sabato 29 ottobre 2022

ANIMALI DEL CIRCO E BENESSERE ANIMALE: UN CONNUBIO IMPRESCINDIBILE


Breve resoconto di un pomeriggio al Circo di Vienna -Der grobe osterreichische Zirkus-, tra artisti impareggiabili e splendidi animali.


di ALESSANDRO CANTARELLI 




Nel 1979 il British Farm Animal Welfare Council enunciò le cinque libertà caratterizzanti il benessere animale:
  1. Libertà dalla fame, dalla sete, e dalla cattiva nutrizione;
  2. Libertà dai disagi ambientali;
  3. Libertà dalle malattie e dalle ferite;
  4. Libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche;
  5. Libertà dalla paura e dallo stress.
Per quanto attiene le prime tre libertà, dalla diretta osservazione è fin troppo facile constatare che rispetto ai loro consimili selvatici (gli animali del circo sono tutti, da parecchie generazioni, nati in cattività), al circo siano acquisite totalmente. Come si fa a sostenere il contrario? 
 
(L’ammaestratore Giordano Caveagna mostra le belle sue tigri al pubblico nell’intervallo dello spettacolo al Circo di Vienna (diretto dalla famiglia di Gianni Vassallo), spiegazioni nel testo. Nell’immagine di sotto a sinistra, si nota la rara tigre bianca e di fianco all’ammaestratore, una vasca per l’abbeveraggio, ma anche…per il bagno dei felini! Agli occhi dei visitatori, si era presentata la scena di animali molto ben accuditi, in ottimo stato di salute e a loro perfetto agio: era difficile non rimanere colpiti dalla bellezza e dalla grazia di questi animali, così come dalla bravura del loro domatore. Sono immagini eloquenti di come al circo le tigri sono trattate molto bene, essendo considerate a tutti gli effetti componenti della grande famiglia circense. Foto Ceresini S.; Cantarelli A.).

Gli animali carnivori non si cibano di carogne (come invece avviene sovente allo stato brado), ma di carne di pima qualità, così come gli erbivori di buon fieno e cereali.
Sulla quinta libertà invece, vi sono parecchi indici comportamentali e fisiologici che ne possono attestare il completo soddisfacimento, attenzionati come sono anche negli affetti in primo luogo con il proprio domatore, quindi con le persone e “l’ambiente” nel quale vivono.

L’ammaestramento avviene con il metodo “in dolcezza” detto altrimenti del “rinforzo positivo”, consistente in un premio (es. un boccone di carne per la tigre), quando l’animale esegue perfettamente l’esercizio, in rapporto di fiducia con il proprio animale-alfa impersonificato dall’addestratore.

Gli animali del circo anzi aspettano quotidianamente di esibirsi, perché per loro è un momento di gioco, inoltre si sentono attenzionati, sono positivamente stimolati e aumenta così il loro stato di benessere. Se essi vivono molto più a lungo dei loro consimili allo stato selvatico, lo si deve anche a questo tenore di vita.

Sul rispetto della quarta libertà, va premesso che la “natura” di qualsiasi animale (uomo compreso), non è uno stato teorico bensì risulta essere correlata allo stato in cui il singolo animale è stato allevato e conduce la sua vita. Pertanto risulta concettualmente errato affermare che essendo nato in cattività, un animale selvatico non possa soddisfare le proprie esigenze naturali.

Per chi nutrisse eventuali dubbi al proposito, si rimanda direttamente alle osservazioni riportate nel libro Animals in circuses and zoos: Chiron’s World? (1990) dell’etologa inglese prof.ssa Marthe Kiley Worthington.
Un testo fondamentale che si basa sui risultati delle prove sperimentali direttamente sugli animali dei circhi e non, come si rileva negli scritti da parte animalista, sulla base di ricostruzioni fantasiose o semplicemente fuori dalla realtà.
Sabato primo ottobre chi scrive è andato vedere il bellissimo spettacolo del Circo di Vienna che si trovava a Colorno, in provincia di Parma.

Come purtroppo spesso avviene da alcuni anni in diversi comuni del nostro Paese, in ossequio al nuovo credo animalista (dopo i cimiteri per gli animali da compagnia sorti recentemente in diversi comuni, a quando i luoghi di culto della nuova religione neopagana?), anche in questo caso l’amministrazione comunale per decisione unilaterale volta ad aggirare la legge n. 337 del 1968, stabiliva al Circo di Vienna il divieto ad esibirsi per gli animali del proprio serraglio itinerante all’interno dello spettacolo (l’unica eccezione era rappresentata dalla virtuosa esibizione di giocoleria a cavallo: un numero sempre tra i migliori del circo classico).

Lo stesso divieto il Circo di Vienna aveva dovuto subirlo nella precedente piazza di Borgo Val di Taro (e menomale che la Val Taro e la Val Ceno sono state la culla di origine dei cosidetti “orsanti”, gli ammaestratori di orsi!), per ripetersi nelle successive piazze di Mantova e Parma (in quest’ultima città, un regolamento comunale ad hoc non vieta espressamente il Circo con gli animali, ma mette dei divieti in lunghi periodi dell’anno, con l’effetto di annullare quasi totalmente la possibilità di esibizione di un Circo classico).

Chissà cosa penserebbe di questo ostracismo, se fosse ancora vivo, il ministro al Turismo e Spettacolo Achille Corona che la legge n. 337 l’aveva fortemente voluta, determinando così da parte dello Stato italiano il riconoscimento della funzione culturale, artistica e sociale del Circo! Un politico disinteressato, che credeva fortemente nell’arte e nella cultura veicolate dal Circo classico o tradizionale o moderno, secondo l’accezione del suo creatore Philip Astley. 
 
 

(Nella foto a sinistra, due dromedari e cammelli fanno bella mostra di sé al Circo di Vienna attendato a Colorno (Pr). In primo piano un raro dromedario dal mantello chiaro. Fin dai tempi antichi, questi animali sono impiegati dall’uomo nelle rispettive aree di origine per la locomozione e i lavori dei campi. Nella foto di destra, l’ammaestratore Giordano Caveagna risponde alle domande del pubblico. Come si può notare anche da queste immagini, in prima fila, la gioia dei bambini alla vista degli animali del circo. Purtroppo gli animali non hanno potuto allietare il pubblico colornese in pista, in quanto “sfruttati” ed esotici, così il dettame dell’Amministrazione comunale in ossequio alla ottusa quanto feroce ideologia animalista. Foto A. Cantarelli).

  

Dall’esterno dei cancelli e nei giorni precedenti il debutto, gli animali del Circo facevano bella mostra di sé suscitando la curiosità dei passanti e dei bambini (per niente spaventati); pertanto è apparsa come dimostrazione di una gratuita cattiveria e indice di ignoranza culturale, il non permetterne l’esibizione all’interno della pista, dal momento che gli animali ammaestrati erano lì e oltretutto in ottima forma. 

Tra l’altro il paese di Colorno è stato a settembre sede del Festival di Circo contemporaneo (patrocinato e sovvenzionato dalle pubbliche amministrazioni che fanno parte del comitato organizzatore), ma il volere per forza menomare lo spettacolo del Circo tradizionale in favore di quello del Circo contemporaneo, contando sulla buona fede degli ignari cittadini (lo scrivente ha constatato, in loco, che nonostante tutto continuano in massa ad amare quello classico), con l’acclarato scopo di “educarli” attraverso discutibilissime ordinanze comunali di vario tipo, è mentalità autoritaria assolutamente contraria allo spirito democratico della nostra Costituzione.

Nonostante una cospicua giurisprudenza dovuta alle sentenze dei vari T.A.R., che nella maggioranza dei casi hanno dato ragione ai ricorsi dei circensi.

Nell’intervallo tra il primo e secondo tempo dello spettacolo, originale e sotto l’eclettica e allegra regia del clown Jason (Jason Caveagna), il presentatore aveva invitato il pubblico a visitare gli animali (tra di essi, spiccavano le bellissime tigri, ma si vi ritrovavano cammelli, dromedari, lama, cavalli, pony ecc.) e, per chi avesse voluto, porre domande agli addestratori sulla cura degli animali e le tecniche di addestramento.

Come il buon allevatore mostra con orgoglio la propria stalla, anche il Circo mostra con orgoglio i propri animali.

Va riportato che gli animali del circo, parimenti agli altri animali degli allevamenti agricoli, sono tutti registrati alla Banca Dati Nazionale (B.D.N.) di Teramo e, sono sotto lo stretto controllo dei veterinari delle ASL competente per territorio, del Corpo dei Carabinieri Forestali, delle Guardie Zoofile, dell’Ufficio diritti degli animali (quando costituito presso il municipio), nonché last but not least dei veterinari consulenti dei circensi (l’Ente Nazionale Circhi ha istituito già da diversi anni un apposito albo per i propri aderenti).

Vi sono forti interessi per continuare a mentire sul Circo, ne è un esempio il film proiettato nelle sale cinematografiche italiane nello scorso periodo natalizio dal titolo Il lupo e il leone, del regista francese Gilles de Maistre.

Una fiaba animalista costruita ad arte su una trama crudele e menzognera, che vede protagonista una giovane ventenne di nome Alma (Molly Kunz), che ritorna nella sua casa di infanzia, su un’isola in Canada.  Lo scopo di questo film, risiede nell’indurre l’ignaro spettatore (a partire dal pubblico più piccolo, al quale era principalmente indirizzato il film), a sentimenti di risentimento e avversione verso il mondo del Circo.

Nel film il domatore del circo si reca nella savana con il figlio, per catturare vivo un piccolo di leone (dopo averne ammazzato la madre) che, ovviamente per il regista, a forza di brutali metodi coercitivi e droghe, egli vorrebbe ammaestrare.

Niente di più lontano dal vero! Ci sono norme internazionali (severissime), che vietano il bracconaggio e il commercio di animali protetti. Inoltre si scambia la libertà di espressione di un regista, con la gratuita facoltà di calunnia nei riguardi di una intera categoria di lavoratori: quella dei circensi e degli addestratori.

Nessun figlio di circense si è mai vergognato né dei propri animali amorevolmente accuditi, né del mestiere dei propri genitori che verrà poi trasmesso ai figli e nipoti, l’esatto contrario che gli animalisti “alla de Maistre” cercherebbero di convincere.

Un film con belle inquadrature ma che nulla tolgono alla finalità terroristica di evidente matrice integralista. Una brutta pellicola, col finale in cui il figlio del domatore chiede al padre di non esercitare più quel mestiere, quasi si vergognasse di tutto il male fatto: da una trama menzognera, non ci si poteva che attendere un finale demenziale.

Il regista d’Oltralpe avrà mai varcato in vita sua i cancelli di un Circo? Avrà mai dialogato con un domatore?

Tra gente di spettacolo, quali artisti di circo, registi cinematografici e attori, l’intesa la “contaminazione artistica” dovrebbe essere favorita e una volta era proprio così!

A questo proposito, è notizia delle scorse  settimane che il regista Nanni Moretti stia girando un film (“Il Sol dell’Avvenire), ambientato nella Roma degli anni cinquanta e settanta del secolo scorso proprio nell’ambiente del circo, ma nella pellicola si parlerà anche di cinema.

Ma ci chiede a cosa possa servire il rispettare le regole, come quelle -sacrosante- del benessere animale per un’impresa (in questo caso circense), se poi si è quotidianamente accusati da più parti e ingiustamente delle peggiori nefandezze!?

In queste vicende di follia integralista, vi sono similitudini con gli attacchi sistematici perpetrati ai danni degli allevamenti zootecnici, dipinti come luoghi di “tortura” e “sfruttamento”.

Che dire allora degli animali domestici (in primis cani e gatti), allevati spesso in spazi angusti di piccoli appartamenti, sovente causa di segnalazioni alle autorità per maltrattamento animale (quali mancanza di cibo o acqua ad es.), che sono causa di liti tra i vicini, quando non responsabili di aggressioni da parte di razze pericolose (ma non solo quelle) ai danni delle persone, alcune di queste con esito mortale?

Del business che ruota attorno alla moda animalista domestica.

Un breve rimando storico per il lettore, a chiusura di questa visita al Circo di Vienna.

Nel 1978 durante il Colpo di Stato in Persia (come si chiamava allora l’Iran), da parte delle forze islamiche khomeyniste, il Circo di Moira Orfei e del marito Walter Nones fu al centro di una delicata trattativa per il suo rientro in Italia.

Il Circo fu incendiato e vi morirono, purtroppo, parecchi animali.

L’opinione pubblica di allora (che come oggi amava molto il Circo rappresentato dalle sue celebri icone), seguì con notevole apprensione la vicenda, in questo informata dalla stampa (allora immune da censure animaliste o anti-Circo), che si concluse fortunatamente con il rientro in nave dell’intera comitiva (in calce viene riportato il collegamento al video dell’arrivo di Moira Orfei a Napoli, a bordo della nave Silvia dell’armatore Achille Lauro).

Proprio in queste settimane l’Iran è al centro di forti proteste, che vedono le donne quali protagoniste per rivendicare maggiori libertà personali, a partire dalla libertà dal velo; proteste che si sono acuite dopo l’omicidio di Masih Alinejad e i successivi delittuosi episodi.

A più di quarant’anni di distanza da quegli avvenimenti, nell’attuale Iran la popolazione in primo luogo le donne e a carissimo prezzo, cerca di emanciparsi dalla angustia condizione sociale.  Mentre  quelle folle guardano con speranza all’Occidente, in primo luogo ai simboli della sua cultura e arte (e il Circo equestre fino a prova contraria, è un di questi simboli), possibile che in Italia dove invece formalmente la democrazia esiste, si cerchi di osteggiare in ogni forma possibile una antica e nobile Istituzione quale il Circo classico?

Ai tempi dello Scià di Persia, il Circo italiano aveva contribuito in Medio Oriente a rappresentare al meglio il tricolore, anche attraverso i numeri con i propri animali: chi non ricorda la “Moira degli elefanti”?

Non sarebbe forse un un sogno, il potere rivedere la propria bandiera sventolare sulle “antenne” di uno chapiteu italiano, in una Teheran ritornata nel frattempo più civile e democratica, senza la paura di dovere fuggire?

Anche nella seconda metà degli anni novanta del secolo scorso, attraverso l’Europa il Circo era stato ambasciatore della cultura e dell’arte italiane: fu infatti il  Circo Embell Riva della famiglia Bellucci, il primo a strappare un sorriso ai bambini della martoriata Sarajevo che era appena uscita dalla guerra, nel 1996 (filmato indicato in calce) .

Quelli attuali, sono tempi molto difficili anche per il drammatico contesto di guerra, politico e socio-economico generale; ci si chiede se un Paese possa definirsi effettivamente civile, quando alla gente comune una politica sempre più lontana e ostaggio di minoranze pregiudizievoli e rumorose (come quella degli animalisti), impedisce deliberatamente e sistematicamente di beneficiare di uno dei più belli spettacoli del mondo: il Circo.

Ovviamente senza informarla.

Negando allo stesso tempo ai circensi il diritto al lavoro.

Evidentemente non la pensavano come il regista francese due suoi illustri Predecessori, che hanno regalato alla storia del Cinema due autentici capolavori aventi come protagonista il Circo moderno e classico: si chiamavano Charlie Chaplin (The Circus, 1928) e Federico Fellini (I Clowns, 1970).

Ancora una volta dalle colonne di Agrarian Sciences un convinto W il Circo e con tanti animali!!

Riferimenti e sitografia utili per approfondimenti:

Archivio Androknos. Ex Jugoslavia: Il Circo Italiano in Bosnia e Croazia, 1996. Su: https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/09/04/Altro/EX-JUGOSLAVIA-IL-CIRCO-ITALIANO-IN-BOSNIA-E-CROAZIA_133600.php

British Farm Animal Welfare Council (dal 2011 divenuto Farm Animal Welfare Commitee): https://www.gov.uk/government/groups/farm-animal-welfare-committee-fawc

Benessere Animale. Istituto Agrario “Domenico Sartor”, 2020. Disponibile su:

https://www.istitutoagrariosartor.edu.it/wp-content/uploads/2020/12/Le-5-libert%C3%A0.pdf

Bosnia, Circus arrives in Sarajevo, 17/08/1996. Su: https://www.youtube.com/watch?v=VqnH5yPJiVo 

Cantarelli A. Il bagnetto dell’elefante che ha scandalizzato gli animalisti. Agraraian Sciences, ve 02/11/2018. Disponibile su: https://www.agrariansciences.it/2018/11/il-bagnetto-dellelefante-che-ha.html

Cantarelli A. W IL CIRCO E CON GLI ANIMALI! In difesa della nobile arte circense italiana, contro le menzogne e le barbarie animaliste. Agrarian Sciences, do. 04/03/2018. Disponibile su: https://www.agrariansciences.it/2018/03/w-il-circo-e-con-gli-animali.html

Cantarelli A. DALLA PARTE DEL CIRCO. Nuove deleghe del Governo in arrivo: ai sequestri di animali ed all’incultura popolare. Agrarian Sciences, ma 09/07/2019. Disponibile su: https://www.agrariansciences.it/2019/07/dalla-parte-del-circo-prima-parte.html

Cantarelli A.; Dalla Torre M. SU RAI 3 PER IL QUINTO ANNO CONSECUTIVO, LA CENSURA ANIMALISTA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CIRCO DI MONTE CARLO (2021). PRELUDIO DEL “PENSIERO UNICO” ANIMALISTA? Agrarian Sciences, gio 13/01/2022. Disponibile su: https://www.agrariansciences.it/2022/01/su-rai-3-per-il-quinto-anno-consecutivo.html#more

Cantarelli Alessandro: Il Circo Orfei Madagascar a Reggio Emilia. Migrantes On Line, lu. 24/10/2022. https://www.migrantesonline.it/2022/10/24/il-circo-maya-orfei-madagascar-a-reggio-emilia/

Circo di Vienna. Pagina Facebook su: https://it-it.facebook.com/circodivienna/

Circusfans Italia. Il Circo nel prossimo film di Nanni Moretti. 06/07/2022. Disponibile su: https://www.circusfans.eu/2022/07/06/il-circo-nel-prossimo-film-di-nanni-moretti/

Gherardi E. “ANIMA E ANIMALI”. Il complesso rapporto dal quale derivano interpretazioni diverse e risposte spesso in contrapposizione, illustrato dal responsabile per il Triveneto della pastorale dello Spettacolo Viaggiante don Mirko Dalla Torre. Agrarian Sciences, gio. 30/06/2022. Disponibile su: https://www.agrariansciences.it/2022/06/anima-e-animali_30.html

Dalla Torre Mirko. Gli animali del Circo. “Diritti” animali e responsabilità dell’uomo. L’Azione-Fondazione Dina Orsi, Vittorio Veneto, 2020.

Duranti D. Moira Orfei rientra dall’Iran: il debutto di Napoli (1979). Circus fans, 29/04/2021. Disponibile su: https://www.circusfans.eu/2021/04/29/moira-orfei-rientra-dalliran-il-debutto-di-napoli-1979/

Iran, uccisa ragazza simbolo della protesta contro l’omicidio di Mahsa Amini. Il Sole 24 Ore, ve. 23/09/2022. Su: https://www.ilsole24ore.com/art/repressione-iran-31-uccisi-e-social-bloccati-giornalista-non-indossa-velo-raisi-non-parla-cnn-AEShTh2B?refresh_ce=1

 

ALESSANDRO CANTARELLI
Laureato in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Piacenza, con tesi in patologia vegetale. Dal febbraio 2005 lavora presso il Servizio Territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Parma (STACP), della Regione Emilia Romagna (ex Servizio Provinciale), dapprima come collaboratore esterno, successivamente come dipendente. E’ stato dipendente presso la Confederazione Italiana Agricoltori di Parma. Ha svolto diverse collaborazioni, in veste di tecnico, per alcuni Enti, Associazioni e nel ruolo di docente per la formazione professionale agricola. Iscritto all’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali ed alla FIDAF parmensi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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