venerdì 26 maggio 2017

Oggi come ieri la rivoluzione verde passa per CRISPiERo

di Sergio Salvi 

                         Crispiero, nel comune di Castelraimondo (Marche), paese natale di Nazareno Strampelli (www.valledelpensare.it)

Se facciamo una ricerca sul database PubMed  (qui) inserendo “GMO” (acronimo di Genetically Modified Organism) come parola chiave nel titolo, troviamo 207 lavori, il più vecchio dei quali pubblicato nel 1992. Se invece digitiamo “CRISPR” (che sta per Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) ne troviamo 2742, il primo dei quali risalente appena al 2005.
Basta questo confronto per dare un’idea dell’esplosivo successo di un concetto scientifico - l’editing del genoma - e della sigla che lo contrassegna rispetto a quello di “organismo geneticamente modificato”, certamente molto affermato ma dalle potenzialità che ora, improvvisamente, rischiano di impallidire di fronte a quelle che sono attribuite alla nuova tecnica di modificazione del genoma, verso la quale persino gli “anti” trovano difficoltà a reagire (tanto che un movimento No-CRISPR è ancora invisibile nel web).
Anche sul piano mediatico il fenomeno della CRISPR è contagioso, anzi, come si dice oggi, virale; ma non è di questo che voglio scrivere, né intendo illustrare il meccanismo o le applicazioni di una tecnica che molti altri sono più bravi di me a descrivere. A me personalmente, complice la mente “deviata” da anni di studi, colpisce soprattutto la curiosa coincidenza che unisce un luogo geografico e una tecnica di biologia molecolare entrambi legati a due rivoluzioni verdi, una del passato e una del futuro.
Se infatti la CRISPR promette di rivoluzionare nel prossimo futuro tutti gli ambiti della biologia, incluse le scienze agrarie, c’è un luogo - dal nome incredibilmente simile - dove un evento ordinario e straordinario a un tempo come la nascita di un bambino ha segnato, in passato, la strada verso quella rivoluzione agricola che oggi ci va sempre più stretta e che guarda proprio al genome editing come all’auspicata soluzione del problema produttivo di domani. Questo luogo si chiama Crispiero ed è la frazione del comune di Castelraimondo (nelle Marche) dove 151 anni fa nacque un certo Nazareno Strampelli.
In altre parole: a Crispiero è nato un innovatore che oggi è riconosciuto come uno dei fondatori della genetica agraria e ha dato un contributo indiscusso all’aumento della produttività delle colture; ma nel nome del suo paese natale c’era anche la risposta - ancor più innovativa - al problema della produttività agricola del nostro immediato futuro: CRISPR (meglio se scritto come si pronuncia, CRISPER). Se non è una coincidenza questa…
Crispiero è nel cosiddetto “cratere” del terremoto dello scorso ottobre. A pochi chilometri di distanza c’è Camerino, città universitaria nella quale studiò e lavorò il primissimo Strampelli, con il centro storico oggi trasformato in un’unica “zona rossa” inaccessibile. La solidarietà pro-terremotati dei vip, quando si sposta da Roma, si ferma sempre a Norcia, dove è crollata una chiesa di numero (per quanto famosa) e per il resto ci stanno solo formaggi e salumi. Basterebbe valicare il confine ed entrare nelle Marche per rendersi conto che da quelle parti la situazione è davvero catastrofica e riguarda decine di comuni (incluso Castelraimondo, dove una casa su quattro è inagibile) nei quali - proprio come a Norcia - formaggi e salumi sono ugualmente di casa e non hanno nulla da invidiare a quelli umbri.
Il 3 aprile 1899, nel verbale dell’Assemblea Generale della Società Agricolo Operaia di Mutuo Soccorso di Crispiero, fondata da Strampelli nel 1891, egli scriveva: «… credo che ciascuno di noi sia convinto che, per vincere le difficoltà materiali dell’esistenza e soddisfare i bisogni della vita, la migliore arma sia senza dubbio la cooperazione, la quale riunisce in un fascio le forze divise le quali, da sole, non potrebbero operare con profitto, e così invece si possono raggiungere risultati meravigliosi… L’Associazione, con la sua vita, ha potuto mostrare ancora una volta come a Crispiero la civiltà non giunse ultima e che noi crespetani, di fibra forte e robusta, abbiamo il viso abbronzato dal sole e le mani incallite dal nobile lavoro, abbiamo anche un cuore da poter soccorrere i miseri colti da calamità, e non siamo chiusi al progresso scientifico e sociale ed anche qualche volta sappiamo essere precursori…».
Ed ecco allora la mia boutade: scienziati italiani, perchè non riunirsi per ragionare di CRISPR a Crispiero? Perchè non fare brainstorming, una volta tanto, dove la scienza è nata davvero, dove “la civiltà non giunse ultima”?


Sergio Salv 
Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Camerino, nel corso della sua attività di ricercatore si è occupato di genetica batterica, genetica medica, OGM, genetica agraria e vegetale, lavorando presso Enti di ricerca pubblici e privati. Attualmente si dedica alla ricerca e alla divulgazione storico-scientifica su tematiche riguardanti il settore agroalimentare. È Socio corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche.



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3 commenti:

  1. Sergio,
    Agrarian Sciences e AgronomiperlaTerrA danno la loro disponibilità per organizzare l' evento. Proviamoci!

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  2. Come scriveva Nazareno Strampelli il 3 aprile 1899 a CRISPIERO, suo paese natale "..non siamo chiusi al progresso scientifico e sociale ed anche qualche volta sappiamo essere precursori…». Strampelli fu davvero un precursore: ancor oggi 2/3 della produzione di grano nel mondo derivano direttamente o indirettamente dai suoi grani!

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  3. Bisogna “brevettare” No-CRISPR prima che gli ambientalisti ce la rubino.

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