venerdì 27 dicembre 2019

GLI AUGURI DI AGRARIAN SCIENCES




Il responsabile di Agrarian Sciences e i redattori che cooperano alla sua realizzazione rivolgono, in occasione del Santo Natale e del Capodanno che segnano la scriminante tra due segmenti della storia in fieri del nostro Paese e dell'intero Pianeta, il saluto più cordiale a chi segue notizie e riflessioni che compaiono sul nostro (e loro) blog.
La circostanza imporrebbe, nel rispetto di tradizioni antiche e profondamente radicate nella coscienza collettiva, lo spirito gioioso della festa: essendo le chiavi del nostro foglio il presente ed il futuro della nostra agricoltura, gioia e ottimismo sono, purtroppo, sentimenti del tutto impropri al momento: assistiamo, nel Paese, espressione di una delle classi politiche più ignoranti e opportuniste dell'intero planisfero, alla competizione per erogare doni e sussidi alla folla sempre più numerosa e petulante che propugna formule di produzione agricola fondate sul rifiuto delle scienze naturali, sostituite da farneticazioni le cui matrici sono identificabili nella stregoneria, quando non nell'autentico occultismo, ove non addirittura nella negromanzia, in quelli, cioé, che uno dei fondatori della scienza moderna definì idola, aberrazioni che stanno elidendo lo straordinario progresso agronomico degli ultimi decenni del millennio concluso, che sarebbe indispensabile, invece, continuassero a manifestare le proprie potenzialità per scongiurare la catastrofe alimentare che un consorzio umano che somma, ormai, sette miliardi di componenti non potrà evitare rigettando gli unici mezzi che potrebbero ancora assicurarne la sussistenza.
L'Italia della classe politica che si è imposta dall'alba del nuovo millennio, un paese il cui dissesto finanziario rende le erogazioni pubbliche tanto più ardue, devolve i pochi mezzi disponibili a sette e congreghe che propugnano lo spreco delle ultime risorse imponendo il costante accrescimento delle importazioni alimentari, che non è difficile prevedere quanto potranno protrarsi su un Pianeta in cui solo chi disponrrà di mezzi di scambio innovativi e dai prezzi esigui potrà, domani, procurarsi, acquistando mais dagli Usa, soia dal Brasile, frumento dalla Francia, per decenni primo fornitore del nostro paese, già depennato, dalla autorità che governano le esportazioni dell'Esagono, dall'elenco dei clienti futuri.
Il foglio che redigiamo è impegnato a fornire dati e a stimolare la riflessione collettiva su questi non piacevoli argomenti. Invitiamo i lettori a sostenerci, assolvendo ad un dovere civile che l'ignoranza della classe di governo, l'opportunismo della stampa, la sempre maggiore apatia dell'opinione pubblica rifugge, come rifuggirono, tragicamente, le proprie responsabilità i ceti che condannarono la più solida costruzione imperiale dell'intera storia umana, l'Impero di Roma, al più disastroso tracollo che la medesima storia abbia registrato.




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