domenica 21 luglio 2019

I FAN DI GRETA THUNBERG NON MI CONVINCONO!


di ALBERTO GUIDORZI




Fino ad ora per me sono più convincenti le persone che hanno inviato recentemente una petizione ai presidenti della Repubblica, Camera e Senato, unitamente al Consiglio dei Ministri italiano, per esprimere il loro scetticismo sull’imminente catastrofe climatica da più parti prefigurata. La petizione è apparsa sul n° 1 della rivista "21° SECOLO – Scienza e tecnologia" ed è stata ripresa subito da un blog transalpino. qui


Altra cosa che mi conforta circa la scarsa credibilità del catastrofismo mediatico sono le predizioni sbagliate (se ne riporta un elenco in post-scriptum). Ultimamente Max Falque (qui) scrive che la macchina mediatico-politica del riscaldamento climatico ha preso slancio dall’ondata di calore preventivata e arrivata, ma che secondo lui occorre “raffreddare” il dibattito, anche perché è inutile meravigliarsi che cada tanta neve in inverno e che faccia molto caldo in estate. Egli nella sua analisi parte ricordando la storia, essa ci dice che il pianeta è stato soggetto da sempre a mutamenti climatici con periodi glaciali, temperati e caldi. Riferendosi alla Francia dice che il clima è approssimativamente quello già conosciuto durante l’impero romano (i ghiacciai alpini fondevano e Annibale ne ha approfittato) e l’Alto Medioevo (si coltivavano viti in Inghilterra, si faceva agricoltura in Groenlandia). In modo brusco, poi ha preso avvio la Piccola Era Glaciale (PEG) con fiumi gelati (nel 1709 gelò la laguna di Venezia), mortalità e carestie fino a metà del XIX sec. 
Successivamente la temperatura media è progressivamente risalita (aumento fino ad oggi di circa 1,5° Celsius). A questo punto se facciamo un passaggio sul libro di Emmanuel Leroy-Ladurie dal titolo “Histoire humaine et comparée du climat” notiamo ad esempio che l’anno 1540 (siamo in piena PEG) è stato “formidabilmente xerotermico”, cioè caldo e secco da marzo ad ottobre in tutta l’Europa. Nel XVI sec. abbiamo un periodo tiepido tra il 1523 ed il 1562, tanto che il caldo di maggio del 1524 ha provocato una tale stretta nei cereali che ne ha determinato un rincaro notevole. Un altro anno caldo e secco è stato il 1545 al punto da essere ricordato come l’anno con i più gravi problemi di sussistenza del secolo. Nel 1556 la mietitura iniziò un mese prima e la vendemmia cominciò il 1° settembre. Comunque a leggere le cronache di Leroy-Ladurie si evince che i periodi di raffreddamento del clima erano accompagnati da guerre, carestie, epidemie, rincari del cibo e stagnazione della popolazione, mentre in periodi caldi si hanno minori fenomeni negativi prima citati, aumento della popolazione e l’instaurarsi di periodi di più accentuata prosperità.
Altro aspetto su cui il catastrofismo marcia è la colpevolizzazione dell’uomo e dei suoi comportamenti, in particolare l’eccessiva combustione di energie fossili e azione della CO₂ antropica sul riscaldamento climatico, che i petizionari citati dicono essere solo frutto di deduzioni e non provate in assoluto. Solo che nella storia vi sono stati anche altri innalzamenti delle concentrazioni di CO₂ ma sono avvenuti tutti dopo e non prima di periodi di riscaldamento climatico. Inoltre noi agronomi sappiamo bene che la CO è un “concime per le piante” e non una sostanza tossica; la verifica l’abbiamo se guardiamo cosa è capitato in questi due secoli di riscaldamento del clima, cioè, quando siamo riusciti a mettere assieme contemporaneamente ed in misura adeguata acqua, sostanze nutritive e CO₂, il pianeta è rinverdito e non è capitato il contrario. Negli ultimi 20 anni i dati satellitari NASA ci dicono che il pianeta ha guadagnato un 5% di copertura vegetale grazie all'innalzamento delle temperature e della CO₂ qui, ed un contributo lo dà anche l’aumento delle superfici coltivate. È questo uno dei modi che si vuol applicare per ridurre l’impronta ecologica dell’uomo? Vedi foto sotto. Qui vi è scritto che per regolare la popolazione umana non si devono più curare le persone malate di 65/70 anni.qui



Se poi vi aggiungiamo i progetti di controllo delle nascite, il disegno eugenetico è completato.
Se si verificasse ciò che propugna l’ecologismo radicale, cioè, tassando l’aria che respiriamo, dividere per 4,6,8 il tasso di CO₂, a cosa andremmo incontro? Innanzitutto se il divisore fosse 4 il contributo alla diminuzione del riscaldamento climatico sarebbe di 0,2° C. In secondo luogo non daremmo da mangiare ai 9/10 miliardi di abitanti della terra del 2050, inoltre per farlo dobbiamo abolire la democrazia ed instaurare regimi totalitari in quanto sarebbe tale lo sconquasso nelle nostre società che le rivolte si decuplicherebbero e per fronteggiarle non basterebbero certo dei cordoni di polizia con il manganello. Ascoltate cosa dice Aurelien Barrau qui: “L'uomo è una creatura debole, incapace di ragionare su "scala collettiva", in breve, un essere malato. Pertanto, abbiamo bisogno di misure politiche concrete, coercitive, impopolari che si oppongano alle nostre libertà individuali. Non possiamo fare diversamente.” Questo pensare lo si comprende meglio se riflettiamo che se si “decarbonassero” i soli Stati Uniti occorrerebbero 93.000 miliardi di $, ossia caricare 600.000 $ sul bilancio di ogni famiglia americana.

Siamo consci a cosa andremmo incontro se ad esempio sostituissimo le E. fossili (EF) con delle E. rinnovabili (ER) da qui al 2050. Un dato forse farà un po’ riflettere: oggi le fonti di ER ci forniscono il 2% del consumo finale di energia, mentre le EF ce ne forniscono l’84%. Ora per passare dallo 0% di ER al 2% di oggi si sono spesi in 20 anni 2000 miliardi di $. Si lascia al lettore calcolare la spesa a cui si andrebbe incontro per sostituire l’84% in 30 anni. Senza contare che i bisogni energetici mondiali fra 30 anni non saranno più gli stessi, ma molto aumentati. qui

Insomma, torno a dire che sbaglierò, ma mi pare sia in atto la creazione dal nulla di una nuova religione (supportata tra l’altro dalle vecchie per emulazione). Solo che quando la fede soppianta qualsiasi giudizio scientifico siamo vicini al settarismo e in questo caso c’è solo bisogno di attendere che il conflitto con il secolarismo venga alla luce, ma le conseguenze potrebbero essere devastanti.

Inoltre mi pare di intravvedervi un “dejà vu”, quando cioè tra gli anni 50/70 del secolo scorso l’utopia era il “collettivismo” realizzato dal comunismo. Ora sembra che si voglia rimpiazzare il “collettivismo felice” con la “sobrietà felice” dell’ecologismo ideologico, dimenticando di informare, però, che così facendo l’avvenire non sarà più “verde” bensì più “nero”!

P.S.
  • Gore nel 2006 diceva: Nei prossimi 10 anni il mondo raggiungerà il punto di non ritorno” Al Gore prédisait
  • 30 anni fa, nel 1989 un alto funzionario ONU diceva: dei paesi interi potrebbero essere cancellati dalla superficie terrestre a causa dell’innalzamento del livello del mare se non si interviene subito” déclarait à l’Associated Press
  • Nel 1982 Mostafa Tolba, direttore generale del programma ONU per l’ambiente diceva: Senza un intervento tempestivo assisteremo ad una catastrofe ecologica pari ad una devastazione altrettanto irreversibile e completa di un olocausto nucleare” déclarait 
  • Nel 1970 George Wald biologo ad Harward si espresse così: La civiltà finirà tra 15 o 30 anni se delle misure immediate non saranno prese per contrastare i problemi che investiranno l’umanità” affirmait
  • Sempre nel 1970 il filosofo Peter Gunter diceva: tra 30 anni il mondo intero, ad eccezione dell’Europa occidentale, dell’America del Nord e dell’Australia, vivrà un’epoca di carestie” qui
  • Nel 1969 il biologo dell’università di Stanford Paul Ehrlich dichiarava: “se fossi uno scommettitore, scommetterei che l’inghilterra nel 2000 non esisterà più”Paul Ehrlich déclarait
  • L’ex ministro dell’ambiente francese Yves Cochet in una intervista ha previsto questo. qui

Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.

16 commenti:

  1. Alessandro Cantarelli22 luglio 2019 alle ore 11:22

    "Zero emissioni di CO2..."Ma non e' una delle caratteristiche dell'energia nucleare impiegata per fini pacifici?

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  2. Alessandro

    Parlare di nucleare è come bestemmiare in pubblico!!!

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  3. Alessandro Cantarelli25 luglio 2019 alle ore 20:15

    Di fronte alla portata di certe affermazioni, appunto "zero emissioni di CO2...",vi possono essere due letture: 1) i politici non osano nominare la "bestia" (il nucleare), ma ne parlano indirettamente (ipotesi altamente improbabile) oppure 2), non conoscono il significato di quello che dicono, non accorgendosi nel contempo, di essere pure ridicoli. Magari dichiarati antinuclearisti,ne esaltano in verità alcune caratteristiche positive, senza saperlo. Ma con questo, lungi dal volere sollevare un dibattito sul nucleare.

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  4. Alberto, non mi pare che qui la fede soppianti qualsiasi giudizio scientifico, come dici. So bene che i modelli di previsione del clima sono, appunto modelli e quindi non offrano certezze granitiche. Ma proprio per questo mi domando cosa ti dia certezze talmente granitiche da attaccare una ragazza che giustamente chiede maggiore attenzione all'ambiente da parte di una società fintamente ecologista. E noi sappiamo bene come sia fintamente ecologista, dato che preferisce esportare esternalità negative piuttosto che implementare innovazioni biotecnologiche nella propria agricoltura.
    Su, un attacco di questo tipo, aneddotico quanto meno, con diversi punti deboli se posso permettermi e ti prego di perdonarmi, non è a livello né tuo né di questo blog: non cadere anche tu nella volgare moda di chi si diletta a deridere i "gretini".
    Ascoltiamo piuttosto questa sera Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze, che parla su La7 di cambiamenti climatici: impareremo qualcosa.

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  5. https://www.repubblica.it/ambiente/2019/07/25/news/smentiti_i_negazionisti_cambiamenti_climatici_senza_paragoni_in_almeno_2_000_anni-232020751/

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  6. Se posso permettermi un umilissimo appunto, anche Greta e i suoi "devoti" appartengono al mondo del falso ecologismo, anzi Greta ormai è già diventata un'icona di quegli ambienti. Ciò che ritengo debba essere assolutamente criticato nell'approccio di Greta & Co. alle problematiche ambientali e climatiche sono due aspetti in particolare:

    - approccio catastrofista
    - soluzioni decresciste

    Provate a chiedere ad uno di questi "adepti" cosa ne pensa delle biotecnologie agrarie e dell'aumento della popolazione sul pianeta?
    Riceverete risposte molto inquietanti e di chiara "fede" neomalthusiana.
    Ritengo che questo sia sostanzialmente il problema, al di là della bagarre tra pro e contro.

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  7. Deborah P

    Ecco i miei link. (tutti ben studiati e verificati)

    http://rage-culture.com/aurelien-barrau-contre-le-progres-episode-ii-a-la-recherche-de-la-sainte-croissance/
    https://www.contrepoints.org/2019/06/18/347065-biomasse-vs-hydrogene-solution-ou-impasse
    https://www.contrepoints.org/2019/05/29/345562-lurgence-climatique-est-un-leurre-de-francois-gervais
    https://www.contrepoints.org/2019/07/01/321926-climat-quand-nicolas-hulot-joue-a-vous-faire-peur
    https://www.contrepoints.org/2019/07/06/348451-climat-cessons-le-catastrophisme-misons-sur-la-technologie
    https://www.contrepoints.org/2019/07/18/349349-climat-justice-et-politique-on-ne-peut-meme-plus-dire-nimporte-quoi
    https://www.contrepoints.org/2019/07/16/339810-il-faut-sauver-le-soldat-greta
    https://www.contrepoints.org/2019/07/25/349715-comment-reintroduire-le-debat-sur-la-question-du-rechauffement-climatique-2?utm_source=Newsletter+Contrepoints&utm_campaign=40870e5a22-Newsletter_auto_Mailchimp&utm_medium=email&utm_term=0_865f2d37b0-40870e5a22-113975861&mc_cid=40870e5a22&mc_eid=7e01389f03
    https://www.contrepoints.org/2019/07/24/349669-comment-reintroduire-le-debat-sur-lecologie-1?utm_source=Newsletter+Contrepoints&utm_campaign=629b5b63e3-Newsletter_auto_Mailchimp&utm_medium=email&utm_term=0_865f2d37b0-629b5b63e3-113975861&mc_cid=629b5b63e3&mc_eid=7e01389f03
    https://www.contrepoints.org/2019/06/29/347924-du-communisme-a-la-collapsologie-une-utopie-en-remplace-une-autre
    https://www.contrepoints.org/2019/04/22/342208-ecologisme-la-nouvelle-tentation-totalitaire
    https://www.contrepoints.org/tag/electricite
    https://www.contrepoints.org/2019/07/05/348379-eolien-deux-federations-nationales-deposent-plainte-contre-letat-pour-pollution
    https://www.contrepoints.org/2019/07/25/349783-greta-thunberg-ou-les-manquements-du-macronisme-climatique
    https://www.contrepoints.org/2019/06/11/346543-lecologisme-nouveau-danger-ideologique
    https://www.contrepoints.org/2019/06/24/347576-linterdiction-du-vehicule-thermique-en-2040-une-bien-mauvaise-loi-3
    https://www.contrepoints.org/2019/06/21/347401-linterdiction-du-vehicule-thermique-en-2040-une-bien-mauvaise-loi-i
    https://fr.irefeurope.org/Publications/Articles/article/La-taxe-carbone-sert-elle-vraiment-les-generations-futures
    https://www.contrepoints.org/2019/07/16/349195-la-terre-devient-plus-verte-pourquoi-il-faut-sen-rejouir
    https://www.contrepoints.org/2019/07/11/348844-la-transition-rapide-vers-une-economie-decarbonee-est-impossible-et-indesirable
    https://www.contrepoints.org/tag/transition-ecologique
    https://www.contrepoints.org/2015/04/21/205301-le-co2-nest-pas-un-poison
    https://www.contrepoints.org/2019/06/17/346892-les-deces-lies-au-rechauffement-se-situent-a-des-niveaux-historiquement-bas
    https://www.contrepoints.org/2019/02/10/336834-les-energies-renouvelables-un-secteur-aux-contours-trop-flous
    https://fr.irefeurope.org/Publications/Articles/article/Quand-l-economiste-de-gauche-Daniel-Cohen-defend-la-pauvrete-au-nom-de-l-ecologie
    https://www.contrepoints.org/2019/06/14/346744-rechauffement-climatique-lhysterie
    https://www.contrepoints.org/2019/03/23/339905-reflexion-sur-la-terre-sur-son-avenir-et-sur-le-scepticisme
    https://www.contrepoints.org/2019/07/10/348769-transmutation-nucleaire-pourquoi-pas-mais-pourquoi-faire
    http://imposteurs.over-blog.com/article-une-analyse-critique-du-scenario-negawatt-2eme-partie-par-ailanthus-invictus-95129475.html
    http://imposteurs.over-blog.com/article-une-analyse-critique-du-scenario-negawatt-par-ailanthus-invictus-94312604.html
    https://vivrelarecherche.blogspot.com/2019/06/interdiction-des-moteurs-essence-et.html

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  8. Deborah P
    Aggiungo l'ultimo su cui mi sto documentando:

    https://www.afis.org/-329-

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    1. Qui invece: https://www.thelancet.com/journals/lanplh/article/PIIS2542-5196(19)30094-4/fulltext#seccestitle140
      uno studio che rileva come l'aumento della CO2 porti a peggioramento qualitativo dei raccolti, in particolare relativamente a contenuto proteico, zinco e ferro. Interessante, non lo sapevo

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  9. Certo se la C02 serve a formare amido e questo aumenta è logico che percentualmente il contenuto proteico dei raccolti si diluisce, anche se non è un peggioramento in senso assoluto. Vorrei vedere se assieme alla CO2 la coltivazione fosse stata sostenuta con adeguato azoto se il contenuto proteico restava uguale o aumentava. La fisiologia vegetale che mi hanno insegnato all'università mi ha detto questo e 40 anni di esperienza di prove sperimentali su varietà di frumento me lo hanno confermato. Si vede che nelle nuove università si è deciso di insegnare il contrario.

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  10. Veramente quelli sono scienziati americani, non c'entrano le "nostre università". Poi c'è la questione del calo nell'apporto di ferro e zinco

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  11. Sei tu che hai studiato nelle università italiane e certe cose le dovresti aver appprese. Infatti tu m'insegni che nel tuo grano duro o tenero se vuoi avere tenori proteici più elevati le sostieni con nitratature frazionate anche tardive.

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  12. Finalmente ho trovato ciò che sapevo avere letto sul preteso declino del valore nutrizionale degli alimenti circa analisi del 1960 e del 2000 e quidi ti rispondo
    https://www.afis.org/Le-pretendu-declin-de-la-valeur-nutritionnelle-des-aliments

    " per i due oligoelementi ferro e zinco, si sono ritenute solo le differenze importanti (più del 50%) in quanto i tenori sono molto bassi e il loro contributo all’apporto globale è insignificante. Tuttavia se il tenore in ferro del riso sembra essere aumentato, il tenore nelle mele , aranci e pomodori è tre o 4 volte più basso che quello delle vecchie analisi, le differenze tuttavia sono insignificanti di fronte ai bisogni. Per lo zinco i tenori sono attualmente due volte più bassi per il grano, l’insalata e il pomodoro, ma tre volte di più i fagiolini. “

    Mi pare però che indipendentemente dalle variazioni imputare al riscaldamento climatico le differenze siano una questione di lana caprina. Ecco il motivo: 1° in 50 anni come sono state modificate le varietà delle derrate che consumiamo, quale rivoluzioni genetiche sono state apportate possiamo paragonare l’incidenza del miglioramento/peggioramento genetico con il cambiamento climatico del mezzo secolo passato? 2° ammesso e non concesso che la qualità delle derrate fosse diminuita che incidenza può avere se prima mangiavamo pomodori (o tante altre verdure e frutta) due mesi all’anno ed oggi ne possiamo mangiare per 12 mesi? Ammesso anche che sia diminuito lo zinco nel pane quale incidenza "negativa" ha il fatto di mangiare un etto di pane al posto dei 700 g tra il 2000 ed 1960 nell’apporto di zinco? Stiamo peggio in salute ora o nel 1960?
    Se vuoi ulteriore documentazione consulta qui https://ciqual.anses.fr/

    Non ti pare di esserti un po' arrampicata sugli specchi per opporti a me e solo per il fatto che su un argomento la pensiamo in modo diverso? Avrò ben il diritto di pensare con la mia testa!


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  13. Alberto non ho opinioni, a differenza di te, sugli effetti della CO2 sulla nutrizione delle piante per cui mi sono semplicemente permessa di segnalarti un recente articilo che rileva delle problematiche. La scienza evolve, fa nuove scoperte, quindi un articolo che porta nuovo dati va messo nel calderone insoeme agli altri e ponderato e valutato.
    Quanto alla mia preparazione università, non rispondo alle offese: so che è il tuo stile, non è il mio

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  14. Inoltre
    1) l'articolo di Lancet che ti ho segnalato valuta l'impatto di una inferiore qualità delle proteine e della ridotta disponibilità di Fe e Zn sulle diete dei vari areali del pianeta, non solo sulla specifica nostra. Manifesta preoccupazione anche per le conseguenze sugli animali che di proteine vegetali si nutrono, le loro carni e i loro prodotti. Non valuta eventuali azotature, che sono quindi un aspetto da approfondire, ma sottolinea che segnala possibili conseguenze negative sul bilancio globale. Le segnalano gli scienziati che hanno fatto lo studio, io mi limito a prendere atto che la faccenda è complessa e richiede attenzione.
    2) lo studio cinese che tu citi, sulla copertura vegetale in crescita sul pianeta, a ben leggere sostiene che la responsabilità della CO2 su tale crescita è minore di quanto si pensasse e sarebbe invece prevalentemente da attribuirsi all'aumento delle risaie in India e al miglioramento delle tecnologie in Cina. Scrivono anche che eventuali benefici dell'aumento della CO2 sono, a loro avviso, ampiamente controbilanciati dagli effetti negativi del clima sulle piante, in termini di avversità biotiche e abiotiche.
    Tutto questo non per darti torto, non per "arrampicarmi sugli specchi" come mi accusi di fare, ma per riflettere tutti sul fatto che questi argomenti sono di una complessità tale che richiedono grande prudenza soprattutto nelle uscite pubbliche.

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  15. Non credevo che fosse offensivo far notare che il contenuto proteico è correlato alla disponibilità di azoto e che il ferro e lo zinco per i bisogni umani e con una dieta variata sono sono sempre sufficienti anche tenuto conto di eventuali differenze.

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