martedì 16 settembre 2025

ARTICOLO COMPARSO SU “THE FIREBREAK”: UNA SINTESI

Le 10 cose appurate dopo che lo IARC ha detto che il gliphosate era “probabilmente carcinogeno” (Direttiva 112)


di ALBERTO GUIDORZI



Se la scienza si era guadagnata lo statuto di essere dedita alla scoperta, alla rivelazione di verità e prove, e al rispetto di rigorosi codici di condotta, integrità e metodo scientifico, oggi riscontriamo non essere sempre così. Nell’affare gliphosate abbiamo appurato che Christopher Portier e molti membri del Collegium Ramazzini,  che nei 30 anni precedenti non si erano mai occupati del glphosate, si sono occupati dell’erbicida perché hanno integrato il loro reddito con lauti compensi (circa 500 dollari l'ora) come consulenti nelle cause legali sul glifosato. Nota: si ricorda il “probabilmente cancerogeno” decretato dallo IARC deriva solo dalla valutazione del “pericolo” e non anche dalla valutazione del “rischio” (il leone è un pericolo per l’uomo, ma non un rischio per gli abitanti dell’Europa).

2° Lo IARC è nata in seno OMS, ma i molti fallimenti e conflitti d’interesse dimostrano che l’OMS non ha più nessuna influenza sullo IARC. Lo IARC è solo l’espressione dei 30 Stati membri (alcuni hanno ritirato l’adesione) e delle fondazioni che finanziano il suo bilancio.


Già dal 2017 furono diffuse notizie che il testo finale della monografia 112 era stato manipolato per rendere più giustificabile la conclusione. Alcuni membri del gruppo di lavoro hanno ammesso di avere omesso alcuni dati che potevano mettere in dubbio i rischi del gliphosate, ad altri è stato imposto di non rispettare i requisiti di trasparenza. Chris Wild, il direttore dello IARC a quel tempo, poi dimessosi, si è rifiutato di sottoporsi ad una audizione al Congresso degli Stati Uniti. Sono stati allontanatati pure Kurt Straif, responsabile del settore monografie, e Kate Guyton, colei che ha scritto la monografia 112.


L’Istuto Ramazzini con sede in Italia è molto attivo in seno allo IARC e sistematicamente effettua ricerche per dimostrare la cancerogenicità del gliphosate, solo che pochi sanno che: “”USASpending.gov mostra che Ramazzini è presente in 13 diversi contratti NIH, tramite quattro diverse terze parti, per un totale di quasi 2 milioni di dollari dal 2009. Da quando Birnbaum ha assunto il suo incarico presso il NIEHS (National Institute of Environmental Health Sciences)  nel 2009, l'agenzia ha erogato almeno 92 milioni di dollari in sovvenzioni ai membri del Ramazzini Collegium; dal 1985, il NIH ha assegnato più di 315 milioni di dollari in sovvenzioni ai membri del Ramazzini."”. È evidente un conflitto d’interesse.

Nessun giornalista che spera di fare carriera nei media oserà alzarsi in piedi e denunciare le malefatte di questi attivisti, visto il potere che questi gruppi hanno di stroncare carriere. Nell'ultimo decennio, le storie sul glifosato ci hanno dimostrato in modo esemplare che i media non si limitano a riportare fatti e prove, ma presentano ciò che pensano che il pubblico voglia sentire (e ciò che costerà loro il minimo possibile in termini di critiche).


La Jolla Playbook è una strategia efficace (usata contro il tabacco) per il settore del contenzioso ed è stata utilizzata contro la Monsanto come produttrice del gliphosate ed ora contro la Bayer che ha approfittato della situazione per comprare per soli 63 miliardi di $ la Monsanto e farla sparire.


Il finanziamento delle “class action” traggono vantaggio da una complessa rete di profittatori nel settore delle controversie legali. Perché non ipotizzare anche un modo per riciclare denaro sporco? Si è formato un sottobosco “bancario-finanziario” per il quale il finanziamento delle controversie (cioè l’incasso di parcelle e rimborsi spesi prima che ci sia una sentenza o un più probabile accordo transattivo) è diventato una sorta di attività di usura opaca, aperta a investimenti ombra da parte di investitori istituzionali e talvolta stranieri. Sebbene siano disponibili al pubblico pochissime informazioni sull'importo che le "banche" del finanziamento delle controversie trattengono dagli accordi transattivi (prima che l'attore riceva un pagamento), alcune notizie pubblicate stimano l'importo al 25%. Spesso le regole di queste quasi-banche includono anche una ulteriore percentuale di incassi al momento del pagamento stragiudiziale o della transazione legale.


Quando controlli la narrazione, la verità non conta più. Il glifosato è un componente fondamentale dell'agricoltura sostenibile, che consente agli agricoltori di praticare la semina diretta e di proteggere i terreni con colture di copertura complesse, utilizzando nel complesso meno pesticidi. Nessuna agenzia governativa di valutazione del rischio al mondo ha concluso che il glifosato rappresenti un rischio significativo per la salute. Solo lo IARC (che però ha valutato il pericolo), Seralini, ma il suo studio è stato ritirato e per ripagarlo del servizio reso adesso fa parte di vari consigli di amministrazione)) e l’Istituto Ramazzini lo hanno fatto e continuano a farlo, ma somministrando dosi da cavallo agli animali di laboratorio, apponto per cercare di ottenere qualche correlazione. Molte donazioni alle ONG sono un modo anonimo. interessato e produttivo per investire surplus di bilancio evitando di versarli alla collettività sotto forma di imposte, appunto perché una donazione scaricabile dalle tasse comporta spesso un ritorno vantaggioso.


Gli agricoltori ormai rappresentano una frazione votante minima e insignificante. Peggio ancora, il consumatore pretende che il loro cibo sia prodotto senza pesticidi, OGM, input sintetici o fertilizzanti derivati ​​dalla ricerca industriale, e credono che questi requisiti non scientifici possano essere soddisfatti nei campi. Le autorità di regolamentazione stanno iniziando a piegarsi alla loro volontà, dato che la comunità agricola non è più una forza politica o elettorale importante. Inoltre, l'industria alimentare sta iniziando a cedere a quella che percepisce come pressione dei consumatori e pretende che gli agricoltori si conformino ai requisiti dettati dal marketing.

10° Il gliphosate è solo un mezzo per colpire il vero obiettivo che sono gli OGM e ora pure le biotecnologie di nuova generazione. Il glifosato è stato definito l'erbicida del secolo e sicuramente sarà ricordato come tale. Tuttavia sarà ineluttabile il progresso in futuro avrà come componente essenziale le modifiche genetiche delle piante alimentari e industriali. Sicuramente i posteri rideranno di noi (con noi ci si riferisce agli europei) per l’ottusità dimostrata. Infatti per 30 anni il glifosato è stato usato senza remore, solo a partire dal 2015 è partita la campagna contro, quando cioè in USA ormai il glifosato aveva permesso di coltivare in modo diverso derrate quali soia, mais, bietola da zucchero, cotone e colza, rese resistenti all’erbicida. Perché la campagna antiglifosato? In USA ormai la campagna anti OGM era in ribasso: la Monsanto produttrice di sementi OGM non era stata scalfita più di tanto, Seralini non aveva dimostrato che gli OGM fossero nocivi e soprattutto il congresso aveva votato il Consolidated and Continuing Appropriations Act , che protegge gli agricoltori dalle cause legali per la coltivazione di colture geneticamente modificate. Pertanto si optò per rendere la vita difficile alla vendita del glifosato quale strumento di sviluppo delle piante OGM e quindi iniziò la sua “damnatio memoriae”. Dobbiamo però constatare che, purtroppo, in USA è arrivato Trump e soprattutto RFK Jr ed il suo " gold standard " della scienza…a sparigliare le carte…


NOTA: la Bayer acquistando le la Monsanto si è dovuta caricare anche di tutte le “class actions” in atto presso i tribunali USA. L'onere degli accordi transattivi e delle procedure legali è già costato all'azienda 9,2 miliardi di euro. E 60.000 casi sono ancora pendenti. Per fronteggiare ciò la Bayer ha intrapreso iniziative politiche: in diversi stati degli USA si stanno negoziando leggi per proteggere produttori come Bayer da azioni legali, almeno se i loro prodotti sono stati approvati dall'EPA. Ma anche in questo caso, si sta formando una resistenza da parte di avvocati e difensori dei consumatori Allo stesso tempo, Bayer sta chiedendo alla Corte Suprema degli Stati Uniti chiarezza giuridica. Ma l'esito è Incerto. Ultima prospettiva presa in considerazione dalla Bayer è far fallire la filiale statunitense Monsanto e smettere di produrre il Roundup. Dato però che molte piante coltivate sono state rese resistenti al glifosato l’erbicida dovrà essere importato dalla Cina, che, con la scadenza del brevetto, ha potuto produrlo ed ancora lo produce.



Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all' Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni presso la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.

Nessun commento:

Posta un commento

Printfriendly