includeva lezioni su argomenti ecclesiastici come storia della chiesa, diritto canonico, dogmatica e teologia morale. Mendel studiò anche ebraico, greco, metodi di insegnamento nella scuola elementare, rudimenti di caldeo, siriaco e arabo e partecipò inoltre alle lezioni di economia, agricoltura, pomologia e viticoltura presso l'Istituto Filosofico di Brünn (Hartl, 2022).

A quel tempo vi era carenza di parroci, per cui l'abate Napp ritenne utile imporre un’accelerazione alla carriera ecclesiastica di Mendel, che fu ordinato sacerdote il 25 dicembre 1846 (Richter, 2015) e di lì a un anno prese servizio come parroco aggiunto nella collegiata del monastero. La fase di prova non ebbe tuttavia esito positivo per cui nel 1849 l’abate Napp, che nel frattempo era divenuto direttore educativo per la Moravia e la Slesia, designò Mendel come insegnante al liceo a Znaim (Znojmo), una piccola città della Moravia a circa 65 km a sud-ovest di Brünn. Al riguardo Napp ebbe a scrivere  al vescovo: “[Mendel] vive una vita molto ritirata … ed è molto diligente nello studio delle scienze mentre è assai poco adatto al lavoro di parroco, a motivo della timidezza che lo coglie quando deve visitare persone malate e sofferenti. Invero, questa sua infermità lo ha reso pericolosamente malato ed è per questo che ho ritenuto necessario sollevarlo dal servizio di parroco” (Hartl, 2022).

Mendel giunse dunque a Znaim ove insegnò matematica elementare e greco. E qui, all’età di 28 anni, lo colse il decreto del 1850 che richiedeva che tutti gli insegnanti precedentemente non certificati fossero sottoposti a un esame di abilitazione, il che interessava Mendel e altri due insegnanti presenti a Znaim. Mendel fece domanda per gli esami di storia naturale e fisica e a supporto di tale domanda redasse la propria autobiografia che a più riprese è stata citata in questo testo. L’abilitazione comportò la predisposizione di un ampio lavoro di ricerca sui due argomenti prescelti, cui seguì un viaggio a Vienna per un esame scritto su ogni argomento, seguito da un orale. Gli esiti dell'esame furono contrastanti: a un successo nella fisica si contrapposero un risultato negativo nella storia naturale e una performance mediocre nell’orale. Gli esaminatori, pur non potendo far altro che  negargli l’abilitazione, rimasero colpiti dal suo zelo e gli raccomandarono di ripresentare  domanda entro un anno. Il primo biografo di Mendel, Hugo Iltis, dedica un lungo capitolo a questo episodio, concludendo che un simile risultato era da dare quasi per scontato, in quanto Mendel non aveva una formazione universitaria in fisica e mancava di un preparazione sufficiente in storia naturale, materia per la quale si presentava come autodidatta, conscio del fatto che nella storia naturale, “il metodo autodidattico, come forse in nessun'altra scienza, è arduo e porta a raggiungere l’obiettivo solo lentamente”. Tornato a Brünn Mendel trascorse l'anno successivo insegnando in una scuola locale (Hartl, 2022).

Non solo le autorità scolastiche di Znaim volevano che Mendel fosse abilitato: lo stesso segretario della commissione esaminatrice, nel frattempo divenuto ministro del commercio, nel 1851 scrisse in tal senso all'abate Napp, il quale contattò il vescovo di Brünn chiedendogli il permesso di inviare Mendel all'Università di Vienna per un periodo formativo e ottenendo parere favorevole, a condizione però che Mendel «non si allontanasse dalle sue attività». E fu così che padre Gregor trascorse gli anni accademici dal 1851 al 1853 a Vienna, tornando a Brünn solo per le vacanze e recandosi inoltre a Heinzendorf nel 1852 per il matrimonio di Theresia. A Vienna, Gregor frequentò le lezioni di fisica sperimentale di Christian Andreas Doppler, e le lezioni di  matematica, fisica matematica, chimica, zoologia, paleontologia, botanica sistematica, fisiologia vegetale e microscopia. Il suo professore di paleontologia lo giudicò "estremamente diligente e molto attento" e nel suo secondo anno di studi fu nominato socio della Società Zoologica e Botanica di Vienna (Hartl, 2022).

Dal suo ritorno a Brünn (estate del 1853) alla primavera del 1854 non è del tutto chiaro cosa abbia fatto Mendel ma pare abbia insegnato alla scuola elementare. Inoltre alla fine di maggio 1854 Mendel fu nominato insegnante supplente di fisica e storia naturale alla Brünn Modern School, che aveva 300 iscritti, in seguito  saliti a più di 1000. Lì Mendel insegnò fino al 1867 e, un anno dopo la sua nomina, fece nuovamente domanda per essere esaminato per l'abilitazione all'insegnamento, questa volta indicando fisica come materia principale e storia naturale come seconda. Nell’occasione Mendel ricevette ottime valutazioni sui suoi scritti di ricerca e a inizio maggio 1856 si recò a Vienna, ottenendo risultati deludenti e che sono così descritti in una lettera dal confratello padre Klacel al frate Bratànek: “benché le domande fossero facili, Mendel si ammalò durante la prova scritta e di conseguenza non fu in grado di partecipare. Pare che Mendel abbia problemi con i suoi nervi in generale, avendo già subito molti attacchi insidiosi... Siamo dispiaciuti per lui, dal momento che i suoi scritti sono stati valutati in modo molto positivo. Ma le formalità sono formalità; non è stato possibile continuare. Per paura che gli attacchi potessero proseguire, Mendel tornò a casa senza portare a termine la prova”. L’esame fu poi riprogrammato per Agosto dello stesso anno ma Mendel non si recò Vienna per sostenerlo (Hartl, 2022).

Mendel amava viaggiare per diletto e per le sue vacanze nel 1862 si concretizzò  un'opportunità speciale (Hartl, 2022): gli imprenditori Neumeyer e Mihailovics avevano di recente fondato un'agenzia specializzata in viaggi di piacere per gruppi. Uno, in treno, riguardava il percorso da Vienna a Londra via Parigi e costava 250 fiorini austriaci, circa la metà dello stipendio annuo di Mendel, il quale acquistò un biglietto e il 30 luglio a Vienna si unì agli oltre 300 turisti, per lo più benestanti. Il gruppo trascorse sei giorni godendosi le attrazioni turistiche di Parigi e dei suoi dintorni, dove Mendel soggiornò nel Grand Deluxe Hotel, di recente aperto vicino al Louvre-Tuileries. Da lì i turisti si recarono a Londra, alloggiando nella nuova London Pavilion Music Hall vicino a Piccadilly Circus e seguendo sei giorni di visite turistiche di cui due all'International Industrial Exhibition.

Il gruppo ritornò a Vienna il 16 agosto e Mendel fu molto soddisfatto dell’esperienza, tant’è vero che l’anno successivo si iscrisse al tour in Italia organizzato dalla medesima agenzia di viaggi. A tale tour parteciparono un centinaio di viaggiatori che partirono da Vienna l’1 settembre e in treno raggiunsero Verona e Genova per poi percorrere in battello la costa fino a Pisa e raggiungere da lì Roma, dove i turisti trascorsero sei giorni, comprensivi di un'udienza di gruppo con Papa Pio IX tenutasi il 9 settembre. Da Roma i turisti proseguirono per Napoli e Pompei per poi raggiungere Firenze in treno e da lì, fra il 21 e il 24 settembre 1863, rientrare a Vienna attraverso Genova, Milano e Venezia (Hartl, 2022). Si noti peraltro che questo viaggio turistico ebbe luogo nel breve periodo di pace compreso fra la seconda (1859) e la terza guerra di indipendenza (1866).

2.4 Le esperienze di Mendel sui piselli

Dal 1856 al 1863 Mendel condusse i suoi pionieristici esperimenti sull'ereditarietà nei piselli (Pisum sativum L.). Tre anni e mezzo dopo l'inizio di tali esperimenti il mondo della biologia fu profondamente scosso dalla pubblicazione del libro di Darwin sull'origine delle specie, avvenuta il 24 novembre 1859. Mendel acquistò copie personali di tutti i libri di Darwin non appena si resero disponibili in edizione tedesca e li lesse assiduamente, apportando note a margine e commenti. La sua copia personale era una traduzione tedesca della seconda edizione pubblicata nel 1863, e contiene annotazioni dei passaggi ritenuti più interessanti. L'entusiasmo per il testo di Darwin mise in ombra ogni altro aspetto della biologia di quei tempi, tant’è vero che l'11 gennaio del 1865 Alexander Makowsky, relatore principale della sessione mensile della Società per lo studio delle scienze naturali³, offrì un appassionato riassunto del testo di Darwin (Hartl, 2022). Relatore principale delle sessioni di febbraio e marzo era invece Mendel, il quale nella serata dell’8 febbraio 1865 presentò la prima parte delle sue ricerche sull’ereditarietà, in cui descrisse come i caratteri si trasmettono negli ibridi (Giannini, 2003). Alla conferenza era presente una quarantina di persone, per lo più frequentatori abituali delle conferenze della Società. Fra di essi spiccavano alcuni amici di Mendel fra cui Johann Nave, botanico esperto di alghe d’acqua dolce, Gustav von Niessl, astronomo e botanico, Alexander Makovsky, botanico, Joseph Auspitz, direttore della Realschule, Jacob Kalmus, medico, Franz Czermak, chimico e Karl Theimer, floricoltore e farmacista. La seconda parte della presentazione di Mendel si svolse esattamente un mese dopo,  l’8 marzo, e fu dedicata sia alle modalità con cui le cellule riproduttive (polline e cellule uovo), delle piante ibride trasmettono i caratteri alle generazioni successive sia al tema della speciazione, allora al centro dell’attenzione grazie anche agli scritti di Darwin. I resoconti delle due conferenze di Mendel apparvero sul giornale locale Tagesbote e furono poi sviluppati da Mendel stesso nel famoso articolo Versuche über Pflanzen-Hybriden (1866), nel quale si riassume gran parte dell’eredità scientifica di Mendel (Giannini, 2003).

2.5 Mendel Abate (1868-1884)

Cyrill Napp, che aveva protetto e guidato Mendel per tanti anni, morì il 22 luglio 1867. Il 26 marzo 1868, Mendel scrisse a Leopold Schindler, marito di Theresia, che: “Lunedì prossimo a mezzogiorno dovremo eleggere il prelato ... l’esito è ancora  incerto e non si sa chi di noi sarà il fortunato. Se la scelta ricadrà su di me, cosa che non oso sperare, lunedì pomeriggio ti manderò un telegramma” (Hartl, 2022).

Una volta eletto, Mendel sottovalutò il lavoro che lo attendeva tant’è che subito dopo l’elezione scrisse al botanico di Monaco Carl von Nageli che la sua  nuova posizione sarebbe costata molto tempo e fatica “finché non mi sentirò a mio agio nei miei nuovi doveri” e che tuttavia, “questo non mi impedirà di andare avanti con gli esperimenti di ibridazione cui sono tanto affezionato; spero infatti di poter dedicare ancora più tempo e attenzione ad essi." Per i primi anni Mendel ebbe ragione, i suoi esperimenti proseguirono e nel 1871 ebbe anche modo di recarsi a Kiel, a nord di Amburgo, per un Convegno Internazionale di Apicoltura. Tuttavia man mano che gli oneri amministrativi crescevano, Mendel si vide costretto ad abbandonare l’attività scientifica, cosa di cui si lamentò nel 1873 scrivendo che “sono davvero scontento di dover trascurare le mie piante e le mie api». Solo le sue registrazioni meteorologiche poterono proseguire (Hartl, 2022).

Ciò che Mendel sottovalutò fu il tempo e lo sforzo necessari per gestire i vasti possedimenti del monastero con la conseguente necessità di frequenti visite ispettive. A ciò si aggiunga che le sue funzioni pubbliche di prelato richiedevano un'enorme quantità di tempo e lo avevano portato a far parte di praticamente tutte le società colte della Moravia. Divenne ad esempio membro di un comitato che esaminava la frutta e i prodotti orticoli, di uno che stanziava sovvenzioni agricole a comuni rurali e scuole agrarie, uno per la tassazione fondiaria in Moravia, uno che promuoveva la costruzione di strade secondarie e uno che si occupava della disponibilità di libri della biblioteca di agricoltura nelle scuole elementari. Gli fu chiesto di recensire libri, di valutare un nuovo tipo di filato e di identificare un lepidottero che devastava i raccolti di lino. Fu inoltre nominato vicepresidente della Banca Mutua Morava, il che gli offriva un buon stipendio ma lo costringeva quasi ogni giorno a 1-2 ore di lavoro in banca (Hartl, 2022).

A quei tempi il più grande assillo di Mendel fu lo scontro decennale con il Ministero della Pubblica Istruzione per problemi di fiscalità. Nel 1874 il Reichsrat aveva infatti approvato una legge che aggiungeva una tassa speciale sul reddito dei monasteri per pagare gli stipendi di parroci e altri funzionari religiosi, spesso impegnati in attività di insegnamento nelle scuole. Sebbene tutti i monasteri si fossero opposti a tale tassa, la maggior parte alla fine rispettò la legge denunciando il proprio reddito ma detraendo il denaro versato a religiosi e personale, così come le altre spese e azzerando di fatto le proprie pendenze. L'abate Mendel rifiutò invece di ricorrere a un simile sotterfugio, insistendo sul fatto che la legge era incostituzionale e rifiutandosi pertanto di pagare. Le sue proteste proseguirono mese dopo mese finché, nel 1876, le autorità esasperate sequestrarono i possedimenti monastici trattenendo al contempo la tassa. Mendel continuò ostinatamente le sue proteste, anno dopo anno, finché non si ammalò troppo per continuare. In tal modo si amareggiò, credette che i suoi amici lo avessero tradito e si alienò le simpatie di molti confratelli. Iltis dedica venti pagine della sua biografia a questo infelice capitolo finale della prelatura di Mendel. Peraltro dopo la morte di Mendel il procuratore del monastero effettuò una valutazione dei redditi degli anni precedenti, azzerandoli con le detrazioni e ottenendo così il risultato che molto del denaro che era stato prelevato per la tassazione fu restituito direttamente o attraverso l'abbattimento di altre imposte (Hartl, 2022).

2.6 Gli anni del declino (1882 - 1884)

Persa l’amicizia di molti colleghi a seguito della lunga disputa fiscale con le autorità e preoccupato dal declino della sua salute, Mendel si avvicinò ai suoi nipoti, figli di Theresia che era morta nel 1857 a soli 28 anni: Alois, Ferdinand e Johann Schindler. Man mano che questi nipoti diventarono abbastanza grandi, Mendel li fece infatti trasferire a Brünn dove, in segno di gratitudine per il dono altruistico di Theresia che molti anni prima gli aveva permesso di continuare la propria istruzione, li sostenne pagando la loro iscrizione al liceo e poi alla scuola di medicina dell’Università di Vienna, ove Alois e Ferdinand si laurearono divenendo ambedue medici. Il primogenito di Theresia, Johann, divenne invece vicedirettore della scuola tecnica di Brünn e fu membro della Società per lo studio delle scienze naturali insieme allo zio Gregor, morendo poi di tubercolosi a metà degli anni '20 (Hartl, 2022).

Mendel era di media altezza con spalle larghe e complessione robusta (Richter, 2015). La conformazione corporea era in parte di origine genetica ma i ricchi pasti serviti dai cuochi del monastero giocarono indubbiamente un ruolo nel determinare il sovrappeso che sempre più lo afflisse con il procedere dell’età. Anni prima un medico gli aveva peraltro suggerito che il fumo poteva aiutalo a controllare il peso, il che spinse Mendel a fumare fino a 20 piccoli sigari al giorno. Alla fine del 1883 Mendel soffriva di insufficienza renale e cardiopatia, tanto che non poté più svolgere le sue osservazioni meteorologiche e si spense il 6 gennaio 1884, a 61 anni.

I funerali di Mendel furono elaborati come competeva a un abate e a un’importante personalità civile: vi parteciparono centinaia di persone di tutte le religioni ed i rappresentanti delle numerose organizzazioni e Società scientifiche a cui apparteneva, oltre a membri del governo.

Probabilmente molte carte e altri cimeli di Mendel furono bruciati dopo la sua morte e si salvarono solo i suoi libri rilegati. Sebbene tale perdita sia molto grave, occorre anche dire che con l'occupazione tedesca di Brno nel 1939 e poi con la presa del potere da parte dei comunisti dopo la guerra, gran parte dei cimeli del monastero sarebbe andata comunque perduta (Hartl, 2022).

3. Mendel, le scienze agrarie e i cambi di paradigma ottocenteschi

Scriveva Luigi Luca Cavalli Sforza che “L’uso che Mendel fece della matematica per interpretate i suoi esperimenti biologici e gli sviluppi teorici che stimolarono la pianificazione di nuovi sperimenti progettati per confermare, estendere e mettere di nuovo alla prova la sua teoria, sono il primo esempio di metodo sperimentale avanzato in biologia e si configurano come l’equivalente biologico del rivoluzionario lavoro che due secoli e mezzo prima aveva portato Galileo al metodo sperimentale”. Questa affermazione conferma l’idea del XIX secolo come secolo del cambio di paradigma nelle scienze agrarie. In tali scienze infatti fino al XVIII secolo aveva dominato la teoria del vitalismo, che in agricoltura era declinata come umismo. In base a tale teoria la materia vivente avrebbe posseduto una vis vitalis che la rendeva del tutto separata rispetto al mondo inorganico. A sconvolgere questo quadro di conoscenze furono le scoperte di Nicolas Theodore De Saussure (1804 - nutrizione carbonica dei vegetali per mezzo della CO2 atmosferica) e di Wöhler (1828 - sintesi dell’urea, molecola organica, a partire da una molecola inorganica con la nascita della chimica organica).

Con ogni probabilità Mendel, nella sua vicinanza alle scienze agrarie, conosceva a fondo il primo cambio di paradigma e si rendeva perfettamente conto che il suo contributo si collocava al grande filone che mirava alla rifondazione dell’agronomia su base scientifica. In tal senso occorre ricordare che dal nuovo quadro di conoscenze scientifiche, cui Mendel contribuirà in misura determinante sul fronte delle genetica, deriverà un pacchetto tecnologico innovativo su cui si fonderà la rivoluzione verde del XX secolo.

Un omaggio importante ai filoni di indagine inaugurati dai grandi scienziati ottocenteschi come Gregor Mendel ci viene da questa attualissima frase che l’agronomo Alberto Oliva inserisce in un suo testo del 1930: “La tecnica moderna, in confronto a quella antica, assieme a molti mezzi tecnici nuovi e perfezionati, ne dispone di due poderosi per risolvere in pieno il problema granario mondiale: razze a prodigiosa capacità produttiva ed azoto a buon mercato ricavato industrialmente dalla  miniera inesauribile dell'aria”.

Circa i rapporti fra Mendel e la ricerca agronomica, Van Dijk et al. (2017) analizzano la questione facendo riferimento a due articoli apparsi su quotidiani moravi il 26 e il 30 luglio 1861. Nel primo, pubblicato sul Mährischer Korrespondent (Il corrispondente moravo) si loda l’attività di Mendel a favore dell’orticoltura e dell’agricoltura, scrivendo fra l’altro che Mendel grazie anche all’acquisto di sementi all’estero e all’uso dell'ibridazione stava selezionando nuove varietà di spinacio, anguria, pisello, fagiolo, piccoli frutti e specie da fiore, fra cui si citano le fuchsie. Il secondo articolo, apparso sul Brünner Zeitung, contesta le considerazioni espresse nel primo articolo affermando che, “benché non si voglia in alcun modo offendere il Professor Mendel poiché noi onoriamo ogni sforzo per avvicinarsi alla verità in modo pratico”, le attività di Mendel per la selezione di nuove varietà non devono essere sopravalutate, trattandosi di attività già da tempo condotte da vari altri studiosi. Partendo da tali fonti, Van Dijk et al. (2017) avanzano l’ipotesi che Mendel, grazie anche al costante scambio di esperienze con l’Abate Napp, fosse molto più vicino di quanto si pensi alle tematiche agronomiche del breeding ed in tal senso citano:

  • la preoccupazione che emerge da una lettera inviata ai familiari il 28 dicembre (1851?) per la peronospora della patata che in quegli anni stava infliggendo importanti danni in quell’area d’Europa
  • il legame di Mendel tramite l’Abate Napp con la Sheep breeders society, che tanto interesse aveva al miglioramento genetico animale in relazione all’industria della lana, che in quegli anni vedeva Brünn fra i maggiori poli produttivi europei.

4. Mendel e la meteorologia

Figura 3 - Registro meteorologico compilato da Gregor Mendel (Roznovsky, 2014).


 

Mendel fu membro fondatore della società meteorologica austriaca e il suo contributo alla meteorologia fu l’aspetto scientifico più noto ai suoi contemporanei, che si scordarono ben presto delle sue attività di ibridatore. Mendel tenne registri giornalieri con 3 osservazioni al giorno che poi analizzava personalmente e fece ad esempio un'attenta analisi della tromba d’aria che colpì Brünn nel 1870. Mendel tenne inoltre traccia dell'attività delle macchie solari in relazione alle aurore boreali e ai disturbi nelle comunicazioni telegrafiche (Roznovsky, 2014). Per essendo ovvio che il contributo di  Mendel alla meteorologia sia ben lontano da quello dato alla nascita della scienza della genetica, non possiamo tuttavia scordare che la metodicità accomuna le osservazioni meteorologiche (stato del cielo, fenomeni in atto, misure strumentali) e la raccolta sistematica di dati biologici sugli ibridi di pisello che porteranno Mendel a formulare le sue leggi.

Occorre anche ricordare che l’apporto di Gregor Mendel in quanto religioso alla meteorologia fu tutt’altro che un caso isolato. Ad esempio in Italia fra XVII e XIX secolo si ebbero importanti contribui di religiosi come l’Abate benedettino Benedetto Castelli (1578-1643), collaboratore di Galileo Galilei ed inventore del pluviometro e dell’evaporimetro, il barnabita Francesco Denza (1834-1894) e il gesuita Angelo Secchi (1818-1878). E’ questa una tradizione di attenzione alla scienza che si è a lungo conservata nel mondo religioso cattolico e che ad esempio in Lombardia ha visto fino ad anni recenti l’attività di don Elia Orsenigo, mancato nel 2016 dopo esser stato per lunghi anni docente di matematica presso il Seminario arcivescovile di Venegono Inferiore, ove dal 1935 fino allo smantellamento, avvenuto nel 1985 per decisioni superiori, diresse la stazione meteorologica e geofisica, che riteneva un importate sussidio alle attività sperimentali degli studenti maturandi del Liceo Classico del Seminario (Arcani, 2022).

5. Mendel uomo di scienza e di fede

Figura 4 - Foto del 1862 raffigurante i confratelli della Comunità Agostiniana del Monastero di San Tommaso a Brno. L'abate Cyrill Napp (N), seduto con croce pettorale e Bibbia, è affiancato da Gregor Mendel (M) e da Joseph Lindenthal (L), il quale aiutò Mendel nei suoi esperimenti di incrocio. Mendel e Lindenthal tengono in mano un fiore e sono entrambi appoggiati alla sedia di Napp, il che stabilisce forse un legame ideale fra l’Abate Napp, i cui interessi per l’ereditarietà e le scienze agrarie erano ben noti, e i due sperimentatori attivi nel suo convento (Van Dijk et al., 2017).

 

Mendel oltre che scienziato fu un cattolico dalla fede profonda, come del resto uomini di fede erano stati Galileo Galilei e Nicolò Copernico (anch’egli monaco agostiniano). Dobbiamo anche dire che le gerarchie ecclesiastiche e in primis l’Abate Napp non ostacolarono la vocazione di Mendel per la ricerca e l’insegnamento.

Sulla fede che animò l’azione di Mendel è utile citare la testimonianza di un parente, padre Clemens Richter, anche lui monaco agostiniano, che ricorda il trisavolo dalle pagine della rivista scientifica Molecular Genetics & Genomic Medicine affermando anzitutto che “Nella casa dei miei nonni a Heinzendorf (oggi Vranze), c'era una stanza che veniva aperta solo in occasioni speciali e in cui si entrava con il massimo rispetto. In quella stanza c'era un quadro incorniciato che ritraeva un dignitario ecclesiastico vestito con un abito rosso-violaceo e un rocchetto bianco magnificamente ricamato e che portava sul petto un prezioso crocifisso. Solo più tardi venni a sapere che si trattava del mio trisavolo, il prelato Johann Gregor Mendel. Essendo io stesso un monaco agostiniano, mi sento molto vicino al mio famoso parente e permettetemi dunque di ricordarlo sia come essere umano che come sacerdote cattolico. Johann Mendel nacque da una famiglia di agricoltori di etnia tedesca profondamente religiosa e il cui spirito cristiano è ben documentato da una piccola piastrella bruciata trovata nel salotto dei Mendel. Su di essa vi era la Santissima Trinità simboleggiata da tre cerchi intrecciati che contenevano le parole: "Dein Wille geschehe". ("Sia fatta la tua volontà"). Queste tre parole potrebbero aver dato impulso alla scelta religiosa del giovane Mendel ponendo le basi per il suo desiderio di diventare sacerdote. Per tutta la vita Mendel si attenne con tutto il cuore ai suoi voti; accettando sinceramente tutti gli obblighi impostigli dal suo ordine. Altrimenti come avrebbero fatto i suoi confratelli a eleggerlo abate all'unanimità nel 1866, dopo la morte di Cyrill Napp? Mendel era profondamente radicato nella sua fede cristiana e cercava appassionatamente di trasmettere la sua convinzione e la sua esperienza agli altri in ogni occasione. Questo atteggiamento è testimoniata da diversi schemi di sermoni ancora conservati.

Mendel era di statura media, con spalle larghe e una figura un po' robusta. Era benvoluto dagli altri e sempre pronto a intervenire. Aveva un buon senso dell'umorismo e della "comicità delle situazioni". I suoi contemporanei sottolineavano il suo carattere accattivante e uno dei suoi compagni di monastero parlò di Mendel come "affabilis unicuique" (gentile e amichevole con tutti). "Con la sua generosità, gentilezza e mitezza, Mendel si guadagnò il rispetto e la simpatia di tutti. Nessuna richiesta di aiuto rimaneva senza risposta e, in modo amichevole, sapeva come dispensare aiuto senza far sentire il peso di ciò al richiedente" (Citazione da uno dei suoi necrologi).

Il carattere di Mendel è confermato dalla lettera alla madre scritta il 25 giugno 1859, in occasione della battaglia di Solferino (Brem, 2015): “C’è poco di nuovo nel nostro monastero, eccezion fatta per l’arrivo di due novizi, uno da Brünn e uno straniero dalla Baviera…. Ma nel mondo non c’è pace e quiete. In Italia c’è la guerra, sanguinosa più che mai. In migliaia hanno perso la vita e attendiamo di conoscere gli esiti di una battaglia avvenuta negli ultimi giorni. Possa Dio dare un esito fortunato per la nostra parte: il dolore elevato al cielo da migliaia di madri i cui figli si sono sacrificati possa essere udito da Dio".

L’attuale collocazione del paese natale e della città di Brno la dicono lunga su quanto i nazionalismi abbiano modificato le carte geografiche della Mitteleuropa. Di tale temperie, che nel 1918 si tradurrà nell’esplosione della compagine multinazionale dell’impero asburgico, fenomeno che poi porterà alla seconda guerra mondiale e alla successiva “cortina di ferro”, è intrisa anche la vicenda umana di Mendel, il cui monastero vide ai suoi tempi la compresenza di una componente tedesca e di una componente slava. Scrive ancora Clemens Richter (2015) che “come abate, Mendel accettò più novizi cechi che tedeschi - supervisionando la transizione di un monastero prevalentemente di lingua tedesca a uno di lingua ceca. L'idea di Mendel di una coesistenza di nazioni diverse nel microcosmo dell'Abbazia di San Tommaso era fondata sul rispetto per i suoi simili e per la loro diversità e sulla responsabilità reciproca dei membri di entrambe le etnie per lo sviluppo culturale ed economico della loro patria comune.”

Su Mendel uomo di fede concludiamo con l’acuto ritratto che ne traccia Santa Francesca Saverio Cabrini in una lettera alle consorelle scritta dalla California nel febbraio 1906 (Centro Cabriniano, 2012): "I frutti hanno una fragranza e un sapore tutto speciale e qui presso Los Angeles abita il celebre naturalista Burbank che va aggiungendo nuove meraviglie alle meraviglie naturali, e con ingegnosi esperimenti e innesti ha ottenuto nuove specie di fiori e frutti, albicocche e prugne senza nocciolo, uva senza semi. A gloria della Chiesa debbo dirvi che chi mostrò la via al signor Burbank fu l'Abate Gregorio Mendel il quale, mezzo secolo fa, nel suo convento di Austria, cominciò esperimenti che hanno reso celebre il nome del naturalista di California. Ciò che egli compie al presente è dovuto al lavoro di un intelligente monaco Agostiniano. Di qui vedete quanto rispetto si debba alla Chiesa anche come nutrice di scienze e arti.”.

La testimonianza della Cabrini ci aiuta peraltro a capire come l’attività divulgativa abbia fatto rapidamente seguito alla “riscoperta” del lavoro scientifico di Mendel, che come abbiamo accennato avvenne ai primi del ‘900.

6. Un’eredità difficile da accogliere

Mendel considerava fondamentali i risultati dei suoi esperimenti sugli ibridi vegetali, che tuttavia durante la sua vita non furono compresi e riconosciuti. Pochi mesi prima di morire Mendel disse a un novizio del monastero, Franz Barina, in seguito divenuto suo successore come Abate: "Anche se ho vissuto alcune ore buie durante la mia vita, sono grato che le ore belle abbiano superato di gran lunga quelle oscure. Il mio lavoro scientifico mi ha portato grande gioia e soddisfazione e sono convinto che non ci vorrà molto perché il mondo intero apprezzi i risultati e il significato del mio lavoro". A un amico espresse inoltre la sua ferma opinione: "Meine Zeit wird kommen" (il mio tempo arriverà).

Scrive Hugo Iltis, primo biografo di Mendel, che "Il pensiero di Mendel era orientato al concreto e non ne facevano parte sentimentalismi  e sterili riflessioni". Da ciò deriva che Mendel non tenne mai un diario e che le lettere scritte a familiari e amici non fanno piena luce sulla sua vita interiore. Verso la fine della sua vita, si sentì sempre più solo. "Quando morì", scrive ancora Hugo Iltis, "nessuno era consapevole dell'importanza del lavoro di Mendel e i pochi appunti manoscritti furono messi da parte o bruciati con noncuranza".

7. Conclusioni

In questo scritto si è cercato di offrire un sintetico quadro biografico di Johann Gregor Mendel, mirando altresì ad offrire alcune riflessioni utili a porre la vicenda scientifica e umana di Mendel in relazione con la temperie culturale del proprio tempo.

Ne emerge con chiarezza che Mendel fu un personaggio poliedrico (uomo di fede e prelato, scienziato e insegnante, botanico e agronomo, meteorologo, matematico e fisico) e proprio questa poliedricità rischia di renderlo sfuggente a quanti si avvicinano alla sua biografia.

Da quadro biografico emerge inoltre che Mendel fu il prodotto di:

  • una famiglia di agricoltori molto religiosa, unita nelle difficoltà e con grande desiderio di istruire i figli
  • un sistema di formazione che l’aveva posto in contatto con la scienza allo stato dell’arte (si pensi al calcolo combinatorio che Mendel aveva appreso a Vienna dalle lezioni del professor Ettingshauser e che tanto peso avrà nella sua ricerca)
  • un ambiente socio-culturale aperto all'innovazione e molto impegnato nel perseguirla e una  società che nutriva grande rispetto nei confronti della scienza.

Tal cultura, che forse potremmo oggi identificare con il concetto di civiltà Mitteleuropa, mise radici in un ambito sovrannazionale e dette frutti abbondanti in svariati contesti, andando a costituire un esempio a cui ispirarsi per coloro che progettano il futuro dell’Europa e non solo.

Su Mendel si sono certamente sparsi fiumi di parole nel tentativo di sopperire alla povertà delle fonti e spero che questo modesto contributo possa in qualche modo giovare al lettore.

 

Note

¹ Scrive Carlo Giuseppe Londonio nel suo testo del 1819 “Per l’esecuzione del Piano degli studj ginnasiali giusta le recenti modificazioni superiormente prescritte” e relativo alle scuole del Lombardo Veneto: nella classificazione del merito dovranno in avvenire ritenersi i seguenti gradi cioè Prima classis cum eminentia, Prima classis accedens ad eminentiam, Prima classis, Sec classis, Tert classis.

² Alcuni oggetti a lui appartenuti sono conservati nella sala dell’800 della casa Bolognini, uno dei tre musei ospitati nel Castello di Sant’Angelo Lodigiano.

³ La Naturforscender Verein (Società per lo studio delle scienze naturali) era emanazione della Mährischen Gesellschaft zur Beförderung der Landwirtschaft, der Natur- und Landeskunde (Società morava per lo sviluppo dell’agricoltura, delle scienze naturali e della storia locale) che comprendeva anche sezioni dedicate alla viticoltura, alla pomologia e all'allevamento ovino (Wood e Orel, 2005).

Scrive De Saussure (1804) a pagina 47 del suo trattato: "piante alimentate con acqua pura in aria libera estraggono carbonio dalla piccola quantità di CO2 naturalmente presente nella nostra atmosfera.“. Occorre inoltre evidenziare il seguenti brano tratto dall’introduzione: “Il percorso che mi sono imposto è senza dubbio arduo e faticoso, ma se si considera che il miglioramento dell'agricoltura è l'obiettivo verso cui è diretto, se ne sopporteranno le difficoltà e se ne scuseranno le mancanze. Questo lavoro mi ha portato a raccogliere molte nuove osservazioni che provano che tutti i problemi che ho enunciato possono essere risolti senza attribuire ai vegetali particolari forze creatici o trasmutazioni in contrasto con le osservazioni note”.

 

Bibliografia

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Bateson, W., 1907 The progress of genetic research, pp. 90 – 97 in The Report of the Third International Conference of Genetics, edited by W. Wilks. Royal Horticultural Society, London.

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Centro Cabriniano, 2012. Tra un'onda e l'altra, viaggi di Santa Francesca Saverio Cabrini,  edizioni Centro Cabriniano di Roma, 553 pp.

De Saussure N.T., 1804. Recherches chimiques sur la végétation. Paris. https://books.google.it/books/about/Recherches_chimiques_sur_la_v%C3%A9g%C3%A9tation.html?id=xXFwyAgAQn8C

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Iafrate L., 2021. Angelo Secchi: il Gesuita Italiano che inventò le previsioni del tempo, http://www.meteoam.it/news/angelo-secchi-il-gesuita-italiano-che-invento-le-previsioni-del-tempo

Janick J., 2015. Nikolai Ivanovich Vavilov Plant Geographer, Geneticist, Martyr of Science, Hort.Science, vol 50(6), 772-776.

Mendel, Gregor: Versuche über Pflanzen-Hybriden. In: Verhandlungen des Naturforschenden Vereines in Brünn 4 (1866), S. 3-47

Minelli A., 2014. Introduzione a "Gregor Mendel, Le leggi dell’ereditarietà", Mimesis, Milano-Udine

Oliva A., 1930. La politica granaria di Roma antica, Federazione italiana dei consorzi agrari, Piacenza, 296 pp. (introduzione - pag X)

Richter C., 2015. Remembering Johann Gregor Mendel: a human, a Catholic priest, an Augustinian monk, and abbot, Molecular Genetics & Genomic Medicine», vol. 3/6 (2015), pp. 483-485

Roznovsky J., 2014. G.J. Mendel´s meteorological observations. in Rožnovský, J., Litschmann, T., (eds): Mendel a bioklimatologie.

van Dijk P.J., Weissing F.J.,Noel Ellis T.H., 2017. How Mendel’s Interest in Inheritance Grew out of Plant Improvement, Genetics, Vol. 210, 347–355 October 2018

Wood R.J., Orel V., 2005. Scientific Breeding in Central Europe during the Early Nineteenth Century: Background to Mendel's Later Work , Journal of the History of Biology, Summer, 2005, Vol. 38, No. 2, pp. 239-272.

 

 

Allegato A 

Fonti primarie riguardanti il lavoro di Mendel (van Dijk et al., 2018) 

1. i suoi articoli scientifici di cui il più noto, Versuche über Pflanzenhybriden, è lungo 44 pagine e contiene una breve introduzione e una lunga discussione che tocca vari argomenti. Inoltre, Mendel nel 1870 pubblica un breve articolo sull'ibridazione artificiale in Hieracium e nel 1853 e 1854 pubblica due brevi articoli sui parassiti nelle colture. Questi articoli testimoniano due decenni di lavoro ma non sono in ogni caso diari, ma piuttosto ricostruzioni al passato che spesso non offrono alcuna descrizione su come l’autore abbia raggiunto le sue conclusioni. Ciò è ad esempio illustrato dal fatto che Versuche über Pflanzenhybriden fu fortemente influenzato dall’origine delle specie di Darwin in traduzione tedesca ma il libro di Darwin si rese disponibile solo alla fine degli esperimenti di Mendel su Pisum e quindi non può aver influenzato il pensiero di Mendel durante la progettazione e la conduzione dei suoi esperimenti.

2. le lettere di Mendel che sono più simili a diari e spesso descrivono pensieri e motivazioni. Si conosce parte della corrispondenza di Mendel con Carl Nageli, professore di botanica a Monaco, comprese dieci lettere pubblicate da Correns nel 1905. Queste lettere riguardano principalmente gli esperimenti su Hieracium, a cui Mendel si dedicò su consiglio di Nageli e che ebbero luogo 8 anni dopo il lavoro dedicato al pisello.

3. diciotto lettere che Mendel scrisse a parenti e amici e nelle quali non si addentra mai nel proprio lavoro sperimentale.

4. i resoconti di prima mano di persone che incontrarono Mendel durante la sua vita. Infatti nel pwriodo successivo alla riscoperta dell'opera di Mendel vari  amici e molti dei suoi allievi del liceo erano ancora vivi e il suo primo biografo Iltis intervista molti di loro - fra cui l’amico Gustav Niessl von Mayendorf (1839-1919), segretario della Società di scienze naturali - ottenendo contributi per lo più  aneddotici. Più pregnante appare il contributo offerto da Eichling, che visitò Mendel nel 1878 come giovane venditore di una ditta di sementi e con il quale Mendel si mostrò tuttavia riluttante a parlare dei suoi esperimenti sul pisello.

5. i giornali dell'epoca di Mendel. Due brevi reportage su un quotidiano locale relativi alle conferenze su Pisum tenute da Mendel nel febbraio e marzo 1865 sono stati scoperti da Sajner nel 1966 e sulla loro base Zhang et al. hanno reinterpretato nel 2017 gli esperimenti di Mendel su pisello.


   

 

LUIGI MARIANI 

Professore Associato di Agronomia presso l' Università degli Studi di Brescia. E' Direttore del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e vicepresidente della Società Agraria di Lombardia.


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